Fetticciole bianche e nere PAT Lazio

Sono biscotti secchi la cui preparazione è legata alle feste natalizie. Si presentano nella caratteristica forma cilindrica e di colore marrone (Fetticciole nere) e beige (Fetticciole bianche). La loro consistenza è abbastanza compatta per le presenza del miele, il sapore è particolarmente dolce.

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Fettarelle PAT Lazio

Biscotti dolci di forma trapezoidale, dalla crosta di colore nocciola-dorato, ottenuti dalla lavorazione di farina di grano tenero, uova, strutto, nocciole, zucchero, olio extravergine d’oliva, lievito e scorza di limone grattugiata. Vengono consumati insieme a latte e the, vino e liquori.

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Ferratelle PAT Lazio

Dolce tipico abruzzese rimasto da lungo tempo nella tradizione di questo territorio reatino che fino al 1927 era inserito nell’Abruzzo aquilano, condividendone usi e abitudini culinarie. Si realizza con un impasto simile a quello del biscotto, cotto in una doppia piastra arroventata sul fuoco che, stringendo la pasta sopra e sotto per mezzo di due lunghi manici a tenaglia, dà al dolce la forma caratteristica di cialda sottile percorsa da nervature. Tra le tante varianti di disegno, la trama a rombi, o cancello, dà origine al nome Ferratelle. Le famiglie nobili erano solite personalizzare i ferri, facendovi forgiare lo stemma del loro casato e le loro iniziali.

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Fave dei morti PAT Lazio

Prodotto dolciario di antica tradizione la cui preparazione è connessa alla commemorazione dei defunti. Un importante riscontro storico risale al 1891 nel libro “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi. L’autore scriveva: “Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto, che si usa in questa occasione cotta nell’acqua coll’osso di prosciutto. Tale usanza deve avere la sua radice nell’antichità più remota poiché la fava si offriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava…” “Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell’inferno”.

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Falia PAT Lazio

La denominazione di Falia si affermò alla fine del XIX secolo ad indicare l’evoluzione di una pizza fatta in casa, in uso almeno dall’inizio del XVIII secolo, quando era tradizione a Priverno consumarla in campagna per il pranzo, soprattutto insieme ai broccoletti, ortaggi tipici di questa area dei Lepini. Secondo una versione popolare il suo nome deriva da una fornaia di Priverno che per la prima volta la creò, ossia del detto: “la fa Elia o Lia”; è stato poi nel tempo trasformato e pronunciato in “Falia”. Dal 1994 ogni anno, la prima domenica di febbraio, a Priverno si tiene la tradizionale Sagra della Falia coi broccoletti.

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Dolce alle fave di San Giuseppe da Leonessa PAT Lazio

La tradizionale preparazione del Dolce alle fave di San Giuseppe è legata alla figura del Santo Patrono di Leonessa. Particolare rilevanza assume la farina di fave che, associata alla farina di farro ed a tutti gli altri ingredienti, dà forma a un prodotto di particolare gusto e dolcezza. Le fave rappresentavano il vitto semplice e austero di San Giuseppe, cui si faceva ricorso soprattutto nel periodo di Quaresima. Secondo la tradizione il pane e le fave venivano offerte dal Santo ai poveri che egli incontrava durante i suoi viaggi o che visitava presso gli ospedali. La preparazione del Dolce alle fave, oggi avviene presso un’azienda di Leonessa a conduzione familiare, attiva da circa 50 anni.

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Gliu panettone di Maenza PAT Lazio

Prodotto dolciario composto da farina, uova, zucchero, poco sale, burro, latte, buccia di limone grattugiata e lievito per dolci. Dopo aver ben amalgamato gli ingredienti, l’impasto viene versato in uno stampo precedentemente imburrato e spolverato di farina. La cottura avviene in forno ben caldo per circa
50 minuti. Dolce tradizionale fatto in casa, preparato in occasione del Natale. La ricetta si tramanda da generazioni e affonda le sue radici nel ‘700. Si tratta di un “pane dolce”, un tempo riservato alle famiglie nobili.

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Corneglie di Coreno Ausonio PAT Lazio

Gli “corneglie” sono dolci di Natale tipici della tradizione di Coreno a forma di ciambella. Si portano ad ebollizione, in abbondante acqua le patate di media grandezza; una volta bollite, si stemperano in acqua fredda, senza raffreddarle del tutto, sbucciamo e passiamo allo schiacciapatate. Uniamo al composto sale, pepe e noce moscata e se gli vogliamo dolci, la scorza di un’arancia, la cannella e l’uvetta.

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