Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Dolce tradizionale legato alle festività del Natale. Ha una forma tondeggiante o a cupola, di colore ambrato, con sapore dolce che richiama i molti ingredienti utilizzati fra cui frutta secca, miele, fichi, cacao, liquori. Si prepara un impasto che viene fatto riposare per qualche minuto e si lavora manualmente fino ad ottenere una forma tondeggiante o a cupola. La cottura avviene in forno moderato fino a doratura.
METODO DI PRODUZIONE
Si prepara un impasto con tutti gli ingredienti (che variano a seconda della zone di produzione): farina, noci, nocciole, mandorle, pistacchi, fichi secchi, miele, pinoli, frutta candita (cedro, arancia), uvetta, uova, cacao amaro in polvere, cioccolato in scaglie, miele millefiori, liquore alchermes, olio extravergine di oliva e lievito, e lo si lascia riposare qualche ora. Terminato il periodo di riposo, l’impasto viene modellato manualmente fino a ottenere singoli panetti a forma di cupola o tondeggianti, in genere del peso di 500 g, spennellati con l’uovo. La cottura avviene in forno per 30-45 minuti a 160-180°C con successivo rafreddamento per 24 ore circa prima del confezionamento.
CENNI STORICI
Il Pangiallo è un dolce tipico natalizio, prodotto nella nostra regione, la cui origine viene fatta risalire all’antica Roma e, più precisamente, all’età imperiale. Si narra che fossero i “dolci dorati”, distribuiti durante la festa del solstizio d’inverno come buon auspicio per il ritorno del sole. Infatti, è ornato da un sottile strato costituito da una crosta dorata che dona al dolce la sua tipica brillantezza. Nel corso dei secoli il Pangiallo ha subito diverse trasformazioni sia nel tipo di ingredienti utilizzati che nel modo di prepararlo. È un dono di Natale da tempi antichissimi: perlopiù le mogli dei contadini lo regalavano ai notabili del luogo. Oggi è ancora un regalo abituale, ma si trova in vendita in tutti i forni.
Territorio di produzione
ROMA