Patata fresca campana PAT

Patate di varietà diverse, precoci e precocissime, coltivate in terreni sabbiosi, vulcanici, ad elevata fertilità chimica. La forma è variabile: tonda, ovale, ellittica, claviforme; la buccia è sottile con colore da rosso al giallo fino al violaceo. Il sapore è caratteristico, delicato, esaltato dalle caratteristiche dei suoli di coltivazione ricchi di microelementi e dall’ambiente pedoclimatico particolarmente favorevole.

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Sentiero Italia CAI Lazio 12 Varco Sabino – Staffoli

Varco Sabino – Staffoli Ancora una tappa di lunghezza e dislivello intermedi che raggiunge e supera in direzione est il Lago del Salto, più ampio bacino idroelettrico laziale, creato nel 1940 con la costruzione dell’omonima diga che sbarra una valle stretta e frastagliata che danno al lago l’aspetto di un fiordo. Da Varco Sabino si sale per un primo tratto lungo la strada provinciale 30 prima di imboccare un sentiero che aggirando la cima del Colle Ettore scende in riva al lago. Si attraversa la diga e si percorre la strada carrozzabile fino a una profonda ansa al fondo della quale si affronta un sentiero nuovamente in salita che prende quota in direzione nord fino all’abitato di Staffoli.

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Sentiero Italia CAI Lazio 11 Paganico Sabino – Varco Sabino

Paganico Sabino – Varco Sabino Con questa tappa di media lunghezza e dislivello il Sentiero Italia abbandona il lago del Turano per avvicinarsi all’altro grande bacino artificiale della zona: il Lago del Salto. Da Paganico Sabino si costeggia brevemente il lago prima di imboccare in direzione est la valle alla base del Colle Mogaro. Si sale fino a oltre 1100 metri di quota presso il valico tra il Monte Filone e il Monte Navegna, dove inizia la discesa fino a Varco Sabino.

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Patata di Trevico PAT Campania

La coltivazione della patata a Trevico è testimoniata da documentazione storica, infatti tali documenti evidenziano che le patate erano coltivate già nel 1810. Infatti l’allora segretario generale della Società Agraria, l’agronomo dr. Cassitto, nel suo discorso inaugurale per l’incarico ricevuto, sottolineò che nel comune di Trevico aveva introdotto qualche anno prima la coltivazione delle patate per far fronte alla fame. A distanza di qualche anno lo stesso Cassitto ritornò a Trevico e rilevò che la coltivazione della patata era pratica diffusa tra i contadini del posto, in tal modo il popolo di Trevico aveva risolto il problema della fame avendo attribuito alla patata l’alimento di quel popolo. Di seguito si riporta una testimonianza dello stesso Agronomo, trascritta in un suo documento a seguito di una visita effettuata a Trevico nel 1818, in tale documento fotografa la situazione che trova a Trevico ” il minuto popolo ben vestito, meglio vestito, e lieto oltremodo…………. e gli abitanti del posto gli avevano detto che avevano preso alimento da quel bulbo prezioso” , nello stesso documento si riscontra anche un’attività commerciale, infatti viene documentata la vendita di patate per un profitto di circa 4000 ducati.

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Patata di Monte San Giacomo PAT Campania

La coltivazione della patata in questi terreni viene perpetrata da tempi immemori così come le tecniche colturali. Intimamente connessa con la coltivazione di altre specie vegetali, soprattutto cereali e legumi,  di cui tutti i terreni montani erano ricchi, la coltivazione della patata è stata l’unica che ha resistito al progressivo abbandono della coltivazione dei terreni montani. Il prodotto finito è ricercato ed apprezzato da tutto il territorio circostante.

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