Palazzina Marfisa d’Este (Ferrara)

La Palazzina Marfisa d’Este fu edificata intorno al 1559 per volontà del marchese Francesco, figlio di Alfonso I d’Este e di Lucrezia Borgia. Dimorando nel vicino e sontuoso Palazzo Schifanoia, egli progettò di costruire per sé una residenza estiva con giardini esclusivi e ambienti principeschi. A questo scopo, nel 1572 acquistò anche il palazzo quattrocentesco (oggi denominato Palazzo Bonacossi) confinante a sud con il boschetto dell’attuale Palazzina e vi fece erigere l’elegante Loggia del Cenacolo, affinché fosse in relazione prospettica con la loggetta della Palazzina medesima, e i due edifici costituissero idealmente un unico corpo architettonico (l’ubicazione e la rappresentazione territoriale dei Palazzi sono facilmente identificabili nella mappa del 1747 di Andrea Bolzoni, Pianta ed alzato della città di Ferrara).

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Sciusciello PAT Campania

Lo sciusciello di Pellezzano, in provincia di Salerno, un tempo era il componente principale dell’alimentazione contadina; oggi è un alimento tradizionale a cui sono dedicate anche alcune manifestazioni estive. di un gustoso pane di farina di grano integrale, sale, acqua e lievito di birra, impastato in maniera molto semplice, farcito, e cotto in forno a legna. Lo sciusciello deve il suo nome al “sciuscio” cioè il soffio che i gas producono fuoriuscendo dal foro che si crea sulla superficie gonfia del pane, cavo all’interno e con rilievi disomogenei sull’intera superficie. Di colore bianco-cenere è butterato da maculature scure dovute alla cottura. Lo sciusciello classico viene farcito con strutto di sugna e pepe, ma il ripieno contempla alcune varianti come formaggio filante, carne, salumi, verdure, cioccolata, patate con quant’altro possa deliziare i palati più esigenti.

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Biodiversità: Cereus pedunculatus

Anemone dal corpo tubulare che si allarga alle due estremità: nella parte basale presenta un disco adesivo, nella parte apicale un disco orale molto sporgente e spesso lobato, munito di circa 700 tentacoli delicati, piuttosto corti e anellati da bande chiare e scure, disposti in otto file. Vive su fondi duri (rocce, pietra, alghe coralline), più comune nelle strette fessure delle pozze di marea; presente dalla superficie fino a 30 m, ma è stata rinvenuta anche oltre i 90 m di profondità. Dagli anfratti, in cui spesso vive, sporge solo con la corona di tentacoli. La parete del corpo é provvista, nella metà superiore, di numerose verruche biancastre irregolari che spesso trattengono piccoli corpi estranei (frammenti di alghe, pietre o gusci di conchiglie).

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Sentiero Italia CAI Toscana ed Emilia Romagna 04 Verghereto – Badia Prataglia

Verghereto – Badia Prataglia Tappa intermedia per lunghezza e dislivello che porta il Sentiero Italia nel Parco delle Foreste Casentinesi. Da Verghereto in direzione sud ovest si passa sopra il tunne della Statale Tiberina e si torna sul confine tra Emilia Romagna e Toscana all’altezza del Passo Rotta dei Cavalli a quota 1172 metri. Da qui lungo il crinale si punta la cima del Montalto che non si raggiunge aggirandola da sud e si prosegue verso il Monte Zuccherodante. Anche questa cima si aggira dal lato meridionale procedendo verso ovest fino al valico stradale del Passo dei Mandrioli. In discesa lungo una valle boscosa si giunge alla strada carrozzabile della Val di Corezzo che conduce a Badia Prataglia.

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Scialatiello PAT Campania

Alla fine degli anni ’60, lo chef amalifitano Enrico Cosentino ha preparato per la prima volta gli scialatielli. Si tratta di un tipo di pasta fatta a mano di una forma che ricorda un fusillo, ma più corto e più schiacciato; gli ingredienti degli scialatielli sono farina, latte, uova, basilico, olio extra vergine d’oliva, sale, pepe di mulinello e pecorino grattugiato. Tutti gli ingredienti sono lavorati a mano e poi lavorati per realizzare la pasta, che va lasciata riposare e tagliata a listarelle di circa 10 cm di lunghezza; il condimento “originale” degli scialatielli sono senz’altro i frutti di mare rosati da qualche pomodorino. Dal giorno della loro ideazione ad Amalfi, gli scialatielli si sono diffusi in tutta la Costiera e, pur essendo un piatto di recente ideazione, soprattutto se paragonato con la maggior parte di quelli campani, sono entrati a pieno titolo nel novero delle specialità tradizionali.

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Scazzatiello o cavatieddu PAT Campania

Il comune di Castel San Lorenzo, in provincia di Salerno, è la patria dello “scazzatiello”, detto anche “cavatieddu”, un tipo di pasta fatta a mano che ricorda, nella forma, una piccola valva di conchiglia, ma con una concavità centrale molto pronunciata.

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Scanata del Sannio PAT Campania

La metodologia di produzione è ampiamente diffusa in tutte le aree rurali del Sannio; alcuni fanno risalire l’etimologia della parola scanata dal greco ìscanan = raffreddare; in realtà sembrerebbe più logica la derivazione della parola scanata dalla contrazione di scanestrare, quindi “estrarre dal canestro” dato che proprio questa fase viene definita dai panificatori come “scanare”.

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Biodiversità: Caulerpa racemosa

La Caulerpa racemosa è un’alga di colore verde pallido, consistente al tatto, caratterizzata da lunghi stoloni, dai quali partono ramoscelli di pochi centimetri simili a racemi, (da cui il nome della specie).Tra le specie appartenenti al genere Caulerpa, questa è quella con più alta variabilità morfologica. Migrante lessepsiano, C. racemosa è di origine tropicale, penetrata nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. È una specie poco esigente, con un tasso di crescita molto alto ed una elevata adattabilità, capace di insediarsi e svilupparsi anche in presenza di un forte disturbo antropico. Preferisce fondali sabbiosi e melmosi a scarsa profondità, dove forma vere e proprie praterie sottomarine, entrando in competizione con specie autoctone.

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