Torrone di fichi – panetto di fichi PAT Marche

Prodotto Agroalimentare Tradizionale delle Marche

Il torrone di fichi varia nell’aspetto e nel nome a seconda della forma in cui viene realizzato:

  • Panetto = parallelepipedo (cm. 6x12x2,5 circa);
  • Salame = cilindro (1 = 20 cm. diametro 5 cm. circa;
  • Cuore = piccolo cuore (cm. 10x10x2,5 circa);
  • Bacio della Vergine = pralina (di fichi e mandorle con aggiunta di liquore aromatico, anche in versione glassata al cioccolato.
Credito foto giallozafferano.it Vedi ricetta

I fichi aperti ed affiancati tra loro costituiscono l’involucro per la farcitura interna di mandorle tostate e cedro candito, arricchita, a secondo dei gusti, con cacao, menta, cannella, vaniglia, arancio candito. Il prodotto risulta morbido e friabile, viene preparato a partire dalla fine di settembre, il colore esterno è determinato dalla varietà di fichi utilizzati (solitamente si usano fichi bianchi).

I fichi essiccati vengono tagliati ed allargati a forma di otto, vengono poi sistemati, uno a fianco dell’altro in una piccola forma rettangolare in legno detta “coscena”. Realizzati così il fondo ed i fianchi si procede alla farcitura interna con mandorle, cedro, ed aromi vari. Si passa successivamente alla chiusura della camicia, cioè della base, con un ulteriore strato di fichi. Completata la forma viene eseguita una prima pressatura del dolce con il coperchio della “coscena”.

Il panetto così composto viene lasciato ad asciugare per alcuni giorni. Una volta asciugato viene nuovamente riposizionato nella forma e pressato con un torchietto a mano. Ultimata la pressatura il dolce viene impacchettato con carta per alimenti e confezionato. La lavorazione avviene nel periodo autunno-invernale.

Tradizionalità

  • Il primo riferimento storico risale al 1571 quando in un documento dell’Archivio Storico del Comune di Monsampolo risulta che un “camerario”comunale paga due bolognini d’argento per l’acquisto di un “pezzo di fichi” (da Corriere Proposte, Mara Miritello, 12/99).
    Documentazione storica riferita alla fine del XVIII (Antichità Picene, Colucci, 1795);
  • Citazione in “Ascoli Piceno nel 1882 – Guida della città e dintorni” (G. Gabrielli);
  • Citazione in “La Guida della Provincia di Ascoli Piceno” (C.A.I., 1889) e in “La patria – Geografia dell’Italia”, (G. Strafforello, 1898);
  • Articolo dell’Eco del Tronto del 2 dicembre 1877 che elogia una fabbrica di Monsampolo produttrice dello “squisito Torrone dei Fichi”;
  • Lettera di Giacomo Leopardi del 20 febbraio 1826 al padre per ringraziarlo dell’ìnvio di fichi secchi che il poeta definisce “di un sapore eccellente”.

Territorio di Produzione

Comune di Mondolfo, in particolare il borgo di San Sebastiano.

Ricotta PAT Marche

Materia prima utilizzata: siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte. Ha consistenza fondente, quasi lattiginosa, non grumosa, non pastosa, di colore bianco. Il siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte viene trasferito in caldaia e riscaldato a 80-90°. Si ottiene per affioramento; dopodiché si procede alla formatura in appositi stampi

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Castagnole o castagnoli PAT Marche

Pur rimanendo invariati gli ingredienti le castagnole assumono forme diverse sul territorio: nel pesarese hanno forma allungata, irregolare e contorta, di colore dorato; l’alchermes, con cui vengono cosparse una volta cotte, dona loro un colore rosso acceso, mitigato dallo zucchero con cui vengono spolverate. Occasionalmente vengono anche farcite con crema pasticcera. Nell’ascolano le castagnole assumono…

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