Fusillo di felitto PAT Campania

U’ fusillu prodotto a Felitto, in provincia di Salerno, è un cilindro di pasta cavo, lungo dai 18 ai 22 cm che si prepara a mano, utilizzando uova, farina, sale acqua, olio d’oliva, e l’ausilio di un ferro sottilissimo a 4 facce.La sua origine è antichissima e legata ad una leggenda: si narra che nel XVI secolo, durante un assedio della cittadina durante il quale gli abitanti resistevano da oltre 10 giorni, il comandante chiese alle donne di cucinare qualcosa con i prodotti che avevano a disposizione, cosicché le donne, prepararono, per la prima volta il “Fusillo di Felitto” con uova e farina.

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Sentiero Italia CAI Umbria Marche 12 Isola fossara – Chiaserna

Isola Fossara – Chiaserna Con una tappa piuttosto lunga e di abbondante dislivello si entra in territorio marchigiano ai piedi del Monte Catria. Da Isola Fossara una prima salita porta al Piano Sant’Angelo da cui si scende fino al fiume Cesano dove una seconda salita porta a superare Fonte Avellana fino al crinale che si segue fino nei pressi della Rocca Balarda. Tenendosi al di sotto della cima del Monte Catria, si passa dal Rifugio della Vernosa prima di iniziare la discesa verso il Monte Acuto e lungo le sue pendici fino all’abitato di Chiaserna.

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Fusillo avellinese PAT Campania

Il fusillo avellinese é un formato di pasta di forma elicoidale caratterizzata da un colore giallo oro molto tenue dovuto al suo ingrediente principale: la semola di grano duro.
II fusillo al tatto risulta ruvido, caratteristica che gli permette di trattenere qualsiasi tipo di condimento, dal ragù ai pomodorini freschi.

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Fresella beneventana PAT Campania

Nel passato la fresella beneventana veniva preparata solo nel periodo pasquale, sia in famiglia che dai panifici artigianali; viene consumata con formaggi e salumi locali, in particolare con la sopressata, o in abbinamento con verdure o con la minestra maritata. Oggi la fresella viene preparata tutto l’anno secondo la metodologia tradizionale L’origine del nome è incerta ma è di probabile derivazione latina, ed in particolare dal verbo “frangere” ovvero ridurre in piccoli pezzi con le mani; infatti la fresella, essendo morbida, viene spezzata con le mani. Il legame storico culturale con la città di Benevento è secondo la credenza popolare legata alla forma stessa della fresella, che richiama le braccia conserte di alcune statue della dea Iside rinvenute a Benevento. Benevento infatti risulta essere nell’antichità il maggior centro di ritrovamenti archeologici egizi dopo Roma ed è noto che durante l’impero di Diocleziano vi fosse un tempio dedicato alla dea, che è stato ricostruito presso un museo locale.

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Folloviello PAT Campania

I follovielli sono dei fagottini di foglie di agrumi ripieni di uva sultanina e di arancia condita; sono una specialità della penisola Sorrentina, dove sono chiamati anche “follarelli” o “fogliarelli”. Sono preparati da novembre a gennaio e il loro procedimento di preparazione vuole che l’uva sia bollita nel vino e che venga avvolta insieme a dell’arancia candita in foglie di agrumi legate con la rafia. Prima di essere serviti, i follovielli devono essere lasciati in forno perché si asciughino. Probabilmente il loro nome deriva dal latino: da “folium volvere”, che vuol dire “avvolgere la foglia”, oppure da “follare”, cioè “pigiare” oppure, secondo un etimo popolare più incerto, da “folliculus”, parola che vuol dire sacchetto, guscio. La ricetta è antichissima, risale al periodo romano, anche se allora si utilizzavano come involucro le foglie di fico, platano e vite, poi sostituite da quelle di agrumi.

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Divino amore PAT Campania

Questi gustosi dolcetti fanno parte della tradizione gastronomica natalizia napoletana, vennero preparati per la prima volta dalle monache dell’omonimo convento del Divino Amore che si trovava a via San Biagio dei Librai, detta Spaccanapoli a Napoli, in onore, della madre di Carlo II d’Angiò. Del convento, oltre questo dolce, oggi è rimasto soltanto il chiostro monumentale, che è annesso all’Ospedale degli Incurabili.

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Delizia al limone PAT Campania

La delizia al limone è un dolce relativamente giovane rispetto alla maggior parte di quelli facenti parte della tradizione dolciaria campana; originario delle due costiere, quella Sorrentina e quella Amalfitana, è stato, infatti, inventato negli anni ’70. Si presenta come un piccolo dolce di pan di Spagna rivestito e ripieno di panna e crema al limone. Si ottiene realizzando una pasta tipo bignè, di grandezza variabile a secondo delle zone che, una volta cotta in forno, viene riempita con una crema realizzata con latte, farina, tuorli d’uovo, limoni, zucchero, panna, e guarnita con la stessa crema al limone e con panna montata. è un dolce che va consumato freschissimo e non può essere conservato per un tempo superiore alle tre ore; per lo più viene offerto in occasioni festive, come per esempio i matrimoni, dove molto spesso sostituisce la torta.

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