
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Cixiri de Musei
Il cece ha una forma rotonda di piccole dimensioni con diametro che non supera gli otto millimetri. Esistono due varianti di colore: beige chiaro (cixiri biancu) e beige scuro (cixiri nieddu) . Il primo ha una fioritura bianca, mentre il secondo viola.

La semina dei ceci di Musei viene preceduta da lavori di preparazione del terreno quali l’aratura a 30-40 cm di profondità e la fresatura. L’aratura viene preceduta, laddove è disponibile del letame maturo, dalla pratica della concimazione organica. La semina può essere eseguita manualmente ( su piccole superfici) o meccanicamente nel periodo tra Febbraio e Marzo.
Avviene ponendo i semi distanti tra loro tra i 10 e 30 cm sulla fila e almeno 60 cm tra una fila e l’altra. I semi sono posti alla profondità di 1-2 cm. Durante il ciclo colturale si rende necessario un controllo delle erbe infestanti che viene eseguito con sarchiature manuali e/o meccaniche, a partire dal momento in cui la pianta ha un’altezza intorno ai 10 cm e in numero variabile da due a quattro.
La coltivazione
La coltivazione viene praticata interamente in asciutto, eccezionalmente ed in annate particolarmente siccitose si interviene con delle irrigazioni di soccorso al momento della fioritura della pianta.
La raccolta si esegue manualmente o meccanicamente (preferibilmente nelle prime ore del mattino) nei mesi di Giugno – Luglio, al termine del completo disseccamento delle piante. Nel caso della raccolta manuale, le piante sono estirpate e raggruppate in mazzi che vengono legati e sistemati su un telo in un unico strato per essere sottoposti alla trebbiatura (rottura dei baccelli e fuoriuscita dei semi).
La trebbiatura si esegue manualmente con la battitura, che consiste nel battere la massa vegetale con un cilindro in legno con manico (su mallu) al fine di provocare la rottura dei baccelli e la fuoriuscita e distacco dei semi. La stessa operazione di trebbiatura può essere eseguita meccanicamente con un mezzo agricolo (trattore) che schiaccia, passando in continuazione sopra la massa vegetale, fino alla completa rottura di tutti i baccelli .
Trebbiatura tradizionale
Tradizionalmente le operazioni di trebbiatura venivano realizzate anche con l’impiego di un giogo di buoi , facendogli calpestare la massa vegetale sistemata in un luogo piano e all’aperto (aia). Completata la trebbiatura, la separazione di gran parte della massa vegetale dai semi avviene attraverso l’impiego di forconi e/o rastrelli.
Alla trebbiatura seguono le operazioni di cernitura e selezionamento. La cernitura viene eseguita manualmente sfruttando il vento (bentuadura) nelle giornate di maestrale, facendo cadere da una certa altezza il materiale al fine di separare i semi dalle altre parti ( baccelli-rametti) più leggere. Con il selezionamento si procede a selezionare i semi in base alla pezzatura, al colore e alla presenza di eventuali difetti ( es: semi spezzati).
Tradizionalità
Dagli inizi dello scorso secolo, la valle del Cixerri, con al centro il paese di Musei, era largamente interessata alla coltivazione di cereali e legumi pregiati quali fave, piselli e ceci. La maggior parte dei terreni era di proprietà della nobile famiglia degli Asquer, che aveva decine di agricoltori alle sue dipendenze.
Furono questi agricoltori che selezionarono le migliori varietà di legumi e , in particolare, di ceci che conservarono in sacchetti col timore che la varietà potesse andare persa a causa di annate avverse, siccità, scarsi raccolti, distruzione da incendi o pascolo incontrollato. Alcuni di questi sacchetti di ceci sono stati recentemente ritrovati dentro un muretto destinato alla demolizione.
I ceci erano stati nascosti nel 1930 ed avevano le stesse caratteristiche di quelli coltivati negli anni sessanta. Negli ultimi anni la varietà è stata notevolmente apprezzata e rivaluta e pertanto anche coltivata nello stesso territorio..
Territorio di produzione: Musei (SU)

Acquavite fil e ferru PAT della Sardegna
Bevanda ad elevata gradazione alcolica, incolore, non aromatizzata i cui sentori ricordano in modo più o meno marcato i profumi dei vini e delle vinacce d’origine. Varianti al distillato base sono l’acquavite aromatizzata con essenze spontanee tipiche della Sardegna quale corbezzolo, i semi di finocchietto selvatico.

Canestrello di Carloforte – Canestréllu du Paize PAT Sardegna

Is Coccoisi de casu PAT Sardegna
Questo prodotto ha la forma di semiluna, di colore dorato, dal tenue odore di menta selvatica, con un ripieno di formaggio ovino fresco.