Marrone di Arcinazzo romano PAT Lazio

Nell’economia dell’area dei Monti Simbruini il marrone ha sempre avuto un ruolo fondamentale, tanto che il castagno era chiamato “albero del pane” e la castagna “pane dei poveri”. La coltivazione del castagno è presente nel comune di Arcinazzo Romano da tempi remoti. Numerosi sono, infatti, oltre alle testimonianze orali e fotografiche, gli esemplari di piante secolari presenti nel territorio comunale. Ancora oggi le metodiche di lavorazione e conservazione del prodotto rispettano i tempi e i modi della tradizione storica, prova ne è la tecnica, ancora in uso, della “curatura” in acqua fredda. La riconoscenza ed il rispetto della popolazione locale nei confronti dei castagneti è testimoniata dall’annuale “Sagra del Marrone” che, dal 1974, ogni anno è ospitata dal comune di Arcinazzo Romano.

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Marrone antrodocano PAT Lazio

I comuni affacciati alla Valle del Velino presentano un paesaggio fortemente connotato dalla presenza di castagneti. È questa la zona d’elezione del Marrone Antrodocano, risultato di un secolare, intelligente lavoro dell’uomo. Fin dall’VIII secolo la castagna diviene una componente principale della dieta delle popolazioni montane della zona. Nella metà del secolo XII, all’indomani della conquista normanna, inoltre, si assiste all’impianto di nuovi castagneti da frutto, ridisegnando quasi completamente il paesaggio della valle.

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Sentiero LIGURIA Tratta 22 Toirano – Albenga

Questa tratta del Sentiero Liguria, che si sviluppa per circa metà del suo percorso su asfalto, prende avvio da Toirano scendendo per un breve tratto lungo la strada provinciale per Borghetto S. Spirito. Imboccata, nei pressi di un frantoio, la strada che sale tra le fasce ad ulivi, si prosegue lungo il ripido sentiero che porta al Monte Sopra Toirano e poi al Monte Croce. La fatica fatta per arrivare sulle due cime verrà ripagata dallo splendido panorama. Si scende verso la costa sino a Ceriale, per proseguire su asfalto, in direzione ovest, sino al bel centro storico della cittadina di Albenga.

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Sentiero LIGURIA Tratta 22 variante B Arnasco – Andora

Toirano – Arnasco Dal Monte Sopra la Croce prende avvio la Variante Alta del Sentiero Liguria che porta alla scoperta dell’entroterra della piana di Albenga. Il percorso sino ad Arnasco è piuttosto lungo ed impegnativo ma è possibile “spezzare” la tratta prevedendo una sosta nel pittoresco borgo di Zuccarello. Giunti da Toirano al Monte Sopra Toirano (dislivello 570 metri) si abbandona il percorso principale del Sentiero Liguria e si sale in direzione del Santuario Regina della Pace passando per il Monte Acuto, per poi affrontare l’impegnativa discesa della valle Auzza (700m di dislivello, buona parte in ripida discesa). Giunti a Zuccarello si prosegue per Martinetto, si sale alla Rocca Livernà e si giunge ad Arnasco

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Sentiero LIGURIA Tratta 22 variante A Toirano – Arnasco

Toirano – Arnasco Dal Monte Sopra la Croce prende avvio la Variante Alta del Sentiero Liguria che porta alla scoperta dell’entroterra della piana di Albenga. Il percorso sino ad Arnasco è piuttosto lungo ed impegnativo ma è possibile “spezzare” la tratta prevedendo una sosta nel pittoresco borgo di Zuccarello. Giunti da Toirano al Monte Sopra Toirano (dislivello 570 metri) si abbandona il percorso principale del Sentiero Liguria e si sale in direzione del Santuario Regina della Pace passando per il Monte Acuto, per poi affrontare l’impegnativa discesa della valle Auzza (700m di dislivello, buona parte in ripida discesa). Giunti a Zuccarello si prosegue per Martinetto, si sale alla Rocca Livernà e si giunge ad Arnasco

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Marmellata di agrumi, di castagne, di mele, al mosto cotto, di uva fragola, di viscioli PAT Lazio

La preparazione delle Marmellate è legata sia alla conservazione di un prodotto facilmente deperibile come la frutta, sia alla possibilità di utilizzare il trasformato nella farcitura dei dolci. Si tratta, quindi, di una conserva, analogamente a quanto si faceva con la salatura delle carni o dei pesci. La conservabilità è garantita dalla lunga cottura a cui si sottopone il prodotto e dalla presenza dello zucchero. La preparazione di queste Marmellate si è difusa nei territori interessati alla produzione intorno agli anni ‘50 del ‘900 in concomitanza con la difusione dello zucchero, quando questo ingrediente, da bene di lusso, diviene accessibile a molti grazie anche alla diffusione, in territorio italiano, di grandi zuccherifici e all’introduzione della coltura della barbabietola, ogni preparazione è strettamente legata all’abbondanza dei frutti di cui è composta la confettura, nel territorio di riferimento.

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Mais agostinella PAT Lazio

In passato la granella di mais era particolarmente utilizzata nell’alimentazione degli animali e per l’ingrasso di agnelli e vitelli. Oggi il suo utilizzo sia nella alimentazione umana che animale è minato dalla possibile introduzione di varietà ibride molto produttive. Grazie alla granella vitrea questo mais è da lungo tempo utilizzato per la produzione della farina (ottenuta dalla frantumazione e successiva macinazione delle cariossidi) e la successiva preparazione della polenta, tipica di Vallepietra.

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Lenticchia di Ventotene PAT Lazio

La Lenticchia di Ventotene è un ecotipo appartiene alla famiglia delle Leguminose, genere Lens, specie Lens culinaris Med. Si caratterizza per le dimensioni medio-piccole, colore marrone chiaro con leggere venature rosate, a volte verde o giallo verdastro. La semina avviene dal mese di gennaio fino a febbraio, a seconda della tipologia di terreno: prima i terreni sabbiosi, poi quelli argillosi. Il prodotto Lenticchia di Ventotene proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Lenticchia di Ventotene, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

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Lenticchia di Rascino PAT Lazio

La Lenticchia di Rascino, ecotipo autoctono, appartiene alla famiglia delle Leguminose, genere Lens, specie Lens culinaris Med. Presenta dimensioni piccole e colore non uniforme che va dal rosa al rossiccio, al giallo verdastro, marrone chiaro, raramente ocra, con o senza ornamenti (a chiazze, a punti). Viene coltivata sull’Altopiano di Rascino a circa 1.200 m s.l.m.; presenta un ottimo tenore in sostanza proteica. Il sapore gradevole e la caratteristica di conservare l’integrità del seme con la cottura, ne fanno un prodotto di nicchia particolarmente pregiato. Il prodotto Lenticchia di Rascino proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Lenticchia di Rascino, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

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