Violetta di Villanova di Albenga PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

La violetta di Villanova è una Viola odorata L. appartenente alla famiglia delle Violacee, spontanea in Europa, Asia e Africa Boreale. È una pianta erbacea, con grosso rizoma da cui partono numerosi stoloni aerei radicanti (come la fragola), che l’anno successivo al loro sviluppo originano nuovamente foglie e fiori. I fiori sono doppi, odorosi, grandi e di caratteristico colore violetto. Con le violette di Albenga, fiore delicato e minuto, le confetterie storiche di Genova e Savona producono, oltre che marmellate e confetture, le tradizionali violette candite.

Zona di produzione: Villanova di Albenga

Lavorazione: Prodotto duraturo, con colore e profumo molto intensi. Il terreno investito è di circa 2 ettari e la produzione si aggira intorno ai 150.000 – 200.000 mazzetti annui. Le violette sono ormai coltivate per la quasi totalità in serra ma c’era un tempo in cui, per proteggere i cespi dal freddo, si usavano le canne palustri e nelle giornate invernali, si legavano insieme per formare dei cannicci che venivano distesi sui tralicci di legno. Il terreno era suddiviso in aiuole rettangolari della larghezza di circa due metri e di lunghezza variabile a seconda delle dimensioni del terreno: i cespi venivano posti a una distanza di 25-30 centimetri: l’investimento era quindi di 4 piante a metro.

L’intera famiglia, in particolare le donne, si dedicava alla faticosa raccolta dei mazzetti, con modalità di confezionamento particolari: i fiori, un tempo in numero di 24, oggi 20, sono attorniati dalle foglie delle viole stesse, lasciando gli steli abbastanza lunghi e legandoli tra loro con filo di cotone. La raccolta inizia intorno al 20 ottobre e si conclude a fine marzo. La massima estensione della produzione si ebbe intorno agli anni ’20 e rimase tale fino agli anni ’70. La commercializzazione del prodotto interessava l’Italia e le principali capitali europee come Vienna e Parigi): venivano spedite in cesti fatti con listelli di canne appositamente intrecciati da artigiani del borgo. Attualmente vengono esportate in Francia, Svizzera, Austria e Germania. Non solo il fiore ma anche la foglia veniva raccolta, in modo da integrare il reddito e sfruttare a pieno l’investimento: le foglie erano esportate a Grasse, in Francia, per l’estrazione dell’essenza utilizzata nella preparazione dei profumi.

Curiosità: A partire dalla fine del secolo scorso a Villanova si introdusse la coltivazione delle viole provenienti da Ollioulles-Var dove i contadini villanovesi erano emigrati e avevano appreso le tecniche di coltivazione. Alcuni emigrati infatti portarono in Villanova, località Giairette, alcuni stoloni di violetta ed iniziarono a coltivarle egregiamente.

Aceto di mele PAT Liguria (Axou de meie)

L’affinamento del vin de meie avviene in piccoli barili di legno (caratelli) per il completamento del processo di acidificazione.
L’aceto, il cui nome è la traduzione del latino acetum, nasce dalla fermentazione spontanea del vino o di altre bevande contenenti alcool. L’agente che determina la fermentazione è un piccolo fungo, il Mycoderma aceti.

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