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ACETO BALSAMICO DI MODENA DOP

Il processo di trasformazione dell’Aceto Balsamico di Modena ha inizio con la cottura o concentrazione del mosto, ottenuto da 7 vitigni tipici della zona di origine, a cui viene aggiunto aceto di vino in proporzioni variabili e una aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni. In botti o tini di legno si avviano quindi l’acetificazione e l’affinamento, per un periodo minimo di 60 giorni e fino a oltre 3 anni per il prodotto etichettato come “invecchiato”.

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ACETO BALSAMICO DI MODENA DOP

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PROSCIUTTO DI PARMA DOP

Il Prosciutto di Parma presenta, al taglio, un colore uniforme tra il rosa ed il rosso, inframmezzato dal bianco puro delle parti grasse, con sapore delicato e dolce, poco salato e con aroma fragrante e caratteristico. Il peso del Prosciutto di Parma (trascorsa la stagionatura) deve normalmente essere tra gli 8 e i 10 kg e comunque non inferiore a 7 kg. Il periodo di stagionatura è di minimo 12 mesi.

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PROSCIUTTO DI PARMA DOP

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COLLINE DI ROMAGNA DOP olio EVO

Secondo quanto previsto dal disciplinare, l’estrazione dell’olio deve avvenire necessariamente entro 2 giorni dalla raccolta delle olive, che viene effettuata a mano. Dopo essere stata privata delle sue foglie e lavata, l’oliva è macinata e separata ad una temperatura massima di 27 gradi. Al termine del procedimento di lavorazione, l’olio Colline di Romagna ha un sapore fruttato di oliva con eventuale sentore di mandorla, carciofo e pomodoro. Il colore è dal verde al giallo oro.

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COLLINE DI ROMAGNA DOP olio EVO

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BRISIGHELLA DOP olio EVO

La raccolta delle olive avviene direttamente dall’albero nel periodo che va dal 5 novembre al 20 dicembre e non può superare i 5.000 kg di resa per ettaro. Il procedimento inizia con il lavaggio a 27 °C e termina con la spremitura. Ogni altro trattamento è vietato. Quando è immesso al consumo, l’Olio è di colore verde smeraldo con dei riflessi dorati, accompagnato da un odore fruttato di oliva, che si integra con la sensazione di carciofo e note di erba e pomodoro.

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BRISIGHELLA DOP olio EVO

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SQUACQUERONE DI ROMAGNA DOP

Lo Squacquerone di Romagna si ottiene da un processo di lavorazione che inizia con una fase di riscaldamento del latte e termina con quella di maturazione del formaggio che ha una durata di circa 4 giorni in ambienti con una temperatura di massimo 6°C. Il prodotto finito ha un peso massimo di 2 kg, è di color bianco perla e possiede un aroma delicato e dolce, accompagnato dall’inconfondibile consistenza cremosa e spalmabile.

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SQUACQUERONE DI ROMAGNA DOP

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PROSCIUTTO DI PARMA DOP

Il Prosciutto di Parma è una DOP che si ottiene dalla lavorazione di cosce di suini allevati in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio e lavorate nella zona di Parma. La sua qualità è conosciuta in tutto il mondo, soprattutto per la mancanza di additivi e conservanti. L’allevamento dei suini è articolato in quattro fasi: l’allattamento, lo svezzamento, il magronaggio e l’ingrasso. Il suino deve essere nutrito con mais, orzo, avena e altri alimenti specificati nel dettaglio all’interno del disciplinare. Le condizioni dell’allevamento devono essere ottimali e le relative strutture devono garantire una situazione di benessere per gli animali allevati.

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PROSCIUTTO DI PARMA DOP

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SQUACQUERONE DI ROMAGNA DOP

La DOP Squacquerone di Romagna è un formaggio a pasta molle con maturazione rapida. Per ottenere questo prodotto è necessario lavorare il latte vaccino proveniente da razze selezionate come Frisona Italiana, Bruna Alpina e Romagnola, alimentate principalmente con foraggi ricchi di fibre. Per la lavorazione del latte sono necessarie una percentuale di materia grassa pari a 3,5% e una percentuale di materia proteica pari a 3,1% del peso volume.

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SQUACQUERONE DI ROMAGNA DOP

Antiche varietà di castagne piacentine: Domestica di Gusano, dmestiga d’Gusan, e Marrone di Vezzolacca, maron d’ Vesulaca PAT Emilia Romagna

Una tradizione legata alla coltivazione del castagno era quella conseguente alle operazioni necessarie per ottenere farina di castagno, che, conservata per buona parte dell’anno, costituiva l’alimento principale per la sopravvivenza delle popolazioni di montagna. Allo scopo erano presenti vicini ai castagneti, apposite costruzioni dette “castagnere”, piccoli edifici provvisti di un locale con forno da pane in un angolo, e soffitto con travatura fitta su cui si adagiavano le castagne che rimanevano continuativamente nel calore del fuoco per circa 30-40 giorni fino a completa essiccazione.

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Acqua d’orcio o d’orzo PAT Emilia Romagna

Acqua d’orcio Fare prima macerare in abbondante acqua le radici di liquirizia, successivamente fare bollire il tutto, con l’estratto di liquirizia ed eventualmente semi di finocchio, anice e buccia di arancia. Dopo lunghissima bollitura (anche fino a 24 ore) fare raffreddare e poi filtrare. Il prodotto ottenuto si allunga con acqua in proporzione uno a dieci.

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