Pizza a gli mattono pizza a gli soio di Sezze PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Pizza a gli mattono di Sezze: pizza a base di farina gialla di mais, acqua calda e sale. L’impasto viene lavorato manualmente fino al raggiungimento di un impasto di media consistenza. Nel frattempo, si mettono a riscaldare due mattoni di terracotta (di qui il nome), vicino al fuoco e, quando hanno raggiunto la giusta temperatura, su di loro si schiaccia un pugnetto di pasta cosparso con dell’olio extravergine d’oliva. Durante la cottura la pasta viene girata più volte al fine di avere una doratura omogenea su ogni lato. A cottura ultimata le pizze sono lasciate vicino al fuoco fino al momento del consumo. Si gustano solitamente con i broccoletti.

Pizza a gli soio di Sezze: pizza a base di farina bianca, farina gialla di mais, lievito di birra, sale ed acqua calda. Tutti gli ingredienti vengono lavorati a formare un impasto di media consistenza, lasciato lievitare per circa un’ora e coperto con un panno. Terminata la lievitazione, la pasta viene disposta su teglie, precedentemente oliate, cosparsa di olio e, quindi, posta a cuocere in forno a circa 250°C per 30 minuti. La denominazione è data dall’abbondanza di olio usato nella preparazione.

CENNI STORICI

L’utilizzo della farina di mais per la preparazione di queste pizze ascrive la loro origine ad un periodo in cui i ceti meno abbienti preferivano il mais al più costoso frumento. Vittorio Del Duca racconta come nell’‘800, nel mese di agosto “…si stutarava, o c’erano i tuteri da svagorà”, ovvero le pannocchie di mais da sgranare. Gli uomini portavano il mais in paese con i carretti, ed erano le donne a compiere a mano questa operazione. Afferma, inoltre, che “il mais fu importantissimo nell’alimentazione umana, e a Sezze la pizza, fatta con farina di mais costituiva il cibo di massa, perché il pane bianco fatto con la farina di grano, non tutti potevano permetterselo”. Lo scrittore Arnaldo Cervesato, nella sua opera “Latina tellus: la Campagna Romana del 1922” descrivendo, tra l’altro, come fossero fatte le capanne, in tempi in cui il territorio di Sezze era per lo più paludoso, esprimendo sdegno per le condizioni di vita, afferma “… nel buco scavato in terra nel mezzo della capanna cuoce «la pizza» di granturco che con «l’acqua cotta» è l’alimento abituale dei guitti”

Territorio di produzione

Provincia di Latina: Sezze


Zafferano della Valle Aniene PAT Lazio

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