Le conserve della nonna
Olive sotto cenere

Mettete le olive in una recipiente con la cenere, la calce e acqua in quantità da lasciare l’impasto piuttosto denso.
Coprite con un canovaccio ed evitate che le olive vengano a galla, altrimenti si anneriscono. Lasciate le olive nella lisciva per circa 9 ore
Di seguito mettetele in una bacinella piena d’acqua, che cambierete 2-3 volte al dì per 5-6 giorni.
Conservate con acqua e un cucchiaino di sale nei vasetti di vetro che bollirete a bagnomaria

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Olive sotto cenere

Funghi sott’olio PAT Liguria

Si scelgono esemplari giovani e freschi non parassitizzati, si puliscono, si lavano e si asciugano. Si prepara un liquido composto da vino bianco secco e aceto bianco forte. Si fanno bollire nella pentola, aggiungendo sale e aromi. La cottura deve avvenire in circa 15 minuti, controllando la consistenza. Una volta cotti, i funghi si distendono sul tavolo di lavorazione, si asciugano e si sgocciolano. Quindi si dispongono interi o tagliati nei vasi di vetro, di varie dimensioni, con olio extra vergine di oliva.
I funghi sott’olio possono essere anche ricavati dalla lavorazione del prodotto in salamoia: in questo caso si procede alla dissalazione del fungo fino a un 5% circa. Successivamente si mette in concia bollente, con aromi vari, per molte ore e infine si procede alla conservazione sott’olio.

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Funghi Porcini PAT

Il fungo porcino (Boletus edulis) è presente spontaneo nei boschi di tutto il territorio montano regionale, con sfumature organolettiche diverse da valle a valle. La raccolta dei funghi avviene in boschi di castagno, cerro, faggio, carpino e frassino. I porcini di faggio sono bianchi e allungati mentre quelli di castagno si presentano più scuri e dal gambo rosso. La raccolta e la trasformazione di diverse varietà di funghi porcini è documentata da diverse fonti, tra cui alcuni scritti conservati in un monastero femminile di Varese Ligure. Al fungo è stata riconosciuta dalla legge la caratteristica di risorsa locale. 

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Frittelle della Val Bormida o di San Giuseppe PAT

Difficile dire quando è nata, certo è che a Cengio “le Frittelle” hanno una loro “festa” che dal 1969 si svolge nella frazione di Rocchetta. Dagli archivi si evince che negli anni 70 questa festa era una delle principali manifestazioni della Valle, richiamando visitatori sia dal Piemonte che dalla Liguria. La più caratteristica è stata la quarta edizione, quella del 1972, con la “frittella d’oro”: una frittella d’oro veniva inserita nel sacchetto contenente le frittelle. Dal 1973, la Frittella dolce di Cengio ha un suo logo.

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Focaccine di mais PAT

Le focaccine di mais sono diffuse su quasi tutto il territorio regionale e cambiano nome e dimensioni a seconda del luogo di produzione: fugassetta in val Petronio e dintorni, revzora in valle Stura.
Anche il metodo di cottura subisce delle variazioni a seconda delle consuetudini locali: in val Petronio e levante ligure si cuociono utilizzando i testetti, tegami di argilla fatti arroventare direttamente sul fuoco, in altre zone nel forno a legna, come in valle Stura. Dopo la cottura il prodotto risulta  friabile e decisamente saporito.

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