Confettura di mela cotogna PAT Sardegna

La coltura del melo cotogno è una coltura antichissima in Sardegna che oggi viene preservata e perpetuata grazie agli estimatori diffusi in tutta l’isola e ad alcuni laboratori scolastici degli Istituti agrari. Gli anziani di molti paesi sardi ed alcuni professori di Istituti Agrari raccontano infatti che la confettura di mela cotogna si preparava nelle loro case da quando erano bambini ed era un’usanza molto diffusa e presente in tantissimi paesi della Sardegna.

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Cipolla rossa PAT Sardegna

Un sinonimo del prodotto in esame è “Cipolla di Zeppara”: probabilmente il prodotto è originario di Cepara, antico paese vicino ad Ales il cui nome in latino significa “orto”. Cepa e il suo diminutivo Cepulla inoltre in latino significano cipolla; inoltre ceppullarium, ceparium, campus ceparus o terra ce para indicano terra produttrice di ortaggi. In greco Kepos significa orto -giardino.

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Cipolla di San Giovanni (Suergiu) PAT Sardegna

La coltivazione della cipolla (cipudda, cibudda, xipudda, chipudda in sardo, secondo le zone) in Sardegna è senz’altro antica, essendo l’Allium cepa conosciuta già ai tempi degli Egizi e usata in cucina da Greci e Romani. Diverse testimonianze fin dall’epoca medievale sarda, citano l’utilizzo della cipolla e metodiche di coltivazione. È ampiamente attestata la coltivazione per usi alimentari e medicinali delle cipolle bianche, rosse e violacee sin dal Settecento. La coltivazione della cipolla a San Giovanni Suergiu è attestata da numerose fonti orali di anziani del paese che ne ricordano le metodiche impiegate da parte dei propri nonni, così da poter far risalire tali metodiche almeno ai primi del Novecento. Si ricordano non solo le tecniche di coltivazione, ma anche la vendita tal quale, tanto che gli abitanti di San Giovanni Suergiu riferiscono del blasone popolare loro attribuito: “cipuddaus”, cipollari, a causa della grande abbondanza di cipolle, soprattutto in prossimità del 24 giugno, motivi per cui dai paesi limitrofi si arrivava per acquistarle. “Sa festa de sa cipudda” − festa della cipolla − è una sagra interamente dedicata alla cipolla, in concomitanza alla festa di San Giovanni Battista il 24 giugno

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Cipolla di Gonnosfanadiga PAT Sardegna

L’attività di selezione della cipolla si perde nel tempo ed i contadini gonnesi hanno selezionato la loro varietà “Cibudda de Gonnos” riuscendo a fissare i caratteri attraverso un lungo processo di selezione e riproduzione in isolamento. Fino agli anni 80 del secolo scorso nella comunità gonnese operavano non meno di 5 agricoltori dedicati al mantenimento in purezza, la riproduzione e la commercializzazione delle piantine da trapianto ottenute attraverso la semina in piccole caselle di terreno (tueddas). Tale sistemazione necessitava di notevole cura soprattutto per il controllo delle erbe infestanti, effettuato manualmente da squadre di personale prevalentemente femminile. L’attività di mantenimento in purezza nella produzione delle piantine è ancora presente e , attualmente, il mantenimento dell’ecotipo è affidato a pochissimi agricoltori che operano su vasta scala e ad alcuni componenti dell’associazione La “Cibudda de Gonnos” . Ancora oggi la Cipolla di Gonnosfanadiga rappresenta un prodotto fortemente identitario per la comunità Gonnese e non esiste orto o cortile senza la presenza del prodotto

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Costruzione del più grande impianto di idrogeno verde in Europa per uso industriale

La strategia europea, e quella più realisticamente possibile, è il progressivo incremento dell’uso delle fonti rinnovabili e la loro integrazione nel sistema energetico, per conseguire l’obiettivo di riduzione del 100% delle emissioni al 2050 e parallelamente rafforzare il mercato interno e incrementare la sicurezza energetica. Questo obiettivo è stato recentemente reso ancor più sfidante per un voto al Parlamento europeo che pone dei potenziali nuovi limiti di riduzione al 2030, alzando il precedente obiettivo della riduzione delle emissioni carboniche dal 55 al 60%. In questo contesto, l’idrogeno si presenta come una soluzione chiave, complementare con altre tecnologie, per la decarbonizzazione del sistema energetico.

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Ciliegia Furistera PAT Sardegna

Uno scrittore arabo del VIII secolo, Ibn at Atir nelle sue Cronache descrive la Sardegna come un’isola abbondantissima di frutta, e Abù-al-Maliasin conferma la notizia chiamandola ricca produttrice di ogni sorta di frutta. (M. Amari – Bibl. Arabo-Sicula, Torino 1880). Il Cherchi Paba nella “Evoluzione Storica della Attività Industriale Agricola Caccia e Pesca in Sardegna – Vol. II” riporta: “I Sardi chiamano grecalmente le ciliegie “Kariasa”, il che conferma che in Sardegna verso l’VIII secolo si coltivava il ciliegio”, e ancora nel volume III della stessa opera a proposito della frutticoltura del secolo XVIII: “i ciliegi erano comuni nei territori di Bonarcado, Santulussurgiu, Gadoni, Burcei, Laconi, Sorgono e Artzara”.

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Riserva Naturale Biogenetica Montefalcone – Toscana

Lamarossa La superficie della Riserva, localizzata intorno al Monte Orecchiella, varia da dai 900 ai 1400 m s.l.m. L’area si presenta prevalentemente boscata (178 ha), con la rimanente porzione ospitante seminativi e prati-pascoli. La Riserva è caratterizzata da prati e aree umide derivanti dai numerosi torrenti e corsi d’acqua alimentati da precipitazioni meteoriche e falde superficiali. Il terreno depresso, delimitato da cordoni morenici, accoglie depositi palustri e torba alimentata dal ciclo biologico degli sfagni sp..

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Ciliegia di Burcei PAT Sardegna

Il paese di Burcei è arrampicato sul versante orientale del monte di Serpeddì, a quota 700 metri d’altitudine e le campagne, oltre che al pascolo, sono destinate alla coltivazione di orti, viti, legumi, e soprattutto, delle sue gustose e rinomate ciliegie, protagoniste a giugno della sagra delle ciliegie. La mezza dozzina e più di varietà di ciliegie, sono espressione di uno stesso territorio: la “Valle delle Ciliegie”.
La coltivazione delle ciliegie è una passione tramandata da generazioni e tutti a Burcei hanno il loro piccolo ciliegeto. Tutta la documentazione storica raccolta (locandine, servizi del telegiornale, bibliografia) dimostra che la coltivazione di questi frutti è profondamente radicata in questo territorio

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Ciliegia Barracocca di Villacidro PAT Sardegna

La coltivazione della cerexia barracocca a Villacidro, sulla base delle fonti e testimonianze dirette, è attestata sin dalla fine dell’800. La ciliegia era ed è coltivata in diverse zone, di montagna e di pianura: Castiangias, Gutturu de Seddori, Gutturu de terra, Gutturu derettu, Croigas, Cragasu, Villascema, Narti, Banarba, Basseledda, Bassela, Riu Peis, Funtana e stadi, ecc. Ancora oggi diverse testimonianze orali, di persone anche ultranovantenni, raccontano della coltivazione del ciliegio e della varietà locale barracocca in varie località vocate di Villacidro, dove sono state piantate dai rispettivi avi (nonni)

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