Carciofo Precoce di Jesi PAT Marche

Prodotto Agroalimentare Tradizionale delle Marche

Il Carciofo Precoce di Jesi ha uno sviluppo alquanto contenuto, con un’altezza media misurata dal colletto all’inserzione del peduncolo del capolino centrale di circa 30 cm. Il caule, pubescente e di colore verde, ha i nodi disposti in modo ravvicinato. La pianta manifesta una spiccata eterofillia; il colore dell’intero apparato fogliare risulta nelle pagine superiori verde glauco con riflessi cinerei per la presenza di una lieve tomentosità e di tonalità meno intensa nelle inferiori.

Il capolino principale ha forma ellissoidale, di struttura compatta e presenta una colorazione di fondo verde con diffuse e più o meno intense sfumature violacee, soprattutto ai margini laterali delle brattee. I capolini di 1° e 2° ordine, pur presentando una pezzatura ridotta, mantengono forma e colore tipico. Il capolino principale, di maggiori dimensioni, presenta un peso variabile tra i 160 e i 180 grammi, mentre il capolino di I ordine ha un peso di circa 90- 100 grammi e quello di II ordine circa 80-90 grammi.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura

All’aratura profonda (50-60 cm) eseguita nel periodo luglio-agosto si interrano i concimi fosfo-potassici. In periodo autunnale una prima erpicatura consentirà di rinettare le erbe infestanti e amminutare le zolle. Una seconda erpicatura la si esegue una settimana dalla messa a dimora delle piantine per rendere ancora più fine il terreno e per interrare la parte della frazione azotata da somministrarsi all’impianto. Da soggetti di 2 o 3 anni pochi giorni prima dell’impianto vengono staccati i carducci, germogli che crescono alla base della pianta. Solitamente la scelta dei carducci viene fatta verso metà settembre e la messa a dimora verso metà ottobre. Il trapianto viene eseguito conficcando i carducci nel terreno, facendo attenzione che la gemma risulti in superficie. La carciofaia ha una durata media di 3-4 anni; il primo anno la produzione è molto tardiva (maggio) e modesta, mentre si raggiunge piena produzione il secondo anno. L’investimento a mq è piuttosto basso, comunque condizionato dalla ridotta disponibiltà idrica in cui viene coltivato: 1 pianta a mq, per 10-11.000 piante/ettaro.

Tradizionalità

Riferimenti storici risalenti alla fine del ‘700 e testimonianze di alcuni produttori. Citazione ne “I Prodotti Tipici delle Marche” redatto dalla Regione MarcheServizio Valorizzazione e promozione.

Territorio di produzione

Provincia di Ancona, particolarmente nei comuni di Jesi, Monsano, San Marcello, Belvedere Ostrense, Morro d’Alba, San Paolo di Jesi, Monte San Vito

Frittelle di polenta PAT Marche

Pizzettine fritte a base di farina di mais, schiacciate, abbastanza sottili. E’ necessario dare corpo alla pasta della polenta raffreddata con della farina di grano, quindi formare delle pizzettine e friggerle. Servirle poi spolverate con zucchero semolato.

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Funghetto di Offida PAT Marche

Il prodotto si presenta a forma di palline bianche (che ricordano vagamente la forma di un piccolo fungo) del diametro di circa 2-3 cm. Al tatto sono duri come argilla secca. Risultano molto croccanti.

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Pane a lievitazione naturale PAT Marche

Dopo un breve riposo si staccano (da 0.5 a 1 Kg) dei pezzi di pasta e si modellano a forma di filone, incidendo con un coltello la parte superiore. Una parte della pasta viene messa da parte per riformare la “madre” da utilizzare successivamente. Le forme di pane, allineate su una tavola di legno, al…

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