Focaccia con le pellette di olive PAT

Focaccine fritte o al forno, nel cui impasto viene inserita la pelle (epicarpo) dell’oliva, conservato sott’olio.Della focaccia esistono varie versioni nate dalla fantasia e spesso dall’esigenza di non sprecare nulla, come la focaccia con le olive, co-e porpe, come si chiama nel Levante, co-a murcia come si chiama nel Ponente, per non buttare le olive già spremute; con le cipolle, con la salvia e infine con il formaggio. La versione base è una pasta di pane semplice calda e fragrante che può accompagnare la giornata dalla colazione mattutina allo spuntino notturno

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Comune di BASALUZZO Alessandria Piemonte

Le prime notizie storiche dell’agglomerato urbano di Basaluzzo risalgono al primo millennio A.C. ad opera di popoli liguri provenienti dalla Spagna ed insediatisi nella valle situata tra l’Orba ed il Lemme. Fu conquistato dai romani e chiamato Bis Lucus (fra due boschi) termine da cui deriva l’attuale nome. Dalla nascita di Alessandria nel 1168 ne seguì le vicende storiche, venne a far parte dal 1798 della Repubblica francese e fu scenario nell’anno successivo della Battaglia di Novi fra truppe francesi ed austro-russe. Cessata la dominazione francese fu annesso al Regno di Sardegna fino al 1847, seguì le vicende delle guerre d’indipendenza italiane e dal 1870 diventò comune.

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Focaccia PAT

Un amore incondizionato ed incontaminato dalle mode spesso fuorvianti, un amore che trova la sua ragione d’essere nella semplicità degli ingredienti: farina, acqua, lievito, olio, sale, elementi semplici che danno origine ad un piatto genuino e schietto come il carattere dei Liguri e della Liguria. Anche della focaccia esistono varie versioni nate dalla fantasia e spesso dall’esigenza di non sprecare nulla, come la focaccia con le olive, co-e porpe, come si chiama nel Levante, co-a murcia come si chiama nel Ponente, per non buttare le olive già spremute; con le cipolle, un efficace deterrente per marinai fedifraghi, con la salvia ed infine con il formaggio.

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Coniglio alla Ligure PAT

Questo piatto territoriale altro non è che l’accostamento tra la carne delicata del coniglio, ed il sapore invece abbastanza amarognolo dato dalle olive taggiasche, con aggiunta di vino locale (bianco o rosso?), ed i pinoli. Acidità e tannicità si contendono il ruolo di arbitro, insieme alle aromatizzazioni; queste piuttosto condivise ovunque. Aglio, timo e rosmarino non devono mancare, così come l’olio e.v.o. da olive Taggiasche, i pinoli e le olive Taggiasche stesse

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Farinata Savonese PAT Liguria

Molto spazio abbiamo dedicato alla farinata perché obiettivamente è uno dei piatti, di storica memoria, più diffusi nella nostra cucina e non solo. Abbiamo anche parlato delle varianti e degli arricchimenti alla ricetta base che caratterizzano e distinguono i vari luoghi di produzione, parliamo ora di quella farinata savonese che ha alla base non la farina di ceci ma di grano, una differenza sostanziale anche se la preparazione è identica.

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Farina di castagne PAT

La farina derivante dalla macinatura di varietà locali di castagne, si presenta di colore crema-beige ed emana un inconfondibile profumo. Le vallate interessate a tale produzione sono dislocate praticamente su tutto l’entroterra. Il castagno infatti viene con ragione definito in dialetto erbo, l’albero per eccellenza, in quanto con il suo frutto ha sfamato intere generazioni.

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Fagiolo Lupinaro PAT

Il fagiolo lupinaro è una Pianta rampicante caratterizzata da un’elevata vigoria. Seme di colorazione marrone chiaro con un’aureola di colore più scuro in corrispondenza del punto di attacco sulla placenta. Ha la buccia sottile e una polpa dal sapore e dalla consistenza delicata. Predilige il clima temperato, fresco perché temperature troppo alte possono provocare la morte dei fiori ma, per contro soffre bruschi cali di temperatura e gelate tardive. Viene seminato nel mese di maggio e raccolto ad agosto.

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Fagiolo Lumè di Pignone PAT

Noti e pregiati, questi fagioli borlotti, localmente detti lumè, hanno un particolare gusto pieno e sono buoni anche consumati semplicemente bolliti e conditi con olio. Il baccello è lungo circa cm 15-18 mentre il seme, dalla classica forma reniforme, è di colore bianco cenerino di fondo con striature di colore rosso scuro, e ha una lunghezza di cm 1,5. Nella tradizione colturale di Pignone esistono due ecotipi con due distinti portamenti, rampicante (ad accrescimento indeterminato) e nano (ad accrescimento determinato), che si riconoscono dal diverso colore del seme: più scuro per il tipo rampicante, più rosso per quello nano.

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