Marrone di S. Cristina PAT Campania

Il Marrone di Santa Cristina è una delle pregiate varietà di castagno prodotte nell’Avellinese, in particolare nell’area del Vallo di Lauro-Baianese, nei Comuni di Moschiano e Forino. Esso prende, infatti, il nome dall’omonima località sita nei pressi di tali comuni. è una castagna di medio-grossa pezzatura, color marrone scuro con polpa di colore giallino all’esterno e bianco avorio all’interno, caratterizzata da una consistenza compatta e croccante. La specie è molto stimata sui mercati locali grazie alle sue pregiate caratteristiche qualitative (pezzatura) ed organolettiche, preservate dal rispetto del tradizionale sistema di coltivazione e produzione. Le castagne vengono vendute soprattutto allo stato fresco dopo la calibratura e l’immersione in vasche d’acqua calda.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 55° Alpe la Colma – Rifugio Città di Novara Alpe Cheggio

Alpe la Colma – Rifugio Città di Novara Alpe Cheggio Una tappa di media lunghezza e dislivello sensibile con cui il Sentiero Italia scende in Valle Antrona e si porta fino alla sua testata nei pressi del lago artificiale dell’Alpe dei Cavalli. Dall’Alpe la Colma si guadagna con ripida discesa il fondovalle Antrona che si segue a tratti lungo la strada provinciale e a tratti lungo il sentiero fino all’abitato di Antrona Schieranco. Il percorso prosegue lungo il fondovalle, ora in salita, per sentieri che tagliano i tornanti della carrozzabile fino all’Alpe Cheggio ove sorge il Rifugio Città di Novara.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 54° Madonna della Gurva – Alpe la Colma

Madonna della Gurva – Alpe la Colma Con questa tappa breve ma caratterizzata da dislivello significativo ci si eleva dal fondo della Valle Anzasca e si sale fino allo spartiacque con la Valle Antrona. Dopo una prima parte sostanzialmente in piano, lungo il sentiero che costeggia la strada provinciale sulla sinistra idrografica della valle, in frazione Porcareccia inizia la salita vera e propria dapprima tagliando i tornanti della carrozzabile, poi per boschi attraversando una serie di borgate fino a raggiungere i pascoli in quota e il rifugio Alpe la Colma situato nell’omonimo alpeggio.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 53° Alpe Lago – Madonna della Gurva

Alpe Lago – Madonna della Gurva Questa tappa di media lunghezza ma caratterizzata da dislivello esclusivamente in discesa percorre i versanti affacciati sulla valle del Toce scendendo nel fondo della Valle Anzasca dove è posto il punto di arrivo. Dal Rifugio Alpe Pian Lago, dopo una breve salita si raggiunge l’Alpe del Lago dove è presente il bivacco omonimo. Da qui, attraversando alcuni alpeggi e fitti boschi il sentiero procede in discesa fino al piccolo Santuario della Madonna della Gurva dedicato alla Madonna delle Grazie per i fatti prodigiosi che risalgono alla sua origine, ma è conosciuto anche come Santuario della Madonna Assunta, perché la festa più grande che qui si celebra è quella del 15 agosto. Ci si trova nella valle che collega il fiume Toce con Macugnaga adagiata ai piedi della spettacolare parete est del Monte Rosa.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 52° Campello Monti – Alpe Lago

Campello Monti – Alpe Lago Una tappa breve di dislivello intermedio che conduce il Sentiero Italia ad affacciarsi sul territorio ossolano sulle alture che sovrastano la piana tra Gravellona Toce e Domodossola. Dall’abitato di Campello Monti si prende il sentiero in salita verso il Colle dell’Usciolo a 2037 metri sul livello del mare. Da qui si scende al Lago Ravinello e si prosegue fino al Bivacco Pian Lago.

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Mandarino dei campi Flegrei PAT Campania

Frutto di forma sferica leggermente schiacciata ai due poli, dimensioni fra i 4 e 7 cm; colore giallo arancio, profumo intenso e caratteristico; buccia sottile, ricca in olii essenziali, attaccata agli spicchi, che presentano numerosi semi; il frutto ha dimensioni medio-piccole, la polpa è molto succosa, aromatica e dolce. La maturazione cade nei mesi di gennaio – marzo. Il 90% delle piante è riconducibile alla cultivar Avana, che rappresenta il mandarino comune diffuso nel meridione d’Italia; l’ambiente ed i terreni vulcanici conferiscono ai frutti caratteristiche organolettiche peculiari. Viene utilizzato allo stato fresco ma anche per la realizzazione di marmellate e confetture, e di rosoli.

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Mandarino comune vesuviano PAT Campania

Frutto di forma sferica poco schiacciata ai due poli, dimensioni fra i 5 e 9 cm; colore giallo arancio, profumo delicato e caratteristico; buccia sottile, ricca in olii essenziali, non attaccata agli spicchi, che presentano numerosi semi; il frutto ha dimensioni medie, la polpa è molto succosa, aromatica e dolce. La maturazione cade nel mese di dicembre. Si tratta di un ecotipo locale; l’ambiente ed i terreni vulcanici conferiscono ai frutti caratteristiche organolettiche peculiari. Viene utilizzato allo stato fresco ma anche per la realizzazione di marmellate e confetture, e di rosoli.

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Mais spiga (spogna) bianca PAT Campania

Il Mais spiga bianca è detto così per il colore della sua spiga, “spogna” in dialetto napoletano, che è, per l’appunto, di un colore bianco latte. è una coltivazione della provincia di Napoli, in particolare dei territori dell’Acerrano-nolano. Caratterizzato da una spiga dal sapore particolarmente dolce, è per lo più consumato fresco ed essiccato, una volta raggiunta la maturazione lattea, cioè quando è sono ancora presenti dei liquidi nei chicchi. Alla maturazione cerosa, cioè quella successiva alla lattea, le spighe sono consumate preferibilmente arrostite o bollite e tradizionalmente vendute da ambulanti. I chicchi essiccati e ridotti in farina sono sfruttati per la produzione delle polente bianche, dette anche “farinate”, che costituiscono un piatto tipico della cucina tradizionale napoletana, di cui il mais spiga bianca rappresenta un ingrediente insostituibile, grazie al suo sapore dolce e burroso.

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Lupino gigante di Vairano PAT Campania

Quella del lupino gigante di Vairano è un’antica produzione tradizionale che ha subito una contrazione a favore di nuove colture più redditizie, ma che mantiene un notevole riscontro in area locale e provinciale per le eccellenti caratteristiche del prodotto. Questo particolare lupino, che per le sue grandi dimensioni viene chiamato anche “lupinone di Vairano”, “gigante di Vairano” e “lupinaccio”, è coltivato nei comuni di Vairano Patenora, Presenzano, Marzano Appio, Caianello, in provincia di Caserta. Seminato con mezzi meccanici, viene trebbiato durante le prime ore del mattino in giornate non troppo umide; una volta raccolti e separati dalla pianta, i baccelli vengono lentamente essiccati per almeno tre giorni, e poi conservati in luoghi asciutti posti in botti di legno o in sacchi di juta. Prima di essere consumati vengono messi in acqua per tre giorni e poi in salamoia. Immancabili sulle bancarelle delle feste patronali, vengono consumati come spuntino o come antipasto, accompagnati da olive e semi di zucca.

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