Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
strigoli, carletti, bubbolini, tagliatelle della Madonna, streidoul, strigli, strigul, strìdual, stridul, strìvul, strìgval
Attualmente è pianta da raccolta spontanea, ma è disponibile il seme e viene spesso seminato nelle zone vocate, per cui si prevede un allargamento della coltura correlato con le richieste del mercato. Sono piante annue spontanee che crescono senza particolari esigenze un po’ ovunque, dal mare alla montagna, nei terreni coltivati o incolti. Il fusto eretto porta fiori a calice rigonfio che spuntano da marzo ad agosto. La raccolta avviene recidendo i giovani germogli fogliari.
La caratteristica di queste piante è quella di avere fiori molto profondi, il cui nettare è quindi difficilmente raggiungibile dagli insetti, cosa questa che non facilita affatto l’impollinazione. I calabroni, comunque, hanno imparato a raggiungere il polline di questi fiori forandoli alla base. Curiosità “Andè a strigul in pgneda” è ancora pratica molto diffusa.
Prodotto Agroalimentare tradizionale Tagliatelle con gli stridoli . Vedi ricetta
Tradizionalità
Nel mondo mitologico greco-romano il Silenus, che vive in mezzo a selve, boschi e foreste, appare come un vecchio satiro, amante della musica, del suo flauto, del vino, quindi con il ventre sempre gonfio e tiepido. E’ facile così trovare un nesso preciso tra il Silenus del mito e la pianta dallo stesso nome botanico. Forse in passato gli stridoli si trovavano un po’ dappertutto, lungo i sentieri, tra i sassi, lungo gli argini delle strade e in campagna negli appezzamenti non ancora lavorati. Molto popolare nel ravennate.
Referenze bibliografiche
- Tamaro D., “Orticoltura”, Manuale Hoepli, Milano 1920;
- Pantucci M.,” Valorizzazione industriale dei prodotti ortofrutticoli”, Tip. Neri, Bologna, 1931;
- Reg CE 1467/94 “Conservazione, caratterizzazione, raccolta ed utilizzazione delle risorse genetiche in agricoltura”;
- Decreto Legislativo 30 aprile 1998, art 10 comma 4 ”Programma nazionale biodiversità’ e risorse genetiche”, Roma 1998;
- Ronchi R., “Il Milleortaggi: guida agli ortaggi d’Italia”, Ed. Maxi, Pistoia 1999.
Territorio di produzione
Provincie della Romagna, in particolare Forlì-Cesena, Ravenna.
Lasche del Po in carpione PAT Emilia Romagna
Lasche del Po, olio, aceto bianco di vino, acqua, cipolla, aglio, prezzemolo. Si puliscono i pesci in acqua corrente, si asciugano in una tela. Dopo averli fatti friggere si dispongono in una terrina alternando i pesci ad una manciata di prezzemolo e cipolla tritati. Si copre il tutto con una salsa di cipolle tiepida.
Ribiola della Bettola PAT Emilia Romagna
Il Cardinale Albertini divenuto Ministro del re di Spagna, si serviva della buona tavola per scopi politici. Partivano dai ducati di Parma e Piacenza gli ingredienti più adatti per queste colazioni di lavoro. Dalle lettere del Cardinale Alberoni: “- non mancate di inviare alcune Robiole chiamate da sua Maestà “della Bettola”.
Tartufo bianco pregiato PAT Emilia Romagna
Tuber Magnatum Pico è la sua denominazione scientifica, ben conosciuto come trifola o, semplicemente, tartufo bianco pregiato. Caratteristiche del tubero: peridio liscio, per niente verrucoso, di forme non perfette, quasi arzigogolato, frastagliato, tendente al tondo in giovane età. Alcuni esemplari sono piatti, fossili. La polpa passa dalla tonalità dell’ocra scuro al caffè, l’esterno è giallo ocra in piena…