Cartellate con mosto PAT Campania

Nella zona della Penisola Sorrentina, in provincia di Napoli, nel periodo immediatamente successivo alla vendemmia si prepara da sempre un dolce detto “cartellata”. L’etimologia del nome è piuttosto incerta, alcuni la rimandano al latino tardo “cartellus” o “cartallus” che vuol dire “canestro”, in riferimento alla sua tipica forma, che richiama alla mente quella di una cesta intrecciata. Le cartellate sono sottili strisce di pasta ottenuta dall’impasto di farina ed uova, arrotolate in vario modo e poi fritte; dopo la cottura, si procede a ciò che dà loro il tocco finale, l’immersione nel mosto bollente. Benché si cominci a prepararle in autunno, dopo la vendemmia, poiché si conservano per lungo tempo in grandi vasi di vetro o nella tradizionali scatole di latta per biscotti, vengono considerate un dolce tipicamente natalizio.

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Cannolo irpino PAT Campania

II cannolo irpino è un dolce di forma cilindrica lungo 10-12 cm e con diametro di circa 2-3 cm. Esternamente presenta una croccante cialda dorata, tempestata di piccole bollosità, dovute alia frittura in olio, e una copertura di zucchero a velo. Particolari sono Ie estremità di questo cannolo che da una parte presenta la granella di nocciole, daII’altra i fichi di San Mango canditi.

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Cannolo cilentano PAT Campania

Prodotto dolciario formato da un involucro di pasta, cilindrico, lungo circa 10-12 cm e con diametro pari a 2-3 cm, croccante, con bollosità legate alla cottura per immersione in olio bollente, con farcitura di crema pasticcera, a volte con parte della crema al cacao.

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Cannazze PAT Campania

Le origini delle cannazze risalgono al 700: a Calitri infatti già nel 1749 esisteva una manifattura che si serviva di canne sulle quali veniva messa la pasta ad asciugare. Era un’attrezzatura la cui vendita risulta da un atto del notaio calitrano Eligio Rinaldi datato 26 settembre 1749 ed installata all’epoca nella casa bassa davanti la chiesa parrocchiale di San Canio, che fu il primo pastificio di Calitri a produrre le cannazze. Tradizionalmente nato come piatto del contadino, il ragù veniva preparato con carne di gallina vecchia che richiedeva una cottura molto lunga (cannazze e cut acuta). Con il passare del tempo divenne sempre più il piatto della festa in particolare dei matrimoni a causa di tutta una serie di simbolismi legati al rito stesso. In calitrano, infatti, la sposa e lo sposo sono chiamati zita e zito. L’involtino legato dallo spago richiama alla mente il ballo r’ li zit durante il quale gli sposi ballano stretti stretti circondati da parenti ed amici che li avvolgono con stelle filanti (r’zaharèggh).

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Calzone PAT Campania

Il calzone è generalmente percepito come una varietà della classica pizza tonda ma, secondo alcuni, ne rappresenta un antenato, visto che le prime pizze di cui si ha notizia risalgono a tempi antichissimi e consistevano in una preparazione a base di pasta pura coperta con i condimenti, ripiegata in due e cotta su pietre riscaldate: si trattava, insomma, di un calzone. Il calzone, detto anche “ripieno”, che oggi viene servito in tutte le pizzerie partenopee è una sorta di fagotto realizzato con la stessa pasta della pizza. La pasta, a base di farina di grano tenero, acqua, lievito di birra fresco e sale, viene lavorata e riempita, secondo la ricetta originale, con ricotta, cicoli e pepe nero macinato e poi cotta per qualche minuto in forno a legna. Accanto al calzone “ortodosso” esistono numerose varianti che concernono la varietà dei condimenti che col tempo si è molto ampliata e variegata: spesso il ripieno viene servito con mozzarella, basilico, pomodoro e altri salumi.

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Calzoncelli PAT Campania

I calzoncelli, detti anche “pasticelle di Natale”, sono dei dolci che vengono confezionati, durante il periodo natalizio in tutta la regione, ed in particolare nella provincia di Salerno, nel Sannio Beneventano ed in Irpinia. Sono dei piccoli fagottini fritti di sottilissima pasta preparata con farina, zucchero, vino bianco, sale e uova, confezionati a forma di mezzaluna o rotondi e ricoperti di zucchero a velo. Il ripieno dei calzoncelli è costituito da prodotti locali: cioccolato, pinoli, pere secche, cacao, caffé, aromi, e purea di castagne, il tutto con aggiunta di zucchero. Il bordo delle pasticelle è irregolare e può avere diverse forme dettate dalla fantasia; il gusto è fortemente caratterizzato dalla purea di castagne, che ne costituisce l’ingrediente caratteristico, tanto che spesso non si aspetta il periodo natalizio per prepararli, ma si comincia con la prima caduta delle castagne.

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