Cece piccolo del Sannio PAT Campania

La coltivazione è costantemente presente nell’area dal tempo dei Sanniti (V-IV secolo a.C.); la tecnica colturale richiama la tecnica ancestrale praticata dai nostri trisavoli negli areali del Sannio. Le vecchie Masserie che caratterizzano gli areali interessati alla coltivazione sono una testimonianza della coltivazione di legumi destinata, a suo tempo, oltreché all’autoconsumo, a rifornire i mercatini locali. Grazie alla presenza di queste Masserie è possibile mappare non solo la tipologia delle coltivazioni, ma anche il livello organizzativo e produttivo praticato. In questi ultimi anni, si è attivata un’azione di recupero di semi antichi che vengono coltivati utilizzando le più moderne tecniche collegate a macchine che presentano una dotazione tecnologica ultramoderna. Ciò agevola notevolmente la coltivazione e l’attività imprenditoriale dei operatori interessati.

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Accensione a Fusione “una delle IMPRESE SCIENTIFICHE più impressionanti del 21° secolo”

Nel portare a termine una delle grandi sfide scientifiche più complesse del secolo scorso e completare un obiettivo tanto atteso per NIF, funzionari e scienziati hanno confermato che, per una frazione di secondo, i ricercatori LLNL hanno prodotto 3,15 megajoule (MJ) di produzione di energia di fusione utilizzando 2,05 MJ di energia laser erogata al bersaglio, dimostrando le basi scientifiche fondamentali per l’energia di fusione inerziale. I risultati sono stati sottoposti a revisione paritaria e verificati da parti esterne, hanno affermato gli scienziati.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 34° Pialpetta – Ceresole Reale

Pialpetta – Ceresole Reale Con questa tappa di lunghezza intermedia ma dislivello marcato, si passa dalle Valli di Lanzo alla Valle dell’Orco. Dalla frazione Pialpetta in Val Grande di Lanzo si affronta il sentiero in salita che nel bosco conduce all’abitato di Rivotti con alcuni attraversamenti della strada carrozzabile. Da qui ci si inoltra in un territorio di alta montagna caratterizzato da boschi di conifere, pascoli e alpeggi fino alle quote più elevate con brughiera e pietraie. Dal lago di Vercellino inizia l’ultima erta verso il Colle della Crocetta (2641 m) da cui si apre un panorama mozzafiato sul versante meridionale del Gran Paradiso. Nelle giornate limpide il Lago di Ceresole Reale è ben visibile 1000 metri di dislivello più in basso. Non resta che scendere dal sentiero ben segnalato. Per il pernottamento, si segnala il rifugio Massimo Mila che sorge sul lato occidentale del lago.

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Cece di Cicerale PAT Campania

Terra quae cicera alit, ovvero “terra che alimenta i ceci” è la frase che leggiamo accanto a una piantina di ceci sullo stemma del comune di Cicerale, in provincia di Salerno, e da cui, forse, il comune stesso ha preso il nome. Proprio perché il territorio è estremamente vocato alla coltura del cece, la sua coltivazione è antichissima e le sue regole produttive, quasi rituali, sono rimaste invariate nel tempo.

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Cece dell’Ofanto PAT Campania

II cece è una pianta molto semplice da coltivare che si adatta bene a tutti i tipi di terreno, anche quelli più poveri e non richiede irrigazione visto che le sue radici, soprattutto a maturazione completa, arrivano molto in profondità permettendole di resistere a lunghi periodi di siccità. AI contrario, aria e terreno eccessivamente umidi possono causare marciumi e malattie a carico sia dell’apparato vegetativo che dei frutti.

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Cavolo da minestra PAT Campania

Le foglie, raccolte scalarmente, sono prive di cuticola cerosa evidente il che le rende adatte al consumo umano, sia come ingrediente fondamentale di minestre, sia come mezzo estemporaneo di cottura (ad esempio, del parrozzo o anche delle salsiccie sotto la cenere). Diffusa nell’orticoltura di montagna, per la resistenza a gelate tardive ed al clima rigido.

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Cavolfiore gigante di Napoli PAT Campania

Il cavolfiore gigante di Napoli, come suggerisce il suo nome, è un ortaggio caratterizzato da un’infiorescenza di notevoli dimensioni, di colore bianco candido, che tende ad ingiallirsi se non viene raccolto al momento giusto e matura più del dovuto. La tipologia principale matura in autunno, ma ci sono varie specie che si raccolgono più tardi e prendono il nome dal mese di raccolta: gennarese, febbrarese, marzatico o aprilatico. Per lo più si prepara bollito e costituisce uno degli ingredienti principali dell’insalata di rinforzo, uno dei piatti natalizi più antichi della tradizione gastronomica partenopea.

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Castagna “ufarella” o “vofarella” PAT Campania

La castagna Ufarella potrebbe essere una delle varietà pregiate che Plinio colloca in Campania, in particolare la Tereiana: “Sono più buone da mangiare se tostate; vengono anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne»

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