Panicella di Sperlonga PAT Lazio

Dolce pasquale a base di farina, uova, latte, zucchero, burro, liquore e semi di anice, lievito di birra, lievito naturale e vanillina. Si prepara la pasta di pane detta “cresciuto” con il lievito naturale e si lascia lievitare per circa 4 ore; successivamente si aggiungono gli altri ingredienti. L’impasto viene fatto lievitare per 2-3 ore, poi lavorato nella forma di panicella e lievitato per 2-3 ore. La cottura avviene in forno per 15-20 minuti a 180°C. Tipico dolce pasquale, vanta una lunga tradizione: da più di 25 anni la sua presenza sul mercato locale è garantita dai panifici locali.

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Pane cafone PAT Lazio

Il pane è l’alimento tradizionale per eccellenza ma solo in pochi posti si tramanda il processo produttivo originario. Nel comune di Santi Cosma e Damiano e Castelforte, sono rimasti in pochi a produrre il pane così come tramandato dalle generazioni precedenti. Si tratta del Pane cafone cosiddetto perché era il pane del volgo, fatto con ingredienti base e senza alcuna decorazione o segnatura sulla superficie, come croci o tagli di varie forme. È un pane che si collega alla tradizione casertana, poiché fino al 1927 questo territorio ricadeva, in Terra di Lavoro. In numerose composizioni dialettali di poeti locali ritorna con insistenza il ricordo del rituale legato al pane fatto in casa, quando le massaie si svegliavano presto per “ammassare” lentamente “la màtera”.

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Palombella PAT Lazio

Prodotto dolciario di antica origine, la cui preparazione tradizionale non prevede l’aggiunta di zucchero ma utilizza gli aromi naturali e la cannella come dolcificanti. Si tratta di una variante “dolce” di pane, preparato solo in occasione delle festività pasquali. Presenta forma di nido di colomba con uovo al centro, da cui il nome “palombella”. Nell’iconografia cristiana, l’uovo è il simbolo della Resurrezione, il simbolo della rinascita di Cristo; il suo guscio rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente, mentre la colomba sottintende un messaggio di augurio facendo riferimento alla pace. Si era soliti portare la Palombella in Chiesa il venerdì o il sabato Santo per farla benedire e consumare nel corso della colazione di Pasqua. Un tempo assumeva il sapore delle cose a lungo desiderate, dal momento che nel corso della Quaresima era vietato mangiare uova, perché cibo di origine animale.

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‘Ndremmappi di Jenne PAT Lazio

Gli ‘Ndremmappi rappresentano l’eccellente risultato di un matrimonio che dura centinaia di anni tra il mare e la montagna. L’introduzione delle alici nel condimento si deve ai pastori locali. Si narra infatti che un tempo quando in autunno le piane dei Fondi di Jenne e di Campitelli si coprivano di neve, i pastori portavano le greggi a svernare a Sud, verso la pianura pontina. A primavera, per il lungo viaggio di ritorno, portavano con sè i pochi prodotti che potevano conservarsi facilmente: passata di pomodoro e alici sotto sale. Da questi semplici ingredienti, e dalla farina di grano della terra di Jenne e dalle alici, è nato un piatto gustoso che unisce l’aroma del mare alle tradizioni di montagna. Dal 1911 a Jenne è presente il molino comunale a pietra, ancora oggi utilizzato per macinare la farina per gli ‘Ndremmappi di Jenne. A Jenne nel mese di settembre la Pro Loco organizza la ultratrentennale “Sagra degli Ndremmappi”.

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Pane integrale al forno a legna PAT Lazio

Si impasta a mano la farina di grano tenero, precedentemente “crivellata” per separare la crusca grossolana, con acqua, sale e lievito naturale. Dalla pasta si ricavano pani di circa 2 kg, che lievitano circa 2 ore in madie di legno, coperti da teli di lino. Si cuoce in forno a legna a 250-300°C, per 2 ore circa. Il forno è alimentato con legna di quercia, leccio e rami di olivo. Il prodotto si conserva per 5-6 giorni. La produzione di questo tipo di pane poggia su una tradizione ultrasecolare. La tradizionalità è data dall’uso del lievito naturale e dalla cottura esclusivamente in forno a legna.

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Pane di semola di grano duro PAT Lazio

Questo pane risulta leggero, morbido e fragrante, grazie alla farina impiegata che è quella di semola di grano duro. Si mantiene morbido per alcuni giorni ed è ottimo per le bruschette e i panini farciti con afettati e formaggi. Viene preparato un piccolo impasto con farina di semola di grano duro e acqua e si lascia che al suo interno si sviluppino i lieviti naturali. Il giorno successivo questo lievito naturale viene aggiunto al resto dell’impasto per farlo lievitare. La cottura avviene nel forno a legna. La tradizione legata alla produzione di questo pane si è consolidata da epoche remote. Il forno a legna veniva acceso per fare il pane una volta a settimana.

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Pacchiarotti PAT Lazio

Prodotto dolciario a base di farina, zucchero, trito di mandorle, noci e nocciole, vino bianco ed olio extravergine d’oliva. Prima della cottura, che avviene in forno a 220°C circa, i Pacchiarotti vengono spennellati con vino e zucchero. Presentano forma di bastoncini irregolari, sapore dolce e colore marrone chiaro. La ricetta, di origini locali, viene tramandata oralmente da generazioni. Si tratta di una specialità della pasticceria secca di Anagni. Sono biscotti da meditazione, ideali per accompagnare i vini da dessert.

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Murzitti PAT Lazio

I Murzitti presentano colore dorato scuro e sapore dolce di noci e miele. Su una sfoglia preparata
con farina, uova, zucchero e olio extravergine di oliva si dispone un impasto ben amalgamato di noci macinate, uvetta, vermuth, zucchero e miele. Si arrotola e si taglia a strisce. La cottura avviene in forno a legna. Si tratta di una preparazione domestica legata alla tradizione delle feste natalizie. La ricetta è tramandata oralmente e si ha notizia di un dolce natalizio molto simile realizzato in provincia dell’Aquila, territorio confinante con la provincia reatina che fino al 1927 era amministrativamente legata all’Abruzzo.

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Pagnottelle di Salatuoro di Sezze PAT Lazio

Le Pagnottelle di salatuoro di Sezze legano la loro produzione ad una antica tradizione, ossia la benedizione del pane nel giorno dell’Assunta. Si tratta di un rito pagano, passato ed adattato alla ritualità cristiana. Durante l’impero di Augusto, infatti, nel giorno delle idi a lui dedicate, venne istituita una festa per celebrare il pane prodotto dal nuovo raccolto di grano. Il rito venne ripetuto per molti secoli fino ad arrivare al Seicento, quando la Chiesa Cattolica trasformò la festa pagana nel rito cristiano dell’Assunta. A Sezze la pagnotta di pane portata sull’ara sacrale si trasformò presto in un dolce che prese il nome di “pagnottella”. Il dolce veniva esposto dalle famiglie lungo il percorso della processione e poi consumato in casa o nelle scampagnate fuori città per la festa di Ferragosto. Oggi la produzione è occasionale, dalla primavera fino all’autunno, mentre è costante ad agosto, specie in corrispondenza della festa dell’Assunta.

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Mostarde ponzesi PAT Lazio

Con la realizzazione di questi dolci di ottima serbevolezza, in un momento di ricchezza di produzione (l’estate) si riusciva a far fronte ai fabbisogni dei periodi di carenza di produzione (l’inverno) con le poche risorse disponibili, e quindi, a soddisfare l’esigenza alimentare con un prodotto nutriente e zuccherino. Questo tipo di trasformazione è classica in tutte le isole del Mediterraneo, per le quali il ruolo dell’autoconsumo è stato storicamente decisivo nel consolidare la presenza dell’uomo in contesti spesso isolati fin da epoche remote. Nel caso di Ponza vi è dotazione certa della colonia borbonica sull’isola del XVIII secolo, cui viene fatta risalire la preparazione.

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