Copeta PAT Lazio

Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava l’unica occasione per mangiare più abbondantemente e, soprattutto, piatti più elaborati e costosi. Alle festività natalizie del comune di Acquapendente è legata la tradizione delle Imbriachelle che devono il nome, all’aggiunta nell’impasto, di un buon bicchiere di vino.

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Rescresciuti PAT Lazio

I Rescresciuti di Maenza sono dolcetti a forma di ciambella, composti da farina tipo 00, uova, zucchero, lievito naturale, limone, sambuca o rhum o alchermes; in alcuni casi è prevista anche l’aggiunta di latte e strutto. L’impasto ben amalgamato, liscio e compatto viene lasciato lievitare, per 2 ore o per una notte intera a seconda della procedura seguita dal produttore. Dall’intero impasto viene recuperato un certo quantitativo che viene lasciato “ricrescere” per 2 ore circa e successivamente lavorato a formare delle ciambelle più o meno grandi. La cottura avviene nel forno per qualche minuto a 250°C circa. Sono i dolcetti della Pasqua la cui produzione avviene da più di trent’anni presso i produttori locali.

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Imbriachelle PAT Lazio

Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava l’unica occasione per mangiare più abbondantemente e, soprattutto, piatti più elaborati e costosi. Alle festività natalizie del comune di Acquapendente è legata la tradizione delle Imbriachelle che devono il nome, all’aggiunta nell’impasto, di un buon bicchiere di vino.

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Lacna stracciata di Norma PAT Lazio

La parola “lacna” ha, nel basso Lazio, il significato generale di impasto ammassato e successivamente steso con il matterello. Numerose citazioni dalla letteratura greca e latina fanno dedurre che questo piatto sia esistito con continuità dall’epoca classica: Aristofane e Orazio usano i termini làganon (greco) e laganum (latino) per indicare un impasto di acqua e farina, tirato e tagliato a strisce. Il laganum, considerato inizialmente cibo dei poveri, acquisisce col tempo tanta dignità e popolarità da entrare nel quarto libro del De re coquinaria di Apicio.

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Gliu Sangonato PAT Lazio

Si tratta di una preparazione prettamente invernale, legata all’uccisione del maiale, di cui come tutti sanno “non si butta niente”. L’origine si deve far risalire agli inizi dell’800, quando la cucina ciociara era il risultato dei continui scambi commerciali e culturali con Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie. Da allora la ricetta si è tramandata di generazione in generazione e ancora oggi è possibile gustare questa specialità presso le famiglie in cui ancora continua il rito della macellazione casalinga del maiale

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Gnocchi di tritello di Valmontone PAT Lazio

Gli gnocchi di tritello appartengono sicuramente alla tradizione culinaria di Valmontone, antica città in provincia di Roma a circa 40 km dalla Capitale, che sembra sia stata fondata da Glauco, figlio di Minosse e chiamata Labicum, dalla denominazione dello scudo di battaglia. Il nome Valmontone appare per la prima volta in un documento del 1139, e significa “valle soprastata da un monte”, in virtù del fatto che il centro abitato sorge su un colle tufaceo a 330 m s.l.m., sovrastante la valle

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Gnocchi ricci PAT Lazio

Gnocchi preparati con patate e farina di castagne. Si dispone la farina di grano tenero e quella di castagne a fontana, dopodiché si lessano le patate, si schiacciano e si uniscono alla farina, aggiungendo noce moscata ed un pizzico di sale. Dopo aver lavorato l’impasto si ricavano gli gnocchi. La consuetudine di preparare alimenti a base di farina di castagne è tipica delle zone castanicole del Cicolano e del territorio di Antrodoco. La ricetta è frutto di ingredienti storicamente facili da reperire delle famiglie contadine.

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Gnocchi di castagne PAT Lazio

Gnocchi preparati con patate e farina di castagne. Si dispone la farina di grano tenero e quella di castagne a fontana, dopodiché si lessano le patate, si schiacciano e si uniscono alla farina, aggiungendo noce moscata ed un pizzico di sale. Dopo aver lavorato l’impasto si ricavano gli gnocchi. La consuetudine di preparare alimenti a base di farina di castagne è tipica delle zone castanicole del Cicolano e del territorio di Antrodoco. La ricetta è frutto di ingredienti storicamente facili da reperire delle famiglie contadine.

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Gnocchi de lu contadino PAT Lazio

Gnocchi ottenuti dalla sola farina di grano senza aggiunta di patate. Per prepararli si porta a bollore dell’acqua salata nella quale si versa, poi, della farina di grano tenero. Si lavora l’impasto con un cucchiaio, si versa sulla spianatoia e si formano gli gnocchi. Pasta fresca tipica della cucina povera; la sua preparazione è tramandata da sempre oralmente.

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Gnocchetti di polenta PAT Lazio

Gnocchi di piccole dimensioni e colore giallo, preparati amalgamando farina di mais mista a farina di frumento, sale e acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto non troppo duro, da cui si ritagliano gli gnocchi. Detti anche “gnocchitti de pulenta”, la loro ricetta si tramanda oralmente da generazioni e rappresentano un tipico esempio di cibo povero della tradizione contadina, legato alla produzione di mais e frumento.

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