Prodotto Agroalimentare Tradizionale delle Marche
Dolce che un tempo veniva preparato nel periodo del carnevale, oggi lo si prepara tutto l’anno. La cicerchiata può assumere diverse forme: a filoncino, a cupola o a ciambella. Compatta e friabile, di colore dorato ma con variazioni di colore a seconda del composto con cui viene guarnita (mandorle, zucchero a velo, canditi, ecc.). Al gusto risulta gradevolmente dolce.
Ingredienti: farina, uova, burro (o olio di oliva), mistrà (utilizzato in provincia di Ascoli Piceno e Macerata) o cognac, zucchero, buccia grattugiata di limone, miele e, a piacere, buccia grattugiata di arancia, canditi, pinoli, mandorle tritate e abbrustolite.
Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Si impasta la farina con le uova, il burro (o l’olio), lo zucchero, la buccia di limone grattugiata ed il mistrà o cognac. L’impasto viene lavorato fino ad ottenere una pasta morbida ed omogenea che, stesa con il mattarello fino ad uno spessore di circa mezzo centimetro, viene arrotolata. Si formano in questo modo bastoncini (“bigoli”) che vanno poi tagliati in piccole palline della dimensione di un seme di cicerchia.
In una padella, dove intanto si è fatto scaldare lo strutto, si versano le palline facendo attenzione ad agitare spesso la padella in modo da evitare che si attacchino fra loro. Appena le palline assumono una colorazione dorata, si tirano su e si posano a scolare su carta assorbente. In un’altra pentola, nel frattempo, si scioglie a calore moderato del miele (eventualmente anche zucchero) fino a farlo liquefare, evitando che raggiunga la bollitura. Si versano nel miele le palline fritte (a piacere si possono aggiungere mandorle tritate e abbrustolite, pinoli, oppure buccia grattugiata di arance e canditi tagliati a dadini), rimestandoli con un cucchiaio in modo da far legare completamente il composto con lo zucchero caramellato. Successivamente il tutto viene quindi versato su un piatto, modellato con mani inumidite fino al raggiungimento della forma desiderata e lasciato raffreddare e consolidare. La cicerchiata va servita fredda a fette o spicchi e conserva il suo gusto fragrante per alcuni giorni.
Tradizionalità
Riferimenti bibliografici:
- V. Valentini, Tutti a tavola, le ricette della provincia pesarese – Ed. Promoter
- D. Bruni, La liva fritta, ricette, tradizioni e folklore della cucina ascolana – Gli amici degli anni sessanta
- Antologia della cucina popolare, Comunità Montana Alta Valle dell’Esino, Fabriano 1986
- B. Muzi, A. Evans, La Cucina Picena, Franco Muzzio Editore
Territorio di Produzione
Intero territorio regionale, particolarmente nell’anconetano.
Crescia sotto la cenere, torta coi ovi PAT Marche
Si impastano gli ingredienti, “tirando” la sfoglia dello spessore di circa un centimetro e mezzo che si cuoce su un panaro di coccio fino alla formazione, in superficie e in ambo le parti, di una leggera pellicola. La crescia, la cui cottura deve essere ancora completata e migliorata, viene quindi riposta sul piano caldo del…
Carne di pecora sopravvissana PAT Marche
Razza a taglia media, testa con profilo rettilineo, corta e tozza, orecchie appuntite e orizzontali, corna spiralate verso l’esterno negli arieti ed assenti nella pecora. Vello bianco chiuso che ricopre completamente: il tronco, la faccia ventrale, la fronte, gli arti anteriori fino al terzo inferiore dell’avambraccio e quelli posteriori fino al garretto. Tronco cilindrico con…
Cavolfiore Precoce di Jesi PAT Marche
Infiorescenza globosa, formata da corimbi bianchi, racchiusa da foglie ampie di colore cenerognolo. Nel corso degli anni il “Precoce di Jesi” è stato oggetto di ripietute selezioni finalizzate al miglioramento delle caratteristiche commerciali del prodotto. Originarimente infatti, l’infiorescenza presentava le classiche lumachelle (protuberanze coniche a spirale) che, pur rappresentando un magnifico esempio di architettura vegetale,…