Il ravanello

Il nome generico (Raphanus) deriva dalla voce greca raphanos (e successivamente dal latino raphanus) che a sua volta è collegata alla radice greca raphys (“rapa”) e al persiano antico rafe, il cui significato approssimativo è “rapida apparizione”, alludendo alla rapida germinazione dei semi di queste piante; ma la parola raphanos potrebbe anche avere un collegamento a un’altra radice greca: raphis, il cui significato è “rafide” o “ago”, alludendo in questo caso alla forma sottile e allungata di alcune radici di queste piante.

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Cottage sul capo roccioso

Il progetto da realizzare è stato quello di ristrutturare completamente questo casolare e di ampliarlo per renderlo uno spazio aperto, fluido e luminoso che sfrutti gli splendidi panorami che si affacciano sul lago. La vicinanza alla riva ha portato gli architetti a progettare l’ampliamento in alto piuttosto che sui lati. Solo il portico schermato è stato aggiunto a livello del suolo. La sfida era su come aggiungere un pavimento a questa tipica baita di tronchi con il suo tetto spiovente senza snaturarla e perdere la sua origine.

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La pittura del Trecento in ITALIA – GIOTTO di Bondone

I primi anni del pittore sono stati oggetto di credenze quasi leggendarie fin da quando egli era in vita. Giorgio Vasari racconta come Giotto fosse capace di disegnare una perfetta circonferenza senza bisogno del compasso, la famosa “O” di Giotto. Si narra inoltre che Cimabue avesse scoperto la bravura di Giotto mentre disegnava delle pecore con del carbone su un sasso, aneddoto riportato da Lorenzo Ghiberti e da Giorgio Vasari. Altrettanto leggendario è l’episodio di uno scherzo fatto da Giotto a Cimabue dipingendo su una tavola una mosca: essa sarebbe stata così realistica che Cimabue tornando a lavorare sulla tavola avrebbe cercato di scacciarla. Le novelle raccontano verosimilmente soprattutto la grande capacità tecnica e la naturalezza dell’arte di Giotto.

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COSTA D’AMALFI DOP

Tutte le tipologie di vini Costa d’Amalfi bianchi vengono prodotti utilizzando uve da vigneti composti per almeno il 40% da vitigni Falanghina e/o Biancolella. Alla restante parte possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Salerno. I rossi e il rosato, invece, sono realizzati con un minimo di 40% di Piedirosso, unito all’Aglianico o allo Sciascinoso che da soli o congiuntamente possono rappresentare il 60% del totale.

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COSTA D’AMALFI DOP

Vini della Campania
COSTA D’AMALFI DOP

Il Bianco (titolo alcolometrico volumico totale minimo 10% vol.) è paglierino, con odore delicato e gradevole e sapore di giusto corpo, asciutto e armonico. La variante passito (17% vol.) vira sul dorato, che invecchiando si fa ambrato; il profumo è caratteristico e fruttato, il sapore dal secco al dolce. Lo Spumante (11,5% vol.) è paglierino con riflessi verdognoli o dorati e una spuma fine e persistente; l’odore è fragrante, con delicato sentore di lievito; al palato risulta sapido, gradevole e armonico, da extrabrut a brut. Il Rosso (10,5% vol.) è rubino, con odore vinoso e sapore asciutto di medio corpo e giustamente tannico. Il Passito (17% vol.), che invecchiando diventa granato, ha odore intenso e gradevole, sapore armonico, dal secco al dolce. Infine il Rosato (10,5% vol.) ha profumo fruttato e sapore secco, fresco e delicato.

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COSTA D’AMALFI DOP

Cucina tipica della tradizione Novarese
OCA CON LE VERZE

Cucinare l’Oca con le Verze vuol dire servire in tavola un elegante portata di carne, colma di gusto e sapore. Non si tratta di una pietanza convenzionale, ed in più richiede una precisa modalità di cottura per impedire che le carni diventino troppo dure o che rimangano crude. Se però trattate in maniera ottimale il risultato finale sarà degno dei più alti contesti e delle cucine più rinomate, in grado di rendere al meglio e regalare grandi soddisfazioni a tutti.

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OCA CON LE VERZE