Provolone vaccino PAT Lazio

La produzione del provolone, formaggio a pasta filata dura, ottenuto dalla trasformazione del latte vaccino, ha origine meridionale, ma le sue peculiarità hanno fatto sì che la lavorazione si difondesse anche in altre regioni d’Italia, fra cui il Lazio. La lavorazione del Provolone vaccino, attraverso un processo più tradizionale, che vede ad esempio l’uso del latte crudo e l’ausilio di latto-innesto, conferisce a questo formaggio un aspetto “originale”, se messo a confronto con quei formaggi ottenuti mediante processi fortemente standardizzati.

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Provola di vacca semplice e affumicata PAT Lazio

Formaggio a pasta filata dura tradizionalmente stagionata oltre 30 giorni fino a 6 mesi. Recentemente viene commercializzato anche fresco nella tipologia primo sale a seguito di 1-2 giorni di asciugatura. Ha la forma classica ovoidale o tronco-conica; la crosta, lucida e liscia, è di colore giallo paglierino nella provola bianca o color ambra in quella afumicata. La pasta interna è di color avorio, compatta. Ha odore delicato e sapore dolce quando è fresca, diventa sapida e piccante quando è stagionata. Pezzatura da 2 a 3 kg.

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Il Neoclassicismo

La seconda metà del 700 e l’intera età napoleonica furono segnate da un grande movimento culturale noto come NEOCLASSICISMO. Si apre una nuova stagione classica che recupera i valori estetici dell’antichità opponendosi alle bizzarrie del Barocco e soprattutto del Rococò Francese. Come con il Rinascimento, seguendo gli antichi si cerca di creare un rapporto felice tra uomo e natura.

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Provola di bufala semplice e affumicata PAT Lazio

Si tratta di un formaggio a pasta filata, di consistenza tenera o semi-dura, a base di latte bufalino.
Si presenta di forma piriforme o ovale con crosta sottile, liscia, di colore bianco-giallo o nocciola nella variante affumicata. La stagionatura dura al massimo 1 settimana. Pezzatura da 1 a 4 kg.

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Pressato a mano PAT Lazio

Il “manu pressum” è un formaggio di pecora pressato, sottoposto ad afumicatura con legno di melo, con consistenza simile alle odierne paste filate. Così ce ne parla Lucio Giunio Moderato Columella nel Libro VII “De caseo faciendo” del “De Re Rustica”, 50 d.C: “Conosciutissima è la maniera di fare il cacio che diciamo “pressato a mano”. Infatti il latte, leggermente rappreso nel secchio di mungitura, fin che è tiepido, si separa dal siero e, gettandovi sopra dell’acqua bollente, si foggia a mano oppure si preme in forme di bosso. Viene anche di sapore gradevole se si fa indurire nella salamoia e poi si colora (affumicato) con legna di melo o fumo di paglia”. Si tratta, insomma, dell’antenato della pasta filata, che a differenza degli altri formaggi, la cui cagliata va messa nella fuscella, veniva lavorato a mano e immerso in acqua fredda. Non solo, ma questa tradizione, oltre che nella Campagna Romana, si mantiene ancora intatta in Polonia, sui monti Tatra, dove arrivava il confine dell’impero romano, in cui è prodotto l’Oscypek, un formaggio a pasta pressata con acqua bollente.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 10° Tappa Rifugio Genova Figari – Terme di Valdieri

Rifugio Genova Figari – Terme di Valdieri Tappa di media lunghezza con dislivello in salita non eccessivo e notevole in discesa.  Costeggia il massiccio dell’Argentera, maggiore elevazione della zona e simbolo del Parco Naturale delle Alpi Marittime.  Si lascia il Rifugio Genova Figari percorrendo a ritroso parte della precedente tappa fino a giungere alle opere artificiali dello sbarramento del Bacino del Chiotas. Qui si svolta a sinistra e si transita attraverso le citate opere per imboccare il Vallone del Chiapous. Si cammina costeggiando le cime imponenti dell’Argentera Meridionale e Settentrionale e del Monte Stella giungendo al Colle del Chiapous da dove inizia la lunga discesa nel Vallone di Lourusa fino alle Terme di Valdieri. L’ambiente nella parte alta è selvaggio, caratterizzato da pietraie e detriti. Proseguendo, si transita prima dal Rifugio Morelli Buzzi e poi si giunge nei pressi dei  laghetti Lagarot di Lourousa  da dove si gode di un panorama mozzafiato sulla parete nord del Corno Stella e sul Canale di Lourousa potendo altresì osservare il Bivacco Varrone. Si continua a scendere per comodo sentiero che, con la comparsa della vegetazione, diventa ombroso e si giunge alle Terme di Valdieri dove è possibile pernottare presso il  Rifugio Casa Savoia.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 09° Tappa Rifugio Soria Ellena – Rifugio Genova Figari

Rifugio Soria Ellena – Rifugio Genova Figari Dopo la lunga tappa precedente, un percorso decisamente più breve con minore dislivello. Dal Rifugio Soria Ellena, si scende al Piano del Praiet e si imbocca a sinistra il sentiero in salita che porta al Colle delle Fenestrelle dove si incontrano due laghetti. Si procede in discesa fino al Bacino artificiale del Chiotas. Da qui, si svolta a sinistra lungo la stradina che in breve conduce al Rifugio Genova Figari, posto tra i laghi del Chiotas e il Brocan. I due sbarramenti che consentirono la realizzazione del bacino artificiale richiesero tempi lunghi di costruzione a causa del notevole innevamento invernale e furono terminati nel 1982. L’opera è parte dell’impianto idroelettrico “Luigi Einaudi” di Entracque che prevede, tra l’altro, l’utilizzo dell’energia prodotta e non richiesta (es. di notte) per pompare parte dell’acqua dal serbatoio inferiore della Piastra a quello superiore del Chiotas, così da poterla riutilizzare quando c’è maggiore necessità. L’attuale rifugio fu donato dall’Enel al CAI nel 1981 in sostituzione del vecchio edificio sommerso dall’acqua dell’invaso.

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Pecorino in grotta del viterbese PAT Lazio

O Formaggio ovino a pasta dura che dopo circa 15 giorni di conservazione in cella a 9 – 10°C viene affinato in grotte tufacee o di lapillo vulcanico per 60 – 90 giorni a 10-11°C circa e 90% di UR. La pezzatura va da 1,8 a 3,5 kg; presenta colore giallo paglierino e crosta rugosa, asciutta od oleata. La stagionatura può protrarsi fino a 100 giorni. Il sapore va da leggermente salato a piccante con caratteristico aroma di erbe, grazie al finissaggio efettuato in ambiente naturale, avvolgendo il formaggio con erbe aromatiche di fieno di prato naturale.

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