Brutti boni di Prato PAT Toscana

Hanno forma rotondeggiante con diametro di 3-5 cm e consistenza piuttosto dura. Sono di colore bruno, hanno profumo e sapore di mandorle. Gli ingredienti impiegati nella preparazione dei “brutti boni” sono: mandorle tritate, zucchero, uova, farina. Dopo aver impastato gli ingredienti si formano delle palline di amalgama che vengono disposte in teglie sopra uno strato sottile di ostia e infornate. I dolci sono cotti quando diventano “brutti”, cioè quando la loro superficie, spaccandosi, diventa rugosa. Si producono tutto l’anno.

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Brigidino di Lamporecchio PAT Toscana

Il brigidino di Lamporecchio e’ una cialda rotonda, del diametro di circa 7 cm, fine come un’ostia ed arricciata ai bordi. Ha colore giallo-arancio, sapore di anice e consistenza molto friabile e croccante. Viene confezionato in particolari buste trasparenti, alte e strette, chiuse con un laccio. I brigidini sono confezionati anche in scatole di cartone o buste di carta.

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Bozza pratese PAT Toscana

La bozza pratese ha forma rettangolare, colore bruno scuro, toppatura bianca di farina e sapore leggermente acido. La pezzatura è di circa 1 kg. La farina di grano tenero viene impastata con acqua e lievito naturale. L’impasto, dopo essere stato a riposo, viene lavorato nuovamente e poi tagliato a mano. Infine viene cotto nel forno a legna.

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Biscotto salato di Roccalbegna PAT Toscana

La tradizionalità di questo biscotto è da individuare oltre che nella peculiarità del sapore e della forma, nella combinazione degli ingredienti e nella particolarità delle tecniche di impasto e di cottura. È il dolce tipico del Comune di Roccalbegna: veniva preparato in occasione dei matrimoni, per la Pasqua, per la festa di Roccalbegna (14 settembre) e per la Sagra del biscotto salato che si tiene ogni anno a Ferragosto. Le sue origini si perdono nel Medioevo: le materie prime semplici e facilmente reperibili lo rendevano molto diffuso in tutte le famiglie. Dai primi del Novecento la produzione di questo biscotto si è estesa anche alle zone limitrofe sebbene con alcune varianti, quali l’aggiunta di uova e/o di marsala nella pasta.

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Biscotto di mezz’agosto PAT Toscana

Il biscotto di mezz’agosto costituiva lo spuntino di metà pomeriggio dei lavoranti impiegati nelle operazioni di trebbiatura (trebbiatura a fermo sull’aia) ed era un’occasione gradita per una breve sosta di lavoro.Il “ciambellone” veniva consumato anche in occasione dei festeggiamenti per il Ferragosto.

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Biscotti o cantuccini di Prato PAT Toscana

Il prodotto deve la sua tradizionalità al sistema di lavorazione, all’originalità del gusto e alla particolarità della forma. La ricetta dei biscotti probabilmente è stata tramandata dai cuochi della Corte Medicea, che l’avevano ottenuta dai pasticceri giunti in Toscana al seguito di Isabella d’Este verso la fine del XV secolo, durante un soggiorno fiorentino della nobildonna in occasione di uno dei numerosi pellegrinaggi a Roma per visitare il Papa. La prima ricetta di questi biscotti è stata ritrovata a Prato ed è quella di un noto personaggio pratese del Settecento, Amadio Baldanzi. Ma è nell’ottocento, grazie alle capacità creative di un pasticcere di Prato che perfezionò la ricetta, che è accresciuta e proseguita questa tradizione dolciaria. Nonostante siano privi di stabilizzanti e conservanti, questi biscotti si conservano a lungo perché molto secchi. Risultano ottimi con ogni vino da dessert, ma soprattutto inzuppati nel vin santo toscano.

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Biscotti col riccio PAT Toscana

La tradizionalità del berlingozzo è dovuta alla particolare combinazione degli ingredienti, alcuni dei quali sono di origine locale come il vin santo e l’olio di oliva. I sistemi di lavorazione sono rimasti invariati nel tempo: la ricetta risale al tempo dei Medici, quando veniva utilizzato come antipasto. Oggi viene consumato inzuppato nel caffellatte a colazione o a merenda. Si può gustare anche come dessert insieme al vin santo. Il nome sembra derivi dalla parola “Berlingaccio”, giovedì grasso; altra interpretazione spiega che “Berlingaccio” è il dispregiativo di “berlengo” espressione longobarda che sta ad indicare la tavola dove si mangia.

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Berlingozzo PAT Toscana

La tradizionalità del berlingozzo è dovuta alla particolare combinazione degli ingredienti, alcuni dei quali sono di origine locale come il vin santo e l’olio di oliva. I sistemi di lavorazione sono rimasti invariati nel tempo: la ricetta risale al tempo dei Medici, quando veniva utilizzato come antipasto. Oggi viene consumato inzuppato nel caffellatte a colazione o a merenda. Si può gustare anche come dessert insieme al vin santo. Il nome sembra derivi dalla parola “Berlingaccio”, giovedì grasso; altra interpretazione spiega che “Berlingaccio” è il dispregiativo di “berlengo” espressione longobarda che sta ad indicare la tavola dove si mangia.

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Befanini PAT Toscana

I befanini sono dei biscotti di varie forme ottenuti cuocendoli in stampini appositi a forma di animali, stella, cuori, befana ed altre. Gli ingredienti per la preparazione di questi biscotti sono le uova, la farina, il burro, il latte, lo zucchero, il lievito un bicchierino di anisetta o rhum (anche sassolino o maraschino), una scorza limone o arancia, un pizzico di sale.

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Anacino PAT Toscana

L’anacino è un biscotto salato a forma di ciambella o di otto, di colore giallo senape; è molto croccante all’esterno e più morbido all’interno, ha il sapore forte dell’anice e l’odore tipico del pane. Le pezzature si aggirano intorno ai 100-110 grammi. Si produce tutto l’anno.

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