Il paesaggio del grano: l’area cerealicola di Melanico in Molise

La secolare pratica della cerealicoltura nell’area di Melanico, ha conferito un’impronta al paesaggio, caratterizzato da grandi spazi nudi e arricchito a partire dalla metà del ‘900 da piccoli oliveti e dai poderi della Riforma agraria, senza tuttavia perdere l’indiscutibile prevalenza granaria.

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Paesaggio rurale storico delle praterie e dei canali irrigui della Val d’Enza

Paesaggio rurale storico delle praterie e dei canali irrigui della Val d’Enza Si tratta di un paesaggio agrario di praterie che ha preso forma distinta e che si mantiene attorno al fitto reticolo della irrigazione, il cui elemento fondamentale è il prato polifita permanente, come agroecosistema ricchissimo di biodiversità, maestria idraulica e sapienza agronomica, rivolto a soddisfare l’alimentazione delle razze bovine da latte.

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Paesaggio storico collinare policolturale di Pienza e Montepulciano

Posta a cavallo tra due aree interne di grande fascino quali Val d’Orcia e Valdichiana, l’area candidata possiede caratteristiche storiche peculiari.
Abitata fin da tempi remotissimi, questa zona nel sud della Toscana – nel cuore dell’antica Etruria – possiede clima e caratteristiche morfologiche-geologiche tali da aver sempre consentito un diversificato sfruttamento del terreno, e dunque una modellazione del paesaggio che le ha conferito particolari qualità estetiche

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La corona di Matilde. Alto Reno. Terra di castagni

Nell’alta valle del Reno, al confine con la Toscana, si circoscrive un territorio in cui insediamento umano e cultura del castagno si sono andati sviluppando e consolidando da più di un millennio giungendo sino a noi con segni tangibili e spesso immutati. Il territorio, ultima propaggine dell’Appennino bolognese, delimita una superficie di circa 2500 ettari collocata interamente all’interno del Comune di Alto Reno Terme, in cui emergono gli insediamenti di Castelluccio, Capugnano, Borgo Capanne, Lustrola, Granaglione e Boschi di Granaglione, antichi borghi che conservano ancora l’impianto urbanistico, le tipologie insediative e le emergenze religiose, retaggio del passato

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Paesaggio della fascia olivata pedemontana Assisi – Spoleto

punto di vista storico, culturale e religioso della realtà italiana. Sono presenti innumerevoli centri storici e borghi di antica origine che conservano tutt’oggi un’intima connessione con il paesaggio agrario circostante costituito prevalentemente da oliveti che hanno conservato in buona parte le caratteristiche che avevano in passato.

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Il paesaggio della pietra a secco dell’Isola di Pantelleria

L’isola di Pantelleria si sviluppa su una superficie di 8.453 ettari, collocati al centro del canale di Sicilia, sul rift che divide il continente africano da quello europeo. Il 71,1% della superficie totale dell’isola è coperta da terrazzamenti, 5.899 ettari modellati dall’opera dell’uomo a testimonianza di un lungo utilizzo di questa terra ostile, dominata dalle irrequietezze del vulcano, dalla mancanza di fonti d’acqua, dalla presenza quasi costante del vento. La significatività del paesaggio della pietra a secco dell’Isola di Pantelleria è strettamente legata al secolare impegno dell’agricoltura pantesca che ha utilizzato tecniche di coltivazione specifiche per rispondere ai limiti ambientali, alla necessità di risparmio idrico e alla protezione delle piante dai frequenti e intensi venti dominanti.

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Il paesaggio rurale storico di Lamole – Greve in Chianti

Il paesaggio di Lamole rappresenta il risultato di secoli di adattamento delle popolazioni locali ad un ambiente alto collinare che ha impresso le sue forme alla base naturale allo scopo di sviluppare le attività agricole. L’area, ampliamente utilizzata nel corso dei secoli a scopi agricoli, vedeva già la presenza di importanti insediamenti al tempo degli Etruschi. La storia di quest’area è strettamente legata alle sue caratteristiche geomorfologiche; fino dal periodo romano l’area era stata individuata come zona particolarmente adatta all’agricoltura, per l’esposizione e le caratteristiche del terreno. Le pendenze elevate, almeno dal periodo medievale, hanno favorito in molte parti del territorio la realizzazione di terrazzamenti, costituiti da muri a secco che consentono di sostenere porzioni di terreno che vengono così rese pianeggianti, dando la possibilità di sfruttare le superfici ottenute per le coltivazioni.

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Paesaggio policolturale del Mandrolisai: i vigneti di Atzara e Sorgono (NU)

La regione storica del Mandrolisai, collocata esattamente al centro della Sardegna, degrada con le sue colline granitiche verso sud-ovest collegando il massiccio del Gennargentu alla grande valle fluviale del Tirso e al golfo di Oristano. L’area oggetto della candidatura è ubicata nel settore meridionale del Mandrolisai, che è quasi interamente ricompreso nel bacino idrografico del Rio Massari, sub bacino del Tirso.

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Paesaggio dei “Vigneti terrazzati del versante retico della Valtellina”

L’area nel suo complesso presenta un buon grado di integrità paesaggistica (pari alla classe IV dell’analisi VASA). Sono limitati i fenomeni di dispersione insediativa e i fabbricati rurali sono generalmente ben conservati. Nel 1954 la superficie vitata era molto più ampia e si estendeva su oltre 2.027 ha. Nell’arco di 60 anni vi è stato perciò un notevole abbandono della viticoltura a vantaggio del bosco passato da 1236 a 2136 ha. Come si è potuto constatare nel sopralluogo nel bosco permangono ancora, sia pure in uno stato più o meno intenso di degrado, i terrazzamenti che potrebbero ancora essere oggetto di recupero alla coltivazione della vite. Nonostante queste trasformazioni il paesaggio viticolo ha conservato in vaste aree il suo aspetto storico e tradizionale che fanno della Valtellina probabilmente uno dei più estesi sistemi terrazzati viticoli del Nord Italia.

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Paesaggio Agrario di Olivastri storici del Feudo di Belvedere

Le aree umide presenti nell’ambito Gargano occupano ben il 6% circa della superficie e sono rappresentate per la quasi totalità dalle due lagune costiere di Lesina e Varano. La quasi totale assenza di idrologia superficiale ha determinato una scarsa presenza di zone umide al difuori delle due lagune costiere sebbene siano attualmente rinvenibili piccole aree sopravvissute alla bonifica e alla urbanizzazione, tra cui la più significativa è rappresentata dalla Palude di Sfinale presente sulla costa tra Peschici e Vieste.

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