BELU o TRIPPA DI TONNO PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Descrizione del prodotto

Belu o trippa di tonno

CATEGORIA

Preparazioni di pesci, molluschi e crostacei, e tecniche particolari di allevamento degli stessi

TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE

Alcune zone costiere del Sulcis Iglesiente (PortoscusoCarloforte), della Regione Autonoma della Sardegna

DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO

Stomaco del tonno, da consumare fresco, ma anche, soprattutto in passato, opportunamente tagliato ed essiccato con la salatura.

DESCRIZIONE DELLE METODICHE DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E STAGIONATURA

Si procede alla pulitura, spinatura e lavorazione del tonno, separando lo stomaco dalle restanti parti; questo viene aperto e pulito, per l’essiccazione si procede alla copertura dello stomaco con il sale per circa 24-26 ore; successivamente le parti sono lavate in acqua di mare e poste ad asciugare su cannicciati e/o fascine che consentono una certa areazione; una volta che lo stomaco risulta ben asciutto si appende nelle cantine, per la conservazione, e si adopera per la preparazione di piatti tipici locali.

MATERIALI, ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATI PER LA PREPARAZIONE E IL CONDIZIONAMENTO

Banchi per la lavorazione del tonno (pulizia e taglio dello stomaco), cannicciati costituiti da intrecci di fascine di erica o altre arbustive della macchia mediterranea.

ELEMENTI CHE COMPROVANO CHE LE METODICHE SONO STATE PRATICATE IN MANIERA OMOGENEA
E SECONDO REGOLE TRADIZIONALI PER UN PERIODO NON INFERIORE AI 25 ANNI

Le metodiche di lavorazione sono praticate in maniera omogenea, sulla base degli usi locali, protratti nel tempo e conosciute da diverse generazioni. Ciò è testimoniato dalla data di costruzione delle tonnare, presenti in tutto il Sulcis-Iglesiente, che ospitano i locali appositi per l’affumicazione.

Fagiolo Bianco di Terraseo PAT Sardegna

Numerose tracce storiche confermano l’importanza di questa varietà di fagiolo: nel dizionario Angius Casalis sono riportati i dati dell’estensione delle coltivazioni che, nel 1837, erano di circa quaranta ettari. Fonti orali affermano che dal 1950 erano frequenti gli scambi commerciali con i centri abitati limitrofi, spesso basati sul baratto con altri prodotti agricoli. L’intensificarsi delle…

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