Caciotta di bufala Pontina PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Prodotta con il latte intero di bufala, fermenti lattici, caglio e sale, la Caciotta di bufala pontina si distingue per il sapore delicato e gradevole con retrogusto leggermente acidulo, tipico del latte di bufala. La pasta interna è bianco latte; la crosta è sottile di colore giallo chiaro. Le forme sono da 1 a 5 kg.

METODO DI PRODUZIONE

È un formaggio fresco o stagionato fino a 30 giorni, lavorato crudo o pastorizzato con aggiunta di fermenti lattici. Il latte è coagulato con il caglio liquido di vitello, inserito a 38°C. La rottura è spinta fino alle dimensioni di un chicco di riso. La cagliata viene estratta dal siero con un telo e inserita negli stampi cilindrici. Segue un periodo di spurgo, la stufatura e la salatura in salamoia satura per 10 ore. La Caciotta di bufala pontina può essere venduta fresca o dopo 30 giorni di stagionatura in cella a 8-12°C su assi di legno.

CENNI STORICI

La Caciotta di bufala è storicamente prodotta nel Lazio in particolar modo nelle aree di allevamento bufalino che ricadono nel comprensorio della pianura pontina. Tradizionalmente prodotta in alternativa alle paste filate (mozzarella, scamorza, provola) prevalentemente in autunno e inverno.

Territorio di Produzione

Provincia di Latina

Rescresciuti PAT Lazio

I Rescresciuti di Maenza sono dolcetti a forma di ciambella, composti da farina tipo 00, uova, zucchero, lievito naturale, limone, sambuca o rhum o alchermes; in alcuni casi è prevista anche l’aggiunta di latte e strutto. L’impasto ben amalgamato, liscio e compatto viene lasciato lievitare, per 2 ore o per una notte intera a seconda…

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Pasta di Olive PAT Lazio

La Pasta di olive si ottiene dalle olive mature di media grandezza, attualmente viene preferita la varietà Leccino. Presenta colore dal verde al marrone scuro e sapore leggermente amarognolo e piccante.

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Olio monovarietale extravergine di Sirole PAT Lazio

La presenza della varietà Sirole risale a tempi remoti. Nel 1568 il famoso architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, in una lettera chiedeva di essere pagato per i suoi lavori e consulenza, con l’olio buono “come se usa farse in S. Resto”. Nel 1888 il marchese Canali ha partecipato, con l’olio dei suoi oliveti, all’Esposizione…

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