Susina pazza, Scarrafona e Turcona PAT Campania

La coltivazione del susino nell’area Vesuviana risale ai secoli scorsi e tuttora sono presenti varietà di rinomata fama e di particolare pregio per le caratteristiche organolettiche dei loro frutti. Tra queste spiccano le varietà “Pappacona”, “Pazza”, “Turcona” e “Scarrafona” che hanno in comune le ottime qualità gustative, la ridotta serbevolezza ma anche una scarsa resistenza alle manipolazioni.

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Susina pappacona PAT Campania

Tra le più note varietà di susino ancora coltivate nelle aree flegrea e vesuviana, vi è la Pappacona, la cui denominazione è però impropriamente utilizzata commercialmente per citare l’intera categoria di susine tardive, oblunghe, a buccia scura e polpa verdastra. Per la verità di “Pappacona” esiste anche un ecotipo a buccia gialla. Alberi di Pappacona sono tuttora presenti anche nell’agro Nocerino e nella Valle dell’Irno.

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Susina Marmulegna PAT Campania

Tra le susine diffuse nell’area flegrea e nel casertano la varietà di maggior pregio commerciale è la “Marmulegna”. Essa prende il nome dalle venature presenti all’interno della sua polpa gialla, che ricordano quelle del marmo. Anche la buccia è gialla ed il frutto, di grandezza media e dalle ottime qualità organolettiche, ha un sapore molto forte ed aromatico ed è particolarmente resistente alle manipolazioni. La Marmulegna è in realtà un ecotipo derivante dalla cultivar americana Goccia d’Oro (Shiro) diffusa in Campania a partire dagli anni ‘60, che si è particolarmente adattata alle condizioni pedo-climatiche della Campania. Tuttora è la varietà estiva di susino più coltivata nelle province di Napoli e Caserta.

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Susina botta a muro PAT Campania

Il susino è molto diffuso in tutta l’area napoletana, in particolar modo nell’area flegrea dove sono coltivate ancora diverse varietà tradizionali. La “Botta a muro”, detta così perché ricorda, nella forma e nel colore, dei piccoli petardi, è una delle più diffuse. è di dimensioni medie e di colore violaceo. La polpa è tra il verde ed il giallo ed è molto saporita ed aromatica, la buccia è di un bel colore violaceo scuro. La Botta a muro, detta anche “settembrina nera” perché matura in questo periodo, è abbastanza resistente alle manipolazioni ed è utilizzata per la produzione di confetture. è tuttora molto richiesta sui mercati locali.

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Speuta PAT Campania

La speuta, detta anche “speutona”, è una graminacea coltivata nelle aree cerealicole dell’Avellinese, soprattutto presso Casalbore e Montecalvo Irpino, e del Beneventano e corrisponde alla triticum spelta, il farro maggiore utilizzato per la produzione di pani e minestre dalle popolazioni italiche. La pianta è costituita da culmo alto circa 1 metro e da una spiga di circa 8-10 centimetri leggermente arcuata a maturità. Ciascuna spiga presenta, approssimativamente 15 cariossidi, cioè chicchi, con una frattura vitrea o farinosa. è un cereale a semina autunnale e da secoli è utilizzato per la preparazione di pane e pasta nonché come alimento per ovini e bovini. Nella medicina tradizionale popolare era utilizzata per preparare decotti è utilissima per la soluzione di problemi gastroenterici, sia nell’uomo che negli animali.

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Sedano di Gesualdo PAT Campania

Il gambo e il ciuffo del sedano di Gesualdo si presentano di colore verde intenso. La base del gambo è più chiara quasi tendente al bianco. L’intensità del colore, tuttavia, dipende dall’esposizione delle piante alla luce solare nelle fasi di sviluppo. Il gambo, o costa, è pieno e tondeggiante con un diametro che varia dai tre ai sei centimetri, quindi più piccolo rispetto al sedano tradizionale. Al contrario, l’altezza è maggiore rispetto alle altre varietà di sedano presenti sul territorio, arrivando fino ai 100 centimetri.

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Sciuscillone PAT Campania

Trattasi di peperone a bacca piccola, molto diffuso nel comune di Teggiano (SA); presenta in generale una forma a corno tri o quadrilobata. Esso presenta una larghezza alla spalla variabile dai 2,1 ai 5,7 cm, una lunghezza che oscilla dai 16 ai 32 cm e terminante generalmente con l’apice stilare a punta, anche se vi è una grande variabilità anche di superficie che può essere più o meno liscia mentre il pericarpo è sempre spesso. Il frutto presenta un colore ante-maturazione verde, un portamento eretto nella parte apicale ed orizzontale/semi-prostrato in quella basale (con molta probabilità a causa del peso della bacca) con una sinuosità a livello del pericarpo molto variabile. Il colore della bacca a maturazione, invece, è un rosso tendente in alcuni casi al rosso-bruno con una media brillantezza.

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Scarola bianca riccia schiana PAT Campania

La scarola bianca riccia schiana, detta anche “paparegna”, è un tipo di scarola coltivata nell’intero territorio provinciale napoletano; fa, infatti, parte delle produzioni ad altissima intensità colturale, patrimonio dell’agro sarnese nocerino riconosciute e richieste dai consumatori più attenti dell’area napoletana. è molto rustica e presenta un cespo grosso e pieno con foglie dal sapore croccante e leggermente amarognolo. Si produce in autunno o inverno ed i suoi cespi, quindici giorni prima della raccolta, vengono legati con paglia, giunchi o rafia per l’imbiancamento, operazione che deve essere effettuata dopo circa 10 giorni e dopo una giornata soleggiata in modo che le foglie interne siano asciutte ed evitare che possano marcire in alcuni punti. è detta “riccia” e “schiana”, cioè “piana” perché presenta una foglia larga ma dai margini molto frastagliati. è l’ingrediente fondamentale per la preparazione della pizza di scarole.

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Risi di Casalbuono PAT Campania

Ecotipo di fagiolo rampicante, seminato in consociazione con il mais che ne costituisce il tutore. In alternativa, 4-5 semi sono disposti a cerchio all’interno di una stessa buca (Hoffa) con al centro una “mazza” tutore di legno, che fa da appiglio per la pianta. In alcuni casi l’uso delle reti di nylon sostenute da tutori di legno, disposti a 2 m di distanza sulla fila, rappresenta una valida alternativa alla consociazione con il mais.

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