Carne di pollo trattata con: zucchero, aceto, uva passa, acqua, strutto, olio, cipolla, pane grattugiato. Si fa lessare mezzo pollo, a un terzo della cottura, si taglia a pezzetti e si pone con un intingolo preparato con strutto, olio e una cipolla tritata. Si fa rosolare il tutto rimescolando e aggiungendo un grosso bicchiere riempito per tre quarti di acqua e una di aceto, alcuni cucchiai di zucchero e l’uvetta rinvenuta in acqua. Si lascia bollire lentamente e prima di togliere dal fuoco si aggiunge pan grattato badando che il liquido non venga completamente assorbito.
View More Dolce e brusco PAT Emilia RomagnaMese: Marzo 2024
Cotenna e ceci PAT Emilia Romagna
Piatto a base di ceci, bicarbonato, sale, cotenne, puntine di costine di maiale, burro, olio, funghi, acqua. Si mettono a bagno i ceci con il bicarbonato e il sale per 24 ore, si scolano e si versano in una pentola coperti da quattro dita d’acqua, cotenne e alcune puntine (non scheggiate) di costine e si cuoce a fuoco lento.
View More Cotenna e ceci PAT Emilia RomagnaConiglio in umido o alla cacciatora PAT Emilia Romagna
Coniglio cotto con aromi vari, cipolla, pomodoro e vino bianco. Si pulisce bene il coniglio, si vuota, si taglia a piccoli pezzi, si lascia a bagno in acqua fredda e un po’ di aceto per alcune ore, si asciuga bene, si rosola in un tegame di terracotta con strutto o poco olio, sale, pepe abbondante, aglio tritato e un mazzetto di odori (rosmarino, salvia e alloro). Rosolato che sia, si bagna col vino e si porta a cottura a fiamma bassissima e a tegame coperto.
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Se scorriamo le pagine della gastronomia italiana, nei grandi pranzi aristocratici il coniglio non figurava mai perché ritenuto carne inferiore di fronte a quella di altri animali più pregiati. Il coniglio arrosto appartiene al filone della cucina tradizionale reggiana. Nelle campagne, la “conigliera” era ed era accudita dalle donne che , un tempo, la alimentavano con poca spesa (“romel” ed erba). Ne ricavavano guadagni per le loro spese voluttuarie e, le più giovani, soldi da mettere da parte per la dote.
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Ogni anno il 22 marzo celebriamo la giornata Mondiale dell’Acqua. L’evidenza scientifica è chiara: il clima sta cambiando e continuerà a cambiare, influenzando le società principalmente attraverso l’acqua. Il cambiamento climatico influenzerà la disponibilità, la qualità e la quantità di acqua per i bisogni umani fondamentali, minacciando l’effettivo godimento dei diritti umani all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per potenzialmente miliardi di persone. L’alterazione del ciclo dell’acqua porrà anche rischi per la produzione di energia, la sicurezza alimentare, la salute umana, lo sviluppo economico e la riduzione della povertà, mettendo così seriamente a repentaglio il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
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Timballo a base di cipolle, uva passa e pinoli. Si lessano le cipolle e si riempiono le singole squame con cipolla trita e fritta in olio, a cui si aggiungono aceto, zucchero, pinelle (pinoli). Segue quindi una cottura con sopra un “testo” (coperchio di terracotta)caldo.
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Cipolle fritte con salsa acciughe, mosto d’uva cotto, zucchero e spezie. Si lessano le cipolle poi si friggono. La salsa è preparata con acciughe, erbe buone trite, mosto d’uva cotto, un poco zucchero e spezie
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Piatto a base di cipolle, burro e formaggio. Dopo aver lessato le cipolle si strizzano, vi si metta sopra burro e formaggio, quindi si riscaldino ancora un po’.
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Un piccolo cavolo nostrano, pane e formaggio grattugiati, carne lessa tritata, olio, burro, uova, sale, pepe. Si fa cuocere al dente, in acqua salata, un piccolo cavolo, si scola, si allargano le foglie centrali e nell’ interno si mette il ripieno fatto con pane, un pizzico di sale, pepe, formaggio, carne lessa tritata e 2 o 3 uova. Una volta ricomposto il cavolo lo si lega con un filo affinché il ripieno non si spanda e si fa rosolare con olio e burro in una terrina fino a quando non sarà ben colorito.
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Ortaggio cucinato con aggiunta di aglio, prezzemolo, pomodoro. “Dividete una grossa palla di cavolfiore, o due se sono piccole, in spicchiettini che laverete; e così crudi, senza asciugarli, cuoceteli in questo modo: ponete al fuoco un battuto proporzionato di aglio, prezzemolo e olio, e quando sarà rosolato fermatelo con un gocciolo d’acqua. Gettateci allora il cavolfiore condendolo con sale e pepe e quando avrà assorbito il battuto tiratelo a cottura mediante conserva di pomodoro sciolta nell’acqua calda. Dategli grazia e più sapore col parmigiano quando lo mandate in tavola, ove può servir per contorno al lesso, a un umido o ad un cotechino”.
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