Proverbi della Lombardia

Rassegna dei più belli e famosi proverbi lombardi. A dés agn l’è ü s-cèt, a vint agn l’è ü paù, a trènt agn l’è ü leù, a quaranta l’è ü béstiù, a sinquanta l’è ü volpù, a sessanta l’è ü capù, a setanta l’è ü s-cetù, a otanta l’è ‘n del balù. (L’uomo) a 10 anni è un ragazzo, a 20 è un pavone, a 30 è un leone, a 40 è un bestione, a 50 è un volpone, a 60 è un cappone, a 70 è un ragazzone, a 80 è nel pallone.

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Pecorino di Pietraroja PAT Campania

Formaggio di pecora a pasta morbida con struttura compatta e rarissime occhiature. Si differenzia dagli altri formaggi di latte di pecora per le dimensioni maggiori, in particolare per il diametro delle forme, che può raggiungere i 35 – 40 cm, con una altezza dello scalzo di 12 – 15 cm, e per l’uso della cosiddetta “acquazizza”, sorta di caglio liquido prodotto artigianalmente. Con l’avanzare della maturazione e con l’uso di diversi metodi, il sapore passa da dolce con pasta bianca e morbida ad una pasta più elastica con colore leggermente paglierino e sapore dolce ma più marcato, fino ad acquistare consistenza compatta e frattura a scaglie di colore paglierino più marcato, sapore deciso e tendenzialmente piccante. Alla vista si presenta di colore giallo paglierino deciso, lucido per l’applicazione di olio extravergine di oliva sulla crosta, con evidenti impronte delle fascere, fino al colore bruno delle forme più stagionate.

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Pecorino di Vitulano PAT Campania

Formaggio di pecora a pasta prima morbida, di colore paglierino chiaro, poi via via più consistente con la stagionatura, fino a diventare friabile alla frattura, con colore paglierino più marcato, sapore deciso e tendenzialmente piccante. Alla vista si presenta di colore giallo paglierino deciso, lucido per l’applicazione di olio extravergine di oliva sulla crosta, con evidenti impronte delle fascere, fino al colore bruno delle forme più stagionate. Le dimensioni sono variabili, ma non superano di norma i 30 cm di diametro ed i 10 – 12 cm di altezza dello scalzo. La resa è intorno al 22-23%.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 30° Tappa Rifugio Il Truc – Malciaussia

Rifugio Il Truc – Malciaussia Lasciato alle spalle il Rifugio Il Truc, ci si addentra in un ombroso lariceto, attraverso il quale, con percorso poco faticoso, si raggiunge la quota 1850 poco sotto la Grangia Vottero. Si prosegue verso E su percorso ondulato sino ad uscire dal bosco sulla strada sterrata che conduce all’Alpe Costa Rossa (q.1940), la si segue e, con breve risalita, si giunge ad una decisa deviazione verso N. Si prosegue, nuovamente nel bosco, in discesa sino allo stretto tornante che attraversa il Rio Rocciamelone. La pista sterrata a questo punto volge in direzione SE e, nuovamente in salita, termina nei pressi dell’Alpe Arcella ( q.2000). Si procede a questo punto su sentiero seguendo le indicazioni GTA e S.I. Il percorso raggiunge e supera un breve tratto boscoso ed infine, con costante salita perviene al bivio per il Rifugio Ca d’Asti. Si prosegue a destra (NE) e, dopo una breve ma intensa risalita, si giunge al panoramico traverso a mezza costa che permette di godere di una interessante vista sulla sottostante media Valle di Susa. Dopo aver raggiunto il rifugio privato Aurelio Ravetto, si tocca infine, affacciandosi sull’alta Valle di Viù a quota 2658, il Colle della Croce di Ferro. Si prosegue con una tranquilla discesa a tratti su strada lastricata scendendo verso l’invaso del lago di Malciaussia. Proseguendo da Pietramorta lungo la strada a fianco del lago si arriva al rifugio Vulpot.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 29° Tappa Susa – Rifugio Il Truc

Susa – Rifugio Il Truc Questa tappa è molto breve come distanza lineare, ma presenta un notevole dislivello (1200 metri all’incirca) sviluppandosi esclusivamente in salita lungo le ripide pendici del Monte Rocciamelone che sovrasta la città di Susa 3000 di dislivello metri più in alto. Considerando la durata abbastanza breve del cammino si può approfittare per visitare la bella città di Susa con le sue rovine di origine Romana. Si trovano ancora i resti di un anfiteratro e dell’acquedotto oltre all’Arco di Augusto perfettamente conservato. Secondo alcune ricostruzioni Annibale potrebbe essere passato proprio da qui dopo aver valicato il Col Clapier con i suoi elefanti. Anche il Museo Diocesano di Arte Sacra merita una visita. A seguire il percorso a piedi lungo un sentiero molto ripido per boschi.

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Caffè Michelangelo e i Macchiaioli (Firenze)

In questo ambiente molto vivace si iniziò a parlare di un nuovo modo di osservare e di dipingere,  abbandonando le raffigurazioni di eventi storici, ponendo attenzione al “vero” e rappresentando soggetti di vita quotidiana e paesaggi. I contatti tra la ricerca della “Macchia” toscana e la successiva “Impressione” parigina produrranno delle analogie, sia nel rifiuto della rigidità delle Accademie sia nella tecnica rivoluzionaria dei giovani pittori, che, vittime di critiche e derisioni, furono etichettati spregiativamente all’epoca gli uni Macchiaioli e gli altri Impressionisti

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 28° Tappa Rifugio Arlaud – Susa

Rifugio Arlaud – Susa Una tappa lunga ma di dislivello ridotto, prevalentemente in discesa, di trasferimento tra l’Alta e la Bassa Valle di Susa. Dal Rifugio Arlaud si scende al paese di Salbertrand in fondovalle. Da lì si svolta in direzione est percorrendo il fianco della valle dapprima in salita fino all’abitato di Eclause e poi in discesa con alcuni saliscendi lungo le frazioni che caratterizzano i lato sinistro idrografico. Dai paesaggi di alta montagna si scende alle quote più basse caratterizzate da vigneti di vitigni autoctoni fino a giungere a una vera e propria città, Susa, capoluogo dell’intera valle con un’importante storia che risale all’epoca degli antichi Romani.

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Pecorino di Laticauda PAT Campania

Il pecorino che si ricava dal suo latte è noto da tempo antichissimo; alla fine del XIV secolo erano celebri nella tradizione locale dei comuni del Fortore Beneventano i pecorini di laticauda, la cui bontà era dovuta, così come ancora oggi, alle erbe spontanee dei pascoli montani tra queste soprattutto al trifoglio ladino.

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Pecorino bagnolese PAT Campania

La pecora bagnolese o malvizza è una particolare tipo di ovino che viene allevato in provincia di Avellino e precisamente nel territorio del comune di Bagnoli Irpino. Dal latte della pecora bagnolese, nutrita esclusivamente con pascoli naturali in piccoli allevamenti lontani dai grandi insediamenti urbani si ricava il “casu’r pecora” il cosiddetto “pecorino di bagnolese”, un formaggio a pasta grassa e dura, di colore paglierino e di gusto piccante con una crosta dura e compatta, gialla tendente al marrone.

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