Canasciunetti della Ciociaria PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

I Canasciunetti sono tra i più diffusi e noti dolci tipici ciociari. Preparati particolarmente nel periodo natalizio, si presentano con una forma simile ai ravioli, dorati in superficie, con una massa friabile e un ripieno composto da un impasto di castagne, ceci, noci, nocciole e miele; il tutto aromatizzato con noce moscata e pepe. Nella ricetta tradizionale le castagne e i ceci vengono cotti in acqua e passati, si uniscono le nocciole e le noci tritate e si amalgama il tutto con il miele, infine si aggiunge la noce moscata ed il pepe. L’impasto si mette sulla sfoglia e poi si ripiega per creare tanti ravioli.

METODO DI PRODUZIONE

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione della sfoglia sono: 500 g di farina, un pizzico di sale e acqua quanto basta. Quando l’impasto è omogeneo e compatto viene steso con il mattarello fino a farne una sfoglia sottile, lasciata asciugare per qualche minuto. Per la preparazione del ripieno gli ingredienti utilizzati sono:

  • 500 g di nocciole
  • 500 g di castagne (precedentemente cotte)
  • 500 g di ceci (precedentemente cotti)
  • 500 g di noci
  • 500 g di miele millefiori o di castagno
  • noce moscata
  • pepe e/o peperoncino.

Tali ingredienti vengono mescolati e macinati finemente con la raffinatrice. Il ripieno viene poi posto a mucchietti sulla sfoglia, richiusa a mo’ di mezza luna. Una volta pronti, i Canasciunetti vengono cotti in forno a legna a 180°C per 20 minuti.

CENNI STORICI

Emblema del Natale, i Canasciunetti sono dolci molto semplici, realizzati con ingredienti che si trovavano facilmente in natura e risultano molto difusi nelle case dei contadini. Si racconta come, agli inizi del ‘900, fosse molto facile imbattersi, prima delle festività natalizie, in donne che giravano per il paese con i grembiuli pieni di noci e castagne per scambiarle con mandorle e nocciole o miele dei loro vicini. Secondo Gioacchino Giammaria, grande studioso e profondo conoscitore della storia ciociara, l’origine di questo dolce si deve far risalire alla tradizione araba. In un registro datato 1541, scritto da un computista del Papa e utilizzato per l’amministrazione di Supino, si legge “…cinque decine di copeta la vigilia de natale et vino quanto basta: se consuma fino a XV bocali”.

La copeta, quindi, dolce natalizio fatto con frutta secca di stagione tenuta insieme dal miele, sarebbe all’origine dei Canasciunetti. Questa copeta veniva offerta agli abitanti di Supino nella quantità di cinque decine, circa 16,5 kg, quantità che fa pensare ad una larga distribuzione coinvolgente molte persone. Si accompagnava col vino, distribuito “quanto basta” (cioè, in modo parsimonioso) e comunque subito dopo si dice che se ne consumano quindici bocali, poco più di 27 litri. Non si tratta di quantità elevate se consideriamo che, forse, alla distribuzione partecipava tutta la popolazione. L’aggiunta di noce moscata e pepe risale agli inizi dell’800, quando la cucina ciociara diventa il risultato dei continui scambi commerciali
e culturali con Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie. Per questo, nonostante i prezzi proibitivi, nelle cucine borghesi le spezie non potevano mancare come segno di distinzione

Territorio di produzione

Provincia di Frosinone: comprensorio dei Monti Lepini e al Comune di Supino


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