Riserva Naturale Biogenetica Calafuria – Toscana

La superficie della Riserva è interamente ricoperta dalla vegetazione della macchia mediterranea, formata da specie xerofitiche sempreverdi. Il Leccio (Quercus ilex), l’Alaterno (Rhamnus alaternus) la Fillirea (Phillyrea latifolia), il Lentisco (Pistacia lentiscus), l’Orniello (Fraxinus ornus), il Corbezzolo (Arbutus uneso ) e il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) sono le specie arboree e arbustive più comuni. Sui costoni rocciosi che scendono a mare si trova la tipica vegetazione degli arbusteti e della gariga, fortemente modellata dal vento. La fauna è rappresentata dagli animali che vivono comunemente lungo la fascia litoranea, con presenze del cinghiale (Sus scrofa), della volpe (Vulpes vulpes), della Faina (Martes foina) e dell’Istrice (Hystrix cristata).

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Riserva Naturale Biogenetica Bibbona – Toscana

L’intera Riserva è ricoperta quasi esclusivamente da bosco. Oltre alla presenza di Cipressi (Cupressus sempervirens) presenti lungo la strada di accesso, troviamo perlopiù vegetazione della macchia mediterranea con lecci (Quercus ilex), corbezzolo (Arbutus unedo), mirto (Myrtus communis) e altre sclerofille.

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Riserva Naturale Biogenetica Acquerino – Toscana

La Riserva Acquerino è localizzata sull’Appennino settentrionale, nell’alto bacino del torrente Limentra, nel Comune di Sambuca Pistoiese. Il territorio è montano e scarsamente antropizzato, coperto quasi ininterrottamente da boschi. Particolarmente rappresentati i rimboschimenti artificiali di conifere, tra i quali spiccano quelli di douglasia, anche e soprattutto per la loro maestosità (con piante di altezza media di 35/40 m). Sono presenti esemplari secolari di latifoglie intorno al fabbricato sede del ex caserma forestale. Numerose sono le specie arboree minori come l’acero montano, il ciliegio, il sorbo degli uccellatori, il frassino maggiore, il salicone.

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Riserva Naturale Biogenetica di Abetone – Toscana

La Riserva Naturale Biogenetica di Abetone si distingue per la presenza di storici impianti di abete bianco, risultato di una mirabile attività colturale protratta per secoli. Da studi di pollini fossili prelevati dalle torbe del lago Baccioli (m. 1295), del lago del Greppo (m. 1442), del Lago Nero (m. 1730), il Prof. A. Chiarugi (1936) stabilì che nella foresta dell’Abetone l’abete bianco ha avuto il massimo della sua diffusione intorno a seimila anni a.C. e che successivamente ha incominciato a regredire, sia pure secondo un ritmo irregolare, cedendo sempre più di fronte all’avanzata del faggio.  Dopo il 1000 a.C. il faggio cominciò a prevalere rendendo l’abete specie subordinata e secondaria nella consociazione. Le analisi polliniche del Chiarugi dimostrano inoltre che l’abete rosso era in questa foresta molto diffuso. Intorno ai 4000 anni a.C. l’abete rosdo era molto rappresentato e poi avrebbe subito un graduale regresso fino a restare oggi allo stato spontaneo solo in una piccola area nell’alta valle del Sestaione.

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Riserva forestale di protezione e biogenetica Duna Feniglia – Toscana

La Riserva Forestale di Protezione “Duna Feniglia”, occupa una fascia di territorio pianeggiante tra la laguna di Orbetello a Nord e il Mar Tirreno a Sud, che congiunge il promontorio dell’Argentario, in prossimità di Porto Ercole, con il colle di Ansedonia. L’area protetta occupa infatti il tombolo meridionale della laguna di Orbetello.

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Riserva biogenetica Tocchi e riserva naturale di popolamento animale Tocchi – Toscana

L’area è compresa all’interno del bacino del Fiume Merse, è poco antropizzata e l’urbanizzazione è limitata ai capoluoghi comunali e alle frazioni di Iesa e Tocchi. Si trova infatti fuori dalle grandi vie di comunicazione e presenta gran parte del territorio coperto da foreste. A questo scarso impatto demografico si aggiunge un territorio collinare con una topografia abbastanza irregolare che rende questi terreni convenienti solo per poche attività agricole tradizionali. Molti dei terreni oggi compresi nella Riserva Biogenetica facevano parta della Tenuta di Tocchi, che in passato e per lungo tempo, era appartenuta alla famiglia nobiliare senese dei Bichi Borghesi.

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Area Demaniale Ferraiolo – Badia Tedalda – Toscana

Si tratta di terreni privati acquisiti dall’allora Azienda di Stato per le foreste demaniali (A.S.F.D.) nei primi anni ’80 a seguito di esproprio e tuttora gestiti dal Reparto Biodiversità di Pieve Santo Stefano, che li utilizza per la produzione di foraggio, pascolo e allevamento. Una porzione di tale area (un terzo circa del totale) è ricompresa nella ZSC Alpe della Luna, il cui Ente gestore è la Regione Toscana. Nel centro aziendale di Ferraiolo viene svolta attività zootecnica legata all’allevamento dei cavalli, nonché attività forestale legata alla gestione del patrimonio boschivo; dal 2010 vi è attivo anche il centro per il pensionamento dei cavalli di Reparto non più idonei al servizio.

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Area demaniale ex poligono militare di Rotta dei Cavalli – Toscana

I terreni dell’ex Poligono di Passo Rotta dei Cavalli ed aree limitrofe furono dati in concessione  all’ex Corpo Forestale dello Stato per scopi scientifici, sperimentali e didattici di interesse nazionale come beni da escludere dal trasferimento alle regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 68 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 614. L’area gestita ha un’estensione di 259,4774 ha;  l’altitudine massima è di 1.050 m s.l.m. presso il “Passo delle Gualanciole” in comune di Chiusi della Verna, mentre quella minima è di 630 m s.l.m. presso “Passo Poggio di Garavone” in comune di Pieve Santo Stefano. Al centro si trova il complesso di “Armena”, utilizzato per le attività relative alla riproduzione e allevamento dei cavalli allevati, nonché tutte quelle necessarie per il benessere degli animali, ivi compresi i trattamenti veterinari.

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Riserva naturale orientata Murge orientali – Puglia

La Riserva è costituita da 5 sezioni disgiunte: Galeone, Gorgofreddo, Parchi di Mottola, Trasconi e Signorella. Presso la sezione Galeone della Riserva, sono fruibili i seguenti percorsi pedonali, che possono essere seguiti, esclusivamente, con la guida del personale del Reparto, previo appuntamento

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Riserva naturale orientata Falascone – Puglia

Le due riserve di Falascone e Umbra costituiscono un corpo unico e rappresentano il nucleo dell’antico “Nemus garganicum” citato da Ovidio, Strabone e Virgilio, che ammantava l’intero Promontorio del Gargano. La storia della Foresta Umbra è un confuso susseguirsi di conquiste, usurpazioni, cessioni da parte di Re, Principi locali, svevi, longobardi, bizantini, etc. Le prime notizie certe si hanno verso la seconda metà del ‘500 quando il nobile Girolamo Grimaldi acquistò tutto il vasto territorio che circondava Monte Sant’Angelo, inclusa la Foresta. La famiglia Grimaldi si trasmise questa proprietà per circa due secoli. In era napoleonica la Foresta fu espropriata e la Tenuta divenne proprietà prima del Demanio del Regno delle Due Sicilie e successivamente del Regno d’Italia. Con la L. 3713 del 1866 la foresta fu dichiarata inalienabile e finalmente consegnata all’Amministrazione Forestale dello Stato. La Riserva, insieme a quella contigua di Umbra, è ubicata nella porzione sommitale della più estesa Foresta demaniale di proprietà regionale, collocandosi tra i 730 e i 760 metri di quota.

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