Zafferano di Sardegna PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Nelle lingue europee la pianta è indicata con termini di chiara derivazione araba: Safran (in francese), Saffron (in inglese), Safran (in tedesco), Azasfran (in spagnolo), Safra (in catalano); è con quest’ultimo nome che lo troviamo negli atti notarili rinvenuti in Sardegna dal 1550 in poi.

Vernacoli Sardi: Campidanese (Tsanfarànù), Gallurese, (Zanfarànu), Sassarese (Tanforànu), Logudorese (Tafferànu – Tanfarànu), Meilogu (Tonfarànu), Sardegna Centrale (Tafferànu – Thaffarànu – Thamfarànu – Toffarànu).

TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE

La Sardegna è la capitale d’Italia nella coltivazione e produzione dello zafferano. Un recente lavoro di censimento delle aziende produttrici di zafferano ha confermato l’esistenza di una superficie coltivata di circa 35 Ha. Il centro di maggiore produzione di zafferano in Sardegna è San Gavino Monreale con 20 Ha coltivati e una produzione media di circa 200 Kg. Altra zona di produzione è quella che interessa alcuni comuni della Marmilla, come Turri e Villanovafranca con una superfice coltivata intorno ai 7 Ha. Oltre i maggiori centri di produzione citati in precedenza, la coltivazione dello zafferano viene esercitata anche se su piccole superfici, in agro di Ozieri (5000 mq), Suelli, Orgosolo e Valledoria.

DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO

La preparazione della droga avviene attraverso il disseccamento veloce degli stimmi che, insapori allo stato fresco, presentano un aroma caratteristico e tingono di giallo la saliva.

DESCRIZIONE DELLE METODICHE DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA

In particolare la preparazione avviene attraverso le seguenti fasi :

Raccolta dei fiori.

I fiori sono staccati all’emergenza o in preantesi nelle prime ore del giorno, con un taglio praticato con l’unghia del pollice sull’indice, vengono poi posti in spote o ceste e portati all’abitazione dove avviene subito (entro la stessa giornata) la seconda fase (mondatura) La raccolta dei fiori dura intorno ai 15 giorni in un arco di tempo compreso fra la seconda metà di ottobre e la prima decade di novembre. Negli impianti meno estesi, dove la superficie impiantata non supera i 1000 mq, la raccolta viene effettuata da tutta la famiglia, con l’aiuto di una o due persone durante i giorni di massima fioritura.

Separazione degli stimmi o mondatura.

Si separano gli stimmi dalle restanti parti del fiore, ossia dal perigonio e dagli stammi. La tecnica
tradizionale utilizzata in Sardegna per eseguire questa operazione consiste nell’aprire il fiore con
entrambe le mani e nel recidere lo stilo poco più in alto dell’attaccatura dei tre stigmi facendo attenzione a non dividerli. Per rendere il prodotto più puro possibile è necessario eliminare completamente la parte biancastra dello stilo che tiene uniti i tre stimmi. Oggi molte giovani recidono il fiore, senza aprirne i petali, nel tubo perigoniale, con l’unghia oppure con un paio di forbici, tenendo gli stimmi con l’altra mano per evitare che cadano nel tavolo sopra i fiori già puliti. Gli stimmi sono poco manipolati per evitare che la droga subisca un deprezzamento già in questa fase di preparazione. Per eseguire questa operazione occorre a parità di fiori il doppio del tempo e il triplo delle persone necessarie per la raccolta. Un’esperta pulitrice può pulire una media di 5-6 grammi di prodotto essiccato (600-700) all’ora.

Essiccazione.

Gli stimmi vengono sistemati distanziati su un piatto, su una tavoletta o su altri ripiani e sottoposti all’essiccamento. Questi supporti vengono poi avvicinati o sovrapposti a sorgenti di calore blando (sole, camino o altra fonte di calore non turbolenta) in modo che il disseccamento avvenga costantemente e progressivamente in poco tempo fino a quando gli stimmi si spezzano facilmente con frattura netta. In Sardegna gli operatori dopo la separazione degli stimmi e prima dell’essiccazione manipolano la droga con le dita umettate con l’olio extravergine di oliva (feidatura). La finalità della manipolazione della droga con l’olio è quella di migliorare l’aspetto e la conservabilità. Le quantità d’olio impiegate sono di circa un cucchiaino per 100 grammi di prodotto fresco. L’essiccazione deve avvenire a temperature comprese fra i 35-45° C e de termina una perdita di peso di circa 1/5.

Conservazione.

La droga va conservata compressa in contenitori di varia qualità, in ogni caso assolutamente ermetici, affinché all’interno residui la minima quantità di aria possibile. Gli stimmi essiccati sono sensibilissimi all’umidità e anche alla luce, perciò i contenitori oltre che ermetici devono essere opachi (vetro o latta).

DESCRIZIONE DEI LOCALI DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA

La fase della separazione degli stimmi o della mondatura, dell’essiccazione e della conservazione avviene nei locali di abitazione, spesso lo stesso soggiorno in cui è ubicato il camino, mentre la fase del confezionamento avviene in appositi locali che rispettano le norme igienicosanitarie vigenti.

TRADIZIONALITÀ – Testimonianze storiche scritte e verbali.

Coccoi de Fracca PAT

Si tratta di un insaccato di carne di maiale o di cinghiale che assume la forma di una lunga salsiccia di circa 120 cm. Il sapore è deciso, piccante, la consistenza, dopo la cottura, è uniformemente cremosa.

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Olio di Lentischio Ollu de stincini PAT Sardegna

Gli scritti e le memorie storiche comprovano che questa pratica di estrazione dell’olio dal lentischio, risale agli anni venti quando, subito dopo la prima guerra mondiale, tanto era il bisogno di approvvigionamento di oli alimentari.

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Zafferano di Sardegna PAT

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