Peperone quadrato d’Asti PAT

Negli orti della piana alluvionale del Tanaro, in particolare nella zona di Motta di Costigliole e Isola d’Asti, il peperone è stato per decenni una coltivazione privilegiata. Al riguardo, esiste un documentazione relativa a un “concorso a premi per la razionale coltivazione degli orti nel circondario di Asti” del 1914, bandito per iniziativa della Società Orticola Astigiana in cui viene evidenziata la produzione di peperoni da parte di numerosi agricoltori della zona.

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Sentiero Italia CAI CALABRIA 23° Tappa Piano Lago – Casellone forestale di Monte Cocuzzo

Piano Lago – Casellone Forestale di Monte Cucuzzo Si conclude il trasferimento dalla Sila alla Catena Costiera, il gruppo montuoso che separa la piana di Cosenza dal Mar Tirreno. Con questa tappa, lunga e di dislivello notevole, si torna in montagna con tre salite e altrettante discese che riportano oltre i 1000 metri di altitudine. La particolarità di questa tappa sta nell’attraversamento della splendida Foresta di Potame, alle pendici del Monte Scudiero. La conclusione è presso il Casellone Forestale di Monte Cucuzzo, dove è stata recentemente ristrutturata una attività di accoglienza turistica montana.

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Peperone di Capriglio PAT

Il Peperone di Capriglio, appartiene alla specie Capsicum annuum. Si tratta di una cultivar locale caratterizzata da frutti di medio-piccole dimensioni, selezionata e coltivata da più di 100 anni nel Comune
di Capriglio d’Asti. È una varietà di peperone molto antica che risulta essere simile, dal punto di vista fenotipico e genotipico, alla cultivar che, attraverso successivi incroci, ha determinato le attuali varietà di peperone in commercio (Quadrato d’Asti, Peperone di Cuneo).

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Peperone di Cuneo PAT

Il segno distintivo del Peperone Cuneo, in particolare tra la fine dell’estate e l’autunno, è la caratteristica colorazione antocianica della zona apicale, meglio conosciuta come “baffo”. Le bacche del Peperone Cuneo evidenziano una totale assenza del carattere piccantezza della polpa; solo in alcune situazioni di stress ambientali è possibile riscontrare una leggera presenza di piccante nella polpa.

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Patate di montagna PAT

La coltivazione della patata ha antiche tradizioni in tutto l’arco alpino piemontese; documenti storici evidenziano come la coltivazione della patata si sia diffusa nelle vallate del Saluzzese a partire dal 1810, in concomitanza con un periodo particolarmente difficile per l’agricoltura locale. La riduzione delle produzioni di cereali – principale fonte di sostentamento per le popolazioni locali – ed il conseguente incremento dei prezzi di vendita avevano spinto le popolazioni ad avviare la coltivazione della patata.

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Patata di entracque PAT

La coltivazione della patata ha antiche tradizioni in tutto l’arco alpino piemontese; grazie a questo prezioso tubero, utilizzato per la realizzazione di numerosi piatti tipici della cucina locale a partire dalla metà del 1800, anche le popolazioni montane di quest’area cuneese sono riuscite a superare periodi di carestia. Un tempo le Patate di Entracque erano molto ricercate sul mercato piemontese e nella vicina Liguria. In questi ambienti montani, sino alla fine degli anni ’50 – inizio anni ’60 del secolo scorso, venivano riprodotti i due ecotipi autoctoni denominati Piatlina di Entracque e Quarantina di Entracque, destinati alla semina in altre aziende del Cuneese.

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