Lupino dolce di Grosseto PAT Toscana

Il lupino dolce di Grosseto ha forma tondeggiante e colore giallo. Ha buona consistenza e sapore dolciastro. La semina, a spaglio, si effettua a settembre dopo una preparazione del terreno e una concimazione organica. Necessita di terreni acidi; nella rotazione colturale segue il frumento. La raccolta è ad agosto, può essere utilizzato sia per l’alimentazione umana che per quella animale.

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Limone massese PAT Toscana

La coltura degli agrumi a Massa è attestata fino dalla prima metà del Trecento, probabilmente le specie più diffuse erano i cedri, seguiti dagli aranci e dai limoni. Nel Cinquecento l’agrumicoltura si afferma, ma è nel Seicento che trova il suo massimo sviluppo.Il limone massese deve la sua tradizionalità alla particolarità della cultivar che, per l’influenza del clima collinare e della vicinanza al mare, dà limoni molto dolci e con una buccia molto fine e poco amara, tanto che si prestano ad essere consumati anche freschi, mentre la buccia viene utilizzata anche per fare liquori. Si conserva più a lungo degli altri limoni, non marcisce.

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Lattuga quattro stagioni PAT Toscana

Lattuga verde con caratteristica screziatura rossastra ai margini, assai resistente alle gelate invernali e al clima umido del Valdarno. Si semina a spaglio o a solchi (a solchi si rincalza meglio) in terreni freschi e sciolti da marzo a novembre.Concimata poco prima della semina, dopo un mese si trapianta a file distanti 30 cm e 20 cm sulla fila e viene rincalzata 2 volte. Dopo 2 mesi può essere raccolta; forma una piccola palla piuttosto bassa con foglie verdi e con screziature rossastre ai margini. Resiste molto bene ai freddi invernali ed è ben acclimatata al clima umido del Valdarno. È preferibile non seminare a luna crescente altrimenti spiga subito; i semi raccolti gradualmente vengono ripuliti con il vaglio e conservati in luoghi freschi e asciutti al buio.

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Granturco nano di Luco PAT Toscana

Granturco precoce di seme giallo con spiga conica tozza e corta da 12 a 18 cm circa, chicco tondo di media grandezza. Fusto basso (60/80 cm.), spiga a 40 cm da terra. Il granturco nano veniva seminato alla fine di Aprile (intorno al 20), il terreno veniva preparato con una buona aratura ed erpicato, quindi si procedeva con la semina di due semi insieme in ogni posizione, successivamente si provvedeva al diradamento. Il seme del granturco nano di Luco deriva, con ogni probabilità, da mais nostrani impiegati nel Mugello nell’ottocento; la selezione del seme era fondamentale, le pannocchie conservate erano quelle al di sotto del terzo nodo e i chicchi scelti erano quelli centrali.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z14 Sa Barva Loc. Surtana – Monte Maccione

Sa Barva – Monte Maccione La tappa originaria essendo abbastanza lunga, oltre 28 km, si è preferito suddividerla in due parti. La 21B rappresenta il tratto più corto, circa 10 km e ben si presta per accogliere l’escursionista a inizio tappa nel centro abitato di Ulassai, il paese dell’artista Maria Lai e località con numerose vie su parete con vari gradi di difficoltà. Lasciato il centro abitato di Ulassai si percorre un breve tratto di via S’Arenargiu, dove si trova il laboratorio di tessitura, ed poco più avanti il bivio per Monte Matzeu che lasceremo alla nostra dx per proseguire su una sterrata in direzione S. Successivamente si percorre un sentiero, sempre in direzione S, che attraversa un bel bosco con il percorso sufficientemente individuato con omini di pietra e, costeggiando il Monte Tisiddu si arriva a percorrere una sterrata che ci porta, dopo aver superato alcuni bivi, ad un agevole sentiero in direzione S-E.

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Granoturco formenton ottofile della Garfagnana PAT Toscana

Il granturco presenta grossi chicchi di forma schiacciata e colore giallo oro. Le file binate di chicchi intorno al tutolo sono normalmente 8, infatti viene comunemente chiamato anche mais a doppie file. Una volta macinati si ottiene un’ottima farina. La farina prodotta viene utilizzata, oltre che per la classica polenta, per la produzione dei “biscotti di formenton” insieme alla farina di grano. La semina avviene in maggio dopo aver arato e concimato il terreno. Dopo il germogliamento si effettua una sarchiatura e le giovani piantine vengono diradate lasciando un distanza fra loro di circa 15 cm. La raccolta è manuale e, dopo circa 20-30 giorni di seccatura, si effettua la sgranatura meccanizzata e la macinatura.

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Villarosa a Bagheria (PA)

La costruzione fu iniziata nel 1763 da don Placido Notarbartolo, duca di Villarosa. L’edificio è posto su un’altura vicino alle falde del Monte Giancaldo e ha un prospetto imponente formato da un portico in stile neoclassico, alto circa dieci metri e sorretto da otto colonne distanti due metri l’una dall’altra. All’interno, decorazioni murali e pregiati affreschi nelle volte. Il primo progetto fu modificato ed attuato dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Per un periodo della sua vita ci visse il pittore siciliano Nino Garajo.

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Riserva Naturale Antropologica Monte Croccia – Basilicata

La Riserva venne istituita per tutelare un antico centro abitato fortificato localizzato sulla sommità del Monte Croccia. Unitamente ad una serie di altri siti che ospitavano città fortificate edificate sui monti lucani, faceva parte di una rete difensiva del territorio. Il perimetro delle mura, ancora intatto nella parte basale, evidenzia una tecnica costruttiva mirata a sfruttare la morfologia e la geomorfologia del territorio mediante il raccordo della fortificazione alla roccia esistente, segno evidente di un avanzato perfezionamento delle tecniche militari diffuse in Lucania nel IV secolo a.C. (a tale periodo sono da attribuirsi le guerre interne tra popolazioni lucane e colonie greche).
La lunga cinta muraria (costituita da 3 circuiti di mura, di cui quello meglio conservato difende l’acropoli dell’abitato) è composta da blocchi perfettamente tagliati secondo una tecnica costruttiva che molto probabilmente fu ereditata dalle colonie greche lungo la costa

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Una gita in bicicletta? Via Francigena B15 da San Miniato a San Gimignano

San Miniato – San Gimignano Da San Miniato scendiamo in Val d’Elsa e , con un percorso pianeggiante, arriviamo a Castelfiorentino. Subito dopo inizia la salita che porta alla Pieve a Chianni, Submansiones di Sigerico, nella cui canonica è stato ricavato un bellissimo ostello, e a Gambassi Terme. Dopo Gambassi saliamo ancora fino ad incrociare la SP 4 Volterrana che imbocchiamo verso San Gimignano, accompagnati dalla straordinaria bellezza dei panorami di questa zona.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z13 Dorgali – Sa Barva Loc. Surtana

Dorgali – Sa Barva Loc. Surtana La tappa inizia percorrendo a ritroso il viale lastricato, percorso in arrivo da Orosei, fino all’inizio della Iscala Omines che lasceremo alla nostra SX per proseguire verso la vecchia Galleria realizzata nel 1863 per collegare il centro abitato al mare (attualmente esiste il nucleo abitato di Cala Gonone). Attraversata la galleria si raggiunge la cresta della montagna soprastante la SS 125 e si percorre un sentiero molto panoramico in direzione sud-sudovest fino alla zona di Suttaterra, in prossimità di un arco naturale molto caratteristico. Un successivo tratto in forte pendenza permette di raggiungere la sottostante SS 125 (Orientale Sarda), che si percorre per circa 550 m. Lasciata la strada statale, nei pressi dell’ingresso del Presidio Forestale “Sa Pruna”, si prosegue in discesa, prima su strada sterrata e poi su un sentiero ben curato, per raggiungere e guadare il rio Flumineddu in prossimità del sentiero per la gola di Gorroppu. Proseguendo in direzione nord e superata la deviazione per il ponte di S’Abba Arva si arriva facilmente al posto tappa di Surtana. Possibile l’approvvigionamento idrico all’interno del Presidio Forestale, in una sorgente lungo il percorso.

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