Mitili muscoli del Golfo della SpeziaPAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

I mitili vengono allevati in vivai la cui singola area varia da 500 a 2000 metri quadrati. I vivai sono costituiti da pali di ferro zincati puntati sul fondale o da galleggianti collegati tra loro da corde di nylon, tese sotto il livello del moto ondoso a cui sono annodati i cosiddetti pergolati o reste su cui crescono i mitili. Le reste sono a loro volta formate da reti di nylon a calza tubolare in numero di due, poste una dentro l’altra, all’interno delle quali vengono posti i grappoli di giovani mitili.

Nel corso del ciclo di allevamento, che dura da 13 a 15 mesi, le reti vengono sostituite più volte, utilizzando maglie a dimensioni opportunamente crescenti. Trascorsi tre mesi dall’inseminazione, i mitilicoltori, a bordo della loro imbarcazione, chiamata schio, afferrano e tirano su le corde con i mitili e scelgono i frutti più grossi fino al raggiungimento della quantità di raccolta stabilita. Dopo aver subito il processo di depurazione, i mitili vengono confezionati in reti da 2 Kg.

Zona di produzione: Golfo della Spezia

Lavorazione: In Liguria, i mitili sono chiamati anche muscoli. La stagione migliore per gustarli va da aprile a novembre perché sono più pieni e più gustosi. Immancabili in un menu costiero, si possono mangiare crudi, fritti, nel sugo e in zuppa.

Curiosità: È nel mare della Spezia, estrema propaggine levantina della Liguria, che i mitili trovano il loro luogo ideale per la ricchezza di plancton, la tranquillità delle acque e per la non abbondanza di sale.
Furono i Romani a praticare per primi la coltivazione dei frutti di mare; i monaci medioevali continuarono tali pratiche e i pescatori della Spezia impararono presto questa tecnica ma solo alla fine dell’800 la mitilicoltura fu approfondita a livello scientifico. Sono presenti per tradizione soprattutto nella cucina del levante perché vengono allevati dal 1887 in numerosi vivai nel golfo spezzino dove trovano un habitat ideale per la ricchezza di plancton, la tranquillità delle acque e la scarsità di sale.

Cavolo broccolo lavagnino PAT

Il cavolo lavagnino (Brassica oleracea var. capitata) è di piccole dimensioni; forma un cappuccio, molto tenero alla cottura, di forma nettamente allungata (obovata). Le foglie sono poco bollose di colore verde chiaro. Alcune foglioline all’interno del cappuccio presentano un caratteristico colore rosa. Questa varietà è stata selezionata nel Chiavarese da antica data. Esistono un broccolo lavagnino a maturazione precoce e…

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Pan Martin PAT

Il pan Martìn viene cotto sotto il testo già caldo su un letto di foglie di castagno per un’ora e mezza. Il luogo dove viene posto tradizionalmente il testo è l’essiccatoio, struttura di dimensioni variabili con muratura in pietrame a secco, internamente non intonacato; il solaio è costituito da una grata in legno su cui…

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Gran pistau PAT Liguria

Minestra tipica del caratteristico borgo di Pigna, il gran pistau è un esempio di cucina antica, anzi antichissima, quando ancora si mangiava il grano che cresceva spontaneamente e si usava il grasso animale al posto dell’olio.

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