Asparago verde di Canino e Montalto di Castro PAT Lazio

Asparagus officinalis L., appartenente alla famiglia della Liliaceae, tipologia verde. Le varietà impiegate sono: Atlas, Grande, UC157, quest’ultima considerata la più “antica”. L’Asparago verde di Canino e Montalto di Castro è un ortaggio destinato al consumo alimentare fresco e surgelato e, solo in minima parte, al trasformato. Presenta dimensioni medio/grandi, ha portamento eretto, con apice sempre stretto e chiuso. La caratteristica qualitativa che rende peculiare il prodotto è il suo colore verde brillante su tutto il gambo con sfumature violacee, soprattutto all’apice. Per l’uniformità di tutta la parte edule e per l’assenza di scarto, viene definito “mangiatutto”. Presenta, inoltre, una considerevole precocità della maturazione rispetto ad asparagi coltivati in altre zone e buone qualità organolettiche e nutrizionali, dato il tenore in carboidrati (circa 3,2%) e proteine (3%), e la ricchezza di vitamine A, B1, B2 e C, calcio, fosforo e ferro.

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Asparago delle acque albule di Tivoli e Guidonia Montecelio PAT Lazio

Nell’antichità era già apprezzato in cucina dai greci e dai romani, che nei loro scritti ne hanno lasciato numerose testimonianze. Tra i romani fu Catone, nel suo De agru cultura intorno al 200 a.c. ad illustrarne la coltivazione con molta chiarezza alpunto che possiamo dire che le tecniche di allora non erano molto diverse da quelle utilizzate per la coltura dell’asparago delle Acque Albule; secondo Catone e Plinio era l’erba coltivata con più assiduità ed attenzione. (da L’Asparago di P. Morganti e C.Nardo). Giovenale e storici tiburtini ne hanno in ogni epoca decantato il valore: l’asparago delle Acque Albule era davvero un ortaggio di pregio nel paniere della Campagna romana.

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Arancio biondo di Fondi PAT Lazio

Dal punto di vista storico, il maggior numero di testimonianze si registra intorno al XVIII secolo, periodo in cui il prodotto assume un’importanza commerciale tale che Fondi diviene sinonimo di arancio. Gli aranceti di Fondi caratterizzavano a tal punto il territorio che i famosi viaggiatori dell’800, in Italia per i Gran Tour, non poterono fare a meno di decantarli. Lo fanno Madame de Steel, Chateaubriand e Goethe.

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Arancia rossa di Suio PAT Lazio

L’”Arancia Rossa di Suio” è uno dei prodotti agricoli più noti e caratteristici dell’area di Suio. La varietà locale strettamente legata alle condizioni pedo-climatiche del territorio di Suio viene coltivata in terreni di origine tipicamente di origine vulcanica: la presenza di zolfo e l’alcalinità permettono la crescita di un prodotto che nell’immaginario comune è legato solo ed esclusivamente alla regione Sicilia.

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Bavarese all’Actinidia

Fresca e caratterizzata di un gusto intenso, la bavarese di kiwi è un dolce al cucchiaio delizioso da gustare nella bella stagione. La scioglievolezza della panna montata accoglie il gusto zuccherino dei kiwi, creando un dessert invitante perfetto da servire anche agli ospiti più esigenti. Dalla consistenza simile ad un budino, questa versione non prevede l’aggiunta di uova, risulta quindi più leggero e facilmente digeribile.

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Aglio rosso di Castelliri PAT Lazio

Anticamente, essendo Castelliri comune del Circondario di Sora in provincia di Terra di lavoro del Regno di Napoli, le direttrici del commercio dell’aglio raggiungevano più facilmente la capitale del Regno di Napoli. Dalla Statistica del Regno di Napoli nel 1811, Terra di Lavoro, VII Agricoltura e suoi prodotti, si apprende che: “Fra le cepacee coltiviamo: l’aglio (Allium sativum), il porro (Allium porrum), la cipolla (Allium coepa) di cui abbiamo molte varietà …”. Particolare valenza storica hanno le testimonianze dei produttori storici locali, come il Sig. Armando Di Carlo che ricorda: “20/30 anni fa si andava alla fiera di Casamari dalla sera prima e lì venivano i commercianti di Roma e di Albano a comprare l’aglio”. La Sig.ra Pierina Pessia, racconta: “Vendevano l’aglio a Veroli, poi i negozianti venivano qui a Castelliri a comprarli; ora vanno al mercato a Isola Liri”. Ricorda Marcello Venditti, dell’Associazione Aglio rosso di Castelliri: “Negli anni ’70 mio padre commercializzava 50 q.li di aglio con i commercianti di Sulmona e l’aglio veniva portato anche in alta Italia, venduto a 7/8 mila lire al Kg, e a Filettino dove passavano i romani che andavano alle terme di Fiuggi”. Ricorda Domenico Natalizia: “Prima della guerra venivano i napoletani da Afragola a Isola Liri e raccoglievano in giro l’aglio, venivano fatte grandi cataste che poi venivano portate con i camion a Napoli … tutte le famiglie di Castelliri avevano l’aglio”.

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Actinidia PAT Lazio

La provincia di Latina è tra le prime in Italia ad ospitare impianti specializzati nella coltura dell’Actinidia a partire dai primi anni ‘70. Nel 1971 viene realizzata una piantagione sperimentale a Borgo Montenero di San Felice Circeo, mentre nel 1974 a Borgo Flora si mettono a coltura i primi due ettari, descritti in un articolo della rivista Pontina Informazione, edita dalla Camera di Commercio di Latina, nell’anno 1975. Dal 1970 numerosi sono gli articoli pubblicati sia su quotidiani che su riviste specializzate a tiratura nazionale ed internazionali, che testimonino il progressivo sviluppo dell’Actinidia nella provincia pontina. Anche il mensile Italia Agricola , nel 1975, pubblica un articolo sull’argomento. Nel 1978 viene organizzato a Torino il primo convegno sull’Actinidia, nel corso del quale la zona dell’Agro Pontino è indicata quale zona italiana particolarmente vocata a tale produzione.

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Stracchino di capra PAT Lazio

Lo Stracchino di capra, ottenuto dal solo latte intero di capra, lavorato crudo o pastorizzato, è un formaggio fresco e di brevissima stagionatura. Presenta con crosta sottile a volte fiorita o privo di crosta, colore bianco porcellanato e pasta interna omogenea, a volte con leggere occhiature, morbida, cremosa e spalmabile. La forma può essere variabile a seconda della zona di produzione: quadrata, tipo mattonella o a caciottina, con pezzature di 250 g fino a 2 kg, a facce piane e scalzo dritto o convesso. Il sapore è caratteristico del latte caprino, delicato, dolce, burroso e leggermente acidulo dopo alcuni giorni. Il periodo di produzione va da marzo a settembre e coincide con il periodo di lattazione delle capre.

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