Pistofatru PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Dolce a base di semola di grano duro e vincotto, aromatizzato e reso solido a mezzo cottura.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura

Ad un dato quantitativo di vincotto (già prodotto tradizionale della nostra regione) posto a scaldare in una casseruola, si aggiunge un venti per cento di semola di grano duro. Si continua cuocere, mescolando con un cucchiaio di legno sino a quando la stessa abbia assorbito completamente il vincotto e si stacca dalle pareti della casseruola. A fine cottura si aggiunge del cacao e si aromatizza con cannella in polvere. Si trasferisce, poi, l’impasto in una terrina, si lascia raffreddare e si taglia a tranci romboidali che vengono cosparsi di zucchero semolato.

Elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni

Dolce povero, certamente di antichissima origine, viene considerato l’antesignano dei dolci salentini, e come tale viene accreditato su diversi testi di cucina e di tradizioni salentine. La denominazione “pistofatru” deriva probabilmente da farro pesto.

Fonti bibliografiche

  • Almanacco Salentino 1970-72 Congedo Editore – pag. 484
  • Puglia dalla terra alla tavola – Adda Editore 1979 pag. 351

Territorio

Provincia di Lecce

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Cavolo rapa PAT Puglia

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