Calzone PAT Campania

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania

Il calzone è generalmente percepito come una varietà della classica pizza tonda ma, secondo alcuni, ne rappresenta un antenato, visto che le prime pizze di cui si ha notizia risalgono a tempi antichissimi e consistevano in una preparazione a base di pasta pura coperta con i condimenti, ripiegata in due e cotta su pietre riscaldate: si trattava, insomma, di un calzone.

Il calzone, detto anche “ripieno”, che oggi viene servito in tutte le pizzerie partenopee è una sorta di fagotto realizzato con la stessa pasta della pizza. La pasta, a base di farina di grano tenero, acqua, lievito di birra fresco e sale, viene lavorata e riempita, secondo la ricetta originale, con ricotta, cicoli e pepe nero macinato e poi cotta per qualche minuto in forno a legna.

Accanto al calzone “ortodosso” esistono numerose varianti che concernono la varietà dei condimenti che col tempo si è molto ampliata e variegata: spesso il ripieno viene servito con mozzarella, basilico, pomodoro e altri salumi.

Territorio di produzione

Napoli e intera regione Campania

Pasticella di Acerno PAT Campania

La Pasticella è un prodotto artigianale della tradizione natalizia Acernese (anche se oggi è diventato un dolce presente quotidianamente nelle pasticcerie di Acerno), la cui preparazione nelle famiglie inizia a fine novembre quindi subito la fine del periodo di raccolta delle castagne. Si tratta di una sfoglia dolce farcita di castagne, cioccolato, caffè e anice,…

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Divino amore PAT Campania

Questi gustosi dolcetti fanno parte della tradizione gastronomica natalizia napoletana, vennero preparati per la prima volta dalle monache dell’omonimo convento del Divino Amore che si trovava a via San Biagio dei Librai, detta Spaccanapoli a Napoli, in onore, della madre di Carlo II d’Angiò. Del convento, oltre questo dolce, oggi è rimasto soltanto il chiostro…

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Sfogliatella Santa Rosa PAT Campania

Al dolce fu data la caratteristica forma del cappuccio monacale per essere, poi, adagiato nel forno caldo. Il dolce fu chiamato “Santa Rosa” in onore della santa alla quale era intitolato il monastero. Ne furono prodotte altre per le famiglie di Conca e quelle benefattrici degli altri centri costieri. Questa usanza fu ripetuta ogni anno…

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