Melanzana lunga di Napoli PAT Campania

La presenza delle melanzane in Europa è molto antica venne probabilmente introdotta in Europa ad opera di mercanti arabi nel corso del basso medioevo. Come altri vegetali appartenenti alla famiglia delle solanacee, è stata per lungo tempo accompagnata da cattiva fama; per questa ragione la sua diffusione in Europa ebbe inizio solo a partire dal XVIII secolo, periodo in cui comincia a diventare di uso comune nelle mense del popolo prima e della nobiltà poi. La melanzana napoletana apprezzata per le sue proprietà organolettiche nonché per la consistenza e scarsa propensione all’ossidazione trova impiego in numerose preparazioni gastronomiche per lo più fritta (“a funghetti”, “parmigiana”, “imbottita”), ma anche al forno, grigliata, sott’olio o in abbinamento con la pasta.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 63° Bosco Gurin – Cimalmotto Loc. Munt la Reita

Bosco Gurin – Cimalmotto Loc. Munt la Reita Si svolge interamente in territorio svizzero questa tappa breve e di dislivello limitato. Da Bosco/Gurin il sentiero attraversa il torrente e inizia a salire nelle foreste che contraddistinguono la zona. Raggiunta una sella intorno ai 2000 metri di quota inizia la discesa sul versante meridionale fino a Campo di Vallemaggia, un piccolissimo comune ticinese composto da 56 residenti. Da qui si risale fino a Cimalmotto e al punto di appoggio posto poco oltre il paese.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 62°- B Formazza – Bosco Gurin

Formazza – Bosco Gurin Il Sentiero Italia CAI sconfina per la prima volta entrando nella vicina Svizzera. Nel XIII secolo le popolazioni Walser di Formazza si spostarono al di là dei monti fondando Bosco Gurin. Dalla località Ponte si scende a Fondovalle dove inizia la salita per un ripido sentiero fino alla Guriner Furggu. Da qui si scende a Bosco Gurin passando da Grossalp. 

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 62°- A Rifugio Margaroli all’Alpe Vannino – Formazza

Rifugio Margaroli – Formazza Con una tappa di lunghezza e dislivello contenuti, si esplorano la testata della Val Formazza e i villaggi Walser che formano il comune di Formazza.  Nella prima parte, si sale al Passo di Nefelgiù e si discende verso la diga del Morasco, in una zona caratterizzata dalle grandi dighe costruite negli Anni Trenta e Quaranta del Novecento e dalle strade di servizio. Scesi in fondovalle, si possono ammirare l’imponente Cascata del Toce (se aperta) e le belle case Walser delle frazioni di Formazza–Canza, Ponte, Valdo, San Michele e rifocillarsi gustando i prodotti tipici (formaggi, yogurt, gelato, pane di segale).  

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Melanzana cima di viola PAT Campania

Nell’Agro Acerrano-Nolano e Sarnese-Nocerino, in provincia di Napoli, viene coltivata la melanzana cima di viola, un ecotipo locale, autoctono, caratterizzato da bacche di particolare forma allungata e ricurva, che presentano la testa più grossa del corpo, un peduncolo leggermente spinoso e buccia molto lucida di colore viola scuro. Le dimensioni prevalenti della bacca variano dai 15 ai 25 centimetri circa, anche se ne esiste un ecotipo molto simile, la “lunga violetta di Napoli” più sottile e lunga, con buccia meno lucida, assimilabile alla cima di viola, anche nelle tecniche di coltivazione.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 61° Alpe Devero – Rifugio Margaroli all’Alpe Vannino

Alpe Devero – Rifugio Margaroli Un’altra tappa di lunghezza intermedia e dislivello significativo che procede parallelamente al confine svizzero verso la punta settentrionale del Piemonte e della Val Formazza. Dall’Alpe Devero si raggiunge la frazione di Crampiolo e si prosegue lungo il lago artificiale di Codelago al fondo del quale inizia la salita vera e propria. Si passa dal bivacco Alpe Forno e si percorrono i pendii più ripidi che conducono alla Scatta Minoia a quota 2599 metri di quota. Una discesa ripida conduce al lago del Vannino di cui si percorre il lato occidentale fino alla diga e al Rifugio Margaroli che sorgono alla testata della Val Vannino e ai piedi della Punta dell’Arbola.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 60° Alpe Veglia – Alpe Devero

Alpe Veglia – Alpe Devero Una tappa di lunghezza media e medio dislivello unisce i due centri principali del Parco Naturale Veglia Devero. Dal Rifugio Città di Arona si risale il vallone solcato dal Rio Frua fino al Passo di Valtendra a 2431 metri di quota. Si lascia a sinistra la traccia ormai abbandonata per scendere nella Valle Bondolero per poi risalire  alla Scatta d’Orogna a quota 2460. Da qui in discesa per l’Alpe Buscagna si raggiunge la splendida conca dell’Alpe Devero. La località è chiusa al traffico veicolare sin da quando era collegata con il fondovalle da una funivia. Anche dopo la costruzione della strada carrozzabile, si decise di fermare le automobili all’ingresso del paese e riservare l’accesso alla località ai pedoni.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 59° Varzo – Alpe Veglia

Varzo – Alpe Veglia Con questa tappa di discreta lunghezza e dislivello, esclusivamente in salita, si entra nel Parco Naturale Veglia Devero istituito nel 1995 per proteggere la particolare conformazione geologica di origine glaciale e mineralogica della zona. Da Varzo parte un sentiero che segue l’andamento della valle a mezzacosta al di sopra della strada provinciale. Si raggiunge così la stazione sciistica di San Domenico di Varzo da qui si raggiugne Ponta Campo su strada per poi prendere una mulattiera che seguendo il solvo vallivo si insinua attraverso gole e balze rocciose fino alla piana di Veglia dove sorge l’accogliente Rifugio Città di Arona. A breve distanza arrivando al rifugio si può ammirare la bella cascata della Frua. Questa tappa può essere alleggerita percorrendo da Varzo il tratto del GTA che porta al Rifugio Crosta e da qui al Veglia.

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Mela zitella PAT Campania

Nelle aree collinari e montane di Avellino e Benevento troviamo, nei frutteti misti di tipo familiare, ancora degli alberi molto vigorosi di mela “Zitella”, una cultivar un tempo largamente diffusa, assieme ad altre varietà tradizionali. Il suo frutto è piccolo, dalla forma appiattita ed asimmetrica e presenta una buccia di spessore medio sottile caratterizzata da un colore giallo chiaro sfumato di rosso su parte della superficie. La sua polpa bianca, compatta e croccante, è molto succosa e ha un sapore dolce e aromatico.

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Mela tubbiona PAT Campania

La “Tubbiona” è una mela coltivata da secoli nei pressi di Agerola, in provincia di Napoli. Ha un frutto di medie dimensioni che matura d’estate e si presenta di forma tronco conica, leggermente asimmetrica. La buccia è sottile, di colore verde tendente al giallo paglierino a maturazione piena; la polpa è di colore bianco crema, di consistenza compatta e succosa e caratterizzata da un sapore particolare e molto aromatico. Per la sua elevata serbevolezza si conserva a lungo dopo la raccolta. Per le sue buone caratteristiche qualitative è tuttora coltivata e richiesta dal mercato locale.

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