Fagiolo di Gallo Matese PAT Campania

Il fagiolo di Gallo Matese è un Ecotipo locale con baccello di colore ocra e dimensioni piccole; i legumi sono di colore bianco, piccolicon cicatrice ilare mediamente evidente, di forma depressa, reniforme non accentuata, buccia sottile, sapore delicato, elevata digeribilità la pianta a portamento rampicante, ad accrecimento indeterminato, alta 1 metro, tradizionalmente tutorata al mais rosso locale, fiore di colore bianco.

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Fagiolo di controne PAT Campania

Controne è un comune in provincia di Salerno dove si produce un tipo di fagiolo che prende il nome dal comune stesso. è un fagiolo piuttosto piccolo, rotondo e bianchissimo, senza macchie e senza occhi, particolarmente pregiato per l’alta digeribilità e tempi di cottura brevi dovuti alla buccia sottile; anche il baccello è di colore bianco. Si semina a maggio e si raccoglie a novembre ed è molto utilizzato per la realizzazione di piatti tipici locali. Ogni anno, l’ultimo fine settimana di novembre, Controne gli dedica una sagra, in quest’occasione è possibile acquistare i fagioli o degustare i piatti tipici della zona: fagioli al tozzetto, fagioli e scarola, pasta e fagioli, o lagana con i fagioli.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 40° Rifugio Bruno Piazza – Le Capanne

Rifugio Bruno Piazza – Le Capanne Con una tappa di media lunghezza e dislivello si procede verso il bacino della Dora Baltea, nell’isolato Vallone di Scalaro al confine con la Valle d’Aosta. Dal rifugio Bruno Piazza si scende verso l’abitato di Valchiusella dove a quota 1010 m si incontra il sentiero 719 che sale al Colle di Pian Spergiurati. Si sale nel bosco fino all’Alpe Lasas e poi per pascoli all’Alpe Pinacrosa. Prima di raggiungere il Colle di Pian Spergiurati si incontrano ancora l’Alpe Chiaromonte ed il Rifugio Chiaromonte. Dal Colle a quota 2036 m con un traverso in direzione nord si accede alla conca di Scalaro dove si scende per pascoli e alpeggi, lungo sentieri che tagliano la strada carrozzabile, fino all’agriturismo Le Capanne dove si pernotta.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 39°B Piamprato – Rifugio Bruno Piazza

Piamprato – Rifugio Bruno Piazza Percorso lungo e di notevole dislivello, soprattutto nella prima parte dove si incontra un tratto esposto ed attrezzato con catene (difficoltà EE) ed un altro alquanto scivoloso in caso di umidità. Saliti alla Bocchetta  delle Oche sotto il Monte Marzo si entra nella Val Chiusella e, con lunga discesa per pendii erbosi costellati da baite e ricoveri in pietra, si raggiungono i villaggi di Pasquere, Tallorno e Fondo con i loro caratteristici ponti romanici. Da Fondo si raggiunge il bel Borgo di Succinto e si sale ai Piani di Cappia dove inizia il cosidetto “Sentiero delle Anime” della tradizione popolare ricco di incisioni rupestri (una dozzina di siti corredati da pannelli illustrativi). La tappa termina al posto tappa Rifugio Bruno Piazza, nei pressi di una piuttosto conosciuta palestra di arrampicata.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 39° Campiglia Soana – Piamprato

Campiglia Soana – Piamprato Tappa di media lunghezza e buon dislivello che fa attraversare al Sentiero Italia la testata della Val Soana. Si tratta anche dell’ultima tappa nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922 sul territorio che precedentemente era riserva di caccia reale dei Savoia a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta. Il percorso conduce nei pressi del meraviglioso Pian dell’Azaria definito dallo scrittore Mario Rigoni Stern “luogo più bello del mondo”. Una ripida salita porta al Santuario di S.Besso oggetto di due pellegrinaggi all’anno ciascuno con partecipanti sia dal Piemonte che dalla Val d’Aosta e poi al Colle della Borra da cui si scende su Piamprato, altra borgata di Valprato Soana.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 38° Talosio – Campiglia Soana

Talosio – Campiglia Soana Con questo percorso lungo e di dislivello notevole, ci si sposta in Val Soana passando dallo splendido santuario di Prascondù intitolato alla Madonna di Loreto ed edificato nei pressi del punto in cui un giovane di Ribordone ebbe una visione della Madonna il 27 agosto del 1619. Da qui si imbocca il sentiero in direzione del Colle Crest dal quale si scende in direzione nord verso l’abitato di Ronco Canavese. Siamo nella piccola Val Soana, uno degli scrigni naturali del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Si prosegue lungo la sinistra orografica del Soana fino a Valprato, poi, scavalcato il torrente e attraversato il Capoluogo, si raggiunge la frazione  Chiesale e ci si inoltra nel vallone di Campiglia Soana fino a raggiungerla col suo Posto Tappa.

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Fagiolo di cera PAT Campania

Ecotipo locale con baccello cilindrico, leggermente schiacciato, di colore verde; seme (6-7 per baccello) di forma reniforme accentuata, con cicatrice ilare appena sottolineata da una sfumatura scura del colore, che uniforme, di avorio antico. dimensioni medie, buccia sottilissima, pasta bianca a grana fine; ricco di amido, con la cottura scurisce assumendo toni di marrone molto scuro; sapore tendenzialmente dolce, delicato, persistente. pianta a portamento eretto, sviluppo determinato e limitato, fiore viola chiaro.

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Fagiolo dente di morto PAT Campania

Il canonico Andrea Sarnataro, autore di un diario quotidiano degli avvenimenti in Acerra dal 1736 al 1771, che descrive anche i prodotti agricoli acerrani, menziona in più parti i fagioli bianchi, cannellini, in contrapposizione ai “mostrati” (così si definivano in dialetto i fagioli con l’occhio). La descrizione della coltivazione dei fagioli nelle campagne acerrane è riportata in più testi sulla storia della città, ma la più interessante e significativa del cosiddetto fagiolo “Dente di morto” si trova nella “Guida Gastronomica d’Italia” pubblicata dal Touring Club Italiano del 1931. Nella guida i fagioli sono indicati come la specialità di Acerra, al tempo esportata addirittura in America. il nome è legato al colore bianco opaco, simile appunto al colore dei denti di un morto.

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Fagiolo dell’occhio PAT Campania

Il fagiolo dell’occhio o “dell’occhietiello” è un legume coltivato nella Valle de Sele e negli Alburni, in provincia di Salerno, e in alcune zone dell’Avellinese. è detto così perché il suo seme di colore bianco presenta una tipica cerchiatura nera a forma di occhio in corrispondenza dell’ilo. I fagioli, le cui piante rampicanti scorgiamo nei campi appoggiate a quelle del mais da granella, possono essere raccolti freschi dalla prima quindicina di ottobre e secchi fino alla fine di novembre. Il fagiolo dell’occhio, ha un sapore molto caratteristico ed un tempo di cottura piuttosto breve, ragioni per le quali costituisce l’ingrediente principale di numerose ricette tradizionali della sua area di coltivazione, come le zuppe e le minestre di verdure.

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Fagiolo della regina di San Lupo PAT Campania

Ecotipo locale con baccello schiacciato, con 5-6 semi, seme di forma irregolare, depressa, poligonale; dimensione medio-piccola; colore nocciola molto chiaro, più scuro in corrispondenza della cicatrice ilare, buccia sottilissima, di elevata digeribilità; pianta a portamento rampicante, sviluppo indeterminato, fiore bianco con sfumature violacee.

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