Biscotti di mosto PAT Marche

Biscotti di Mosto Mosto di giornata, farina di grano tenero, olio di oliva, zucchero, anice, lievito naturale. Ha forma di panetti di peso variabile tra i 50 e 150 gr, di colore bruno. La farina viene impastata con il mosto e gli altri ingredienti. La massa si lascia fermentare per alcune ore poi si formano dei panetti che, dopo breve riposo si cuociono al forno. Il panetto può essere consumato appena si raffredda, oppure può essere tagliato a fette e biscottato.

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Paesaggio storico della Bonifica Leopoldina in Valdichiana

L’area candidata si estende per 23707 ettari, includendo 12 comuni: Castiglion Fiorentino, Chiusi, Civitella in Valdichiana, Cortona, Foiano, Lucignano, Marciano, Montepulciano, Monte San Savino, Sinalunga, Torrita di Siena. Il paesaggio era già intensamente coltivato in epoca etrusca. L’iscrizione al registro riguarda il reticolo di fossi e canali realizzato con le opere di bonifica iniziate in seguito all’impaludamento generatosi alla caduta dell’Impero Romano per l’interruzione delle pratiche di regimazione idraulica. Le attività di bonifica iniziate già dal XV secolo, con studi a cui si dedicò anche Leonardo da Vinci, si conclusero solo nella prima metà del XIX secolo consentendo lo sviluppo di una economia di tipo mezzadrile.

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Vini di Calabria
ARGHILLÀ IGP

I vini a Indicazione Geografica Protetta “Arghillà” rossi si caratterizzano per un colore rosso rubino, cui si accompagna un profumo vinoso e un sapore intenso. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è pari al 12,00% vol. La versione rosso novello si distingue per il colore rosso carico, l’odore fruttato ed il sapore armonico, con un titolo alcolometrico minimo di 11,00% vol. Il rosato, invece, presenta un colore rosa più o meno intenso, abbinato ad un profumo fine, caratteristico e ad un gusto fresco, armonico. Il titolo alcolometrico minimo è pari a 12,00% vol. Il rosato novello, infine, si distingue per un odore fruttato e per l’indice alcolometrico minimo pari a 11,00% vol.

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ARGHILLÀ IGP

Pino dell’Himalaya, Pinus wallichiana

Questo albero è spesso conosciuto come pino del Bhutan, (da non confondere con il pino bianco del Bhutan recentemente descritto, Pinus bhutanica, una specie strettamente imparentata). Altri nomi includono pino blu, pino dell’Himalaya e pino bianco dell’Himalaya. In passato, era noto anche con nomi botanici non validi Pinus griffithii McClelland o “Pinus excelsa” Wall., Pinus chylla Lodd. quando l’albero divenne disponibile attraverso il commercio di vivai europeo nel 1836, nove anni dopo che il botanico danese Nathaniel Wallich (1784 ~ 1856) introdusse per la prima volta i semi in Inghilterra.

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