Pecorino foggiano PAT

Il pecorino foggiano è un formaggio grasso derivato dal latte di pecora, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta dura. Formaggio di piccole o grandi dimensioni, di breve o lunga stagionatura. Tipico per la piccantezza che assume con la stagionatura. Prodotto in un territorio dove l’influenza del mare si fa sentire. Forma cilindrica a facce piane e scalzo leggermente convesso. Il peso varia da 2 a 7 kg. Stagionatura di almeno 2 mesi per il formaggio fresco, 6 mesi per quello stagionato.

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Pecorino di Maglie PAT

Formaggio grasso, derivato dal latte di pecora di breve, media e lunga stagionatura, a pasta semidura e dura. Il pastore è anche allevatore e casaro e il suo formaggio lo produce con la massima conoscenza del latte che le sue pecore producono. Non solo, anche il caglio se lo fa in modo artigianale, completando una caseificazione del tutto autoctona. Così è questo Pecorino a breve stagionata e a lunga stagionatura. Forma cilindrica a facce piane del diametro di 12-14 cm e scalzo leggermente convesso, alto 10-12 cm il formaggio fresco, 5-6 cm quello stagionato. Si consuma a breve stagionatura, dopo 60 giorni, oppure a lunga stagionatura, dopo 10 mesi.

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Pecorino PAT

Il pecorino è un formaggio grasso, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura. Il più antico dei formaggi pugliesi ha origini con la transumanza dalle montagne abruzzesi al Tavoliere pugliese. Viene fatto ancora con attrezzi manuali di legno e nel periodo di lattazione delle pecore, tra febbraio e ottobre. Forma cilindrica a facce piane del diametro di 20-30 cm, con scalzo leggermente diritto o convesso, alto 6-12 cm. Il peso è di circa 1 kg. Il formaggio fresco è pronto al consumo dopo 2 mesi, mentre per lo stagionatone ne occorrono almeno 6.

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Pallone di Gravina PAT

Formaggio grasso, di media o lunga stagionatura, a pasta dura, filata. Forma sferica, proprio come un pallone. Formaggio a pasta cruda, dura e filata: ricalca il percorso dei formaggi importanti che devono stagionare a lungo. Formato a mano e salato a lungo, rimane per molti mesi in grotte di tufo, che concedono alla pasta del formaggio aromi memorabili.

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Mozzarella o fior di latte PAT

La mozzarella in Puglia veniva prodotta già nel Medioevo. E’ diventata una specialità, chiamata anche Fior di latte. Emblema di un territorio dove l’allevamento è fiorente e le tradizioni si rispettano. Forma ovoidale, o a bocconcino o a treccia o a nodino. Il peso varia da 30 a 300 gr.

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Manteca PAT

Formaggio di latte di vacca a doppia panna, fresco o di breve stagionatura, a pasta semidura, filata. Una volta per mantenere il burro si usava avvolgerlo nella pasta filata, che lo isolava dall’aria. Oggi il Manteca è un formaggio molto richiesto perché conserva gli aromi naturali del latte e della panna. Molto apprezzato anche al di fuori del territorio di produzione. L’involucro del formaggio è una sottile pasta filata, fibrosa, di colore bianco o paglierino chiaro. La pasta è il burro, morbido, di colore giallo. Forma ovoidale o a pera, con piccola testina del peso di circa 500 gr. Intensità aromatica bassa. Si consuma subito dopo la salatura.

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VALLE d’AOSTA Vite di Farys – ViVi Green

Questa vite, che cresce addossata a una vecchia abitazione nel comune di Saint Denis in Val d’Aosta, è probabilmente la vite più vecchia di questa regione, essendo datata oltre 300 anni. E’ un vitigno autoctono denominato Petit Rouge (piccolo rosso) perché produce piccoli grappoli; probabilmente si è adattato a vivere in un ambiente alpino non certo ottimale per la vite.

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Emilia Romagna
SCALOGNO DI ROMAGNA IGP

Per coltivare lo Scalogno, l’impianto è realizzato tra novembre e dicembre e la raccolta avviene a partire dal mese di giugno dell’anno successivo. Il disciplinare prevede che lo Scalogno non possa essere coltivato in successione a se stesso o altre liliacee (aglio o cipolla) e devono trascorrere almeno 5 anni per il ritorno dello Scalogno sullo stesso terreno. La produzione unitaria massima è di 60-80 quintali a ettaro.

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SCALOGNO DI ROMAGNA IGP

Sentiero Italia CAI LIGURIA 07° Tappa Passo delle Lame – Passo della Forcella

Passo delle Lame – Passo della Forcella Tappa breve con dislivello esclusivamente in discesa lungo lo spartiacque che separa la Val d’Aveto dal bacino del torrente Sturlo che sfocia nel Mar Tirreno tra Chiavari e Lavagna. Dal Passo delle Lame si scende al Passo Bisinella e si prosegue sempre in discesa fino al Passo del Bozale. Qui una breve risalita conduce nei pressi del Monte Bozale. Segue la discesa fino al Passo della Forcella. Nel medioevo era punto di passaggio meno frequentato per via dell’ultimo tratto sul lato di Borzonasca, molto impervio e scosceso, ed erano più utilizzati i passaggi che dal Ramaceto e la Ventarola entravano in val d’Aveto.

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Giuncata PAT

La giuncatà è un formaggio derivato da latte vaccino o di pecora o caprino a pasta molle senza crosta, con pasta morbida, umida, di colore bianco. L’occhiatura è assente. Formaggio senza crosta, con pasta morbida, umida, di colore bianco. L’occhiatura è assente. L’intensità aromatica è medio bassa. Forma cilindrica o parallelepipeda, a base rettangolare, del peso di circa 300-500 gr.

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