Pratica agricola tradizionale: La Transumanza

La pratica tradizionale “La Transumanza” riassume le modalità di esecuzione, l’area geografica di diffusione, le principale fasi di lavoro, gli strumenti legati alla pratica, le razze e le varietà di bestiame utilizzate, i principali fattori di minaccia per il suo mantenimento. In generale, la transumanza è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale), percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi.

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Il paesaggio policolturale di Trequanda

Il paesaggio agrario del comune di Trequanda costituisce un importante esempio del paesaggio tradizionale olivicolo della campagna senese in cui convivono sia aree olivicole sia importanti esempi dell’appoderamento mezzadrile caratterizzati da un ordinamento produttivo misto.  
L’area è situata al confine tra la Val d’Orcia e le Crete Senesi. Dal punto di vista paesaggistico storicamente si potevano individuare tre sistemi principali: gli oliveti, i seminativi arborati (generalmente con olivi) e i boschi. Praticamente assenti erano i vigneti specializzati. Dal punto di vista tecnico, economico e gestionale questi sistemi erano fortemente integrati tra loro contribuendo, sia pure in modo diverso, all’economia del settore primario. Si tratta pertanto di elementi diversi di un mosaico paesaggistico sostanzialmente unitario.

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Paesaggio Agrario della Piana degli Oliveti Monumentali di Puglia

Il paesaggio agrario della Piana degli oliveti monumentali di Puglia costituisce un esempio, per certi versi unico, di permanenza del paesaggio olivicolo in cui non solo alcuni olivi risalgono all’epoca romana, ma è stato conservato l’impianto colturale degli antichi oliveti e l’antica varietà Ogliarola Salentina. Gli olivi sono dei veri e propri monumenti vegetali di straordinaria suggestione estetica e contribuiscono significativamente al miglioramento della biodiversità dei coltivi.

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Paesaggio del Prosecco superiore – Le colline di Conegliano Valdobbiadene

Le colline di Valdobbiadene – Vittorio Veneto costituiscono una zona di antica diffusione della viticoltura in cui si è conservato in larga misura l’assetto paesaggistico storico così come visibile nelle perticazioni risalenti al diciassettesimo e diciottesimo secolo e nelle foto di inizio Novecento. La peculiare morfologia dei colli, costituiti da un sistema di cordoni collinari disposti in senso estovest alternati a profonde incisioni vallive, ha fatto sì che nei ripidi pendii esposti a sud fosse coltivata la vite, i versanti posti a nord fossero occupati da boschi, mentre la sommità dei colli fosse occupata da prati e da pascoli.

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I paesaggi silvo-pastorali di Moscheta

Il paesaggio silvo-pastorale di Moscheta è un esempio significativo del ruolo storico dei monasteri nella gestione del territorio appenninico a partire dall’anno Mille. L’area si sviluppa attorno all’abbazia fondata intorno al 1037 da san Giovanni Gualberto, alla quale  nel 18° secolo è subentrata una gestione organizzata secondo lo schema della fattoria mezzadrile toscana, di cui  si conservano ancora alcuni edifici rurali.

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Paesaggio Rurale: Colline Vitate del Soave

Le colline del Soave sono un paesaggio storico caratterizzato dalla coltura della vite che affonda le sue radici nel periodo romano, la cui matrice viticola giunge a completa maturazione nel periodo ottocentesco. L’area possiede anche notevoli valori estetici e panoramici, soprattutto in relazione alla avanzata della urbanizzazione nella pianura che si estende a sud dell’area collinare.

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La piantata Veneta

La piantata è una pratica colturale antichissima di coltivazione della vite testimoniata già in epoca etrusca e romana. Si tratta di una tipica forma di agricoltura promiscua in cui gli appezzamenti coltivati sono delimitati da filari di viti maritate ad alberi d’alto fusto. In passato erano presenti vari tipi di specie arboree (l’olmo, l’acero, il salice, alberi da frutto, ecc.), ma, a seguito della diffusione della bachicoltura, si è affermata la presenza del gelso le cui foglie venivano impiegate per alimentare i bachi. Dal punto di vista colturale, la piantata si associava spesso a peculiari sistemazioni idraulico-agrarie quali, ad esempio, il cavalletto. In questo caso il filare di viti maritate si trova su una porca di larghezza variabile, tenuta a prato e separata dai coltivi da una o due piccole affossatture

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Parco regionale storico agricolo dell’olivo di Venafro

Venafro è un paesaggio olivicolo di eccezionale valore e persistenza storica. L’olivicoltura rappresenta da più di due millenni l’elemento centrale della identità culturale della popolazione mantenendo il complesso dei valori legati alle caratteristiche del prodotto e al paesaggio storico dell’Appennino meridionale. Tali valori sono oggi assicurati da una importante istituzione quale il Parco Storico Agricolo dell’Olivo le cui finalità si pongono come modello di valorizzazione del paesaggio rurale italiano.

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La tradizione dell’allevamento del cavallo lipizzano IHC Unesco

Allevamento del Cavallo di razza Lipizzana.
L’allevamento consiste nella riproduzione, allevamento, ammansimento, doma e addestramento del cavallo di razza Lipizzana secondo le pratiche tradizionali della razza rivedute alla luce delle moderne conoscenze di genetica, etologia, benessere animale e tecnica equestre

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Le colline terrazzate della Valpolicella

La Valpolicella è una vasta zona che confina a est con Verona e a ovest con la Valdadige dalla quale la divide la dorsale del monte Pastello. Segnano il limite nord dell’area le Prealpi della Lessinia, mentre segna il confine sud la sponda sinistra dell’Adige. All’interno di tale macro-spazio, ai fini della domanda di candidatura, si è considerata la zona del medio versante collinare che, per la maggior parte, coincide con l’ambiente rurale coltivato a viti, olivi e frutteti, dell’intero comprensorio della Valpolicella.

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