
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania
Circa 400 anni fa una monaca convento di clausura di Santa Rosa a Conca dei Marini, in provincia di Salerno, preparando il biancomangiare, un dolce composto da semola cotta nel latte, sbagliò le dosi e decise di sperimentare una nuova creazione: aggiunse all’impasto alcune gocce di limoncello, dei pezzi di susine, albicocche e pere disseccate.

Pose, poi, il composto fra due “pettole” cioè pezzi di pasta di pane insaporita con mezzo bicchiere di vino, strutto e dello zucchero e alla fine pose la “grandissima sfogliata” nel forno molto caldo ed attese che si indorasse.
La Badessa apprezzò molto la nuova ricetta e dispose che il dolce fosse intitolato alla santa fondatrice dell’ordine, Santa Rosa, e che fosse preparato ogni 30 agosto in occasione della festa della santa. La Santa Rosa si componeva, dunque, di molteplici e sottili sfoglie sovrapposte, era confezionato a forma di conchiglia o cappuccio, e arricchito da un cordone di crema e di marmellata di amarena.
La dolce ricetta trapelò dal convento intorno al 1800 e, con alcune variazioni, come, ad esempio, un ridimensionamento della forma, la sostituzione dei frutti secchi con i canditi e l’eliminazione della crema pasticciera, divenne la specialità di un osteria del cuore della città e prese il nome di sfogliatella. Da allora l’osteria che aveva trasformato la Santa Rosa in sfogliatella si trasformò lei stessa in un laboratorio dolciario specializzato in sfogliatelle e la ricetta del dolce si diffuse in tutte le pasticcerie della la città, sia nella sua variante riccia che in quella frolla.
Oggi nella città di Napoli la sfogliatella viene continuamente sfornata ed offerta ai passanti calda, fragrante e profumata di acqua di fiori d’arancio e di zucchero a velo, ed è così famosa da essere entrata nel lessico partenopeo, in un detto che la dice lunga sulla considerazione in cui è tenuta dalla città: “Napule tre cose tene belle: ‘o mare, ‘o Vesuvio, e ‘e sfugliatelle”.
Territorio di produzione
Napoli

Taraddi con finocchio PAT Campania
“Li taraddi cu lu funucchiu”, cioè i taralli con il finocchietto selvatico sono una specialità dell’Alta e Media Valle del Calore, in provincia di Avellino. è un biscotto salato, di forma circolare, ottenuto con ingredienti genuini che si prepara e si consuma, per lo più, durante le feste natalizie o pasquali. Si ottiene impastando farina…

Sfogliatella Santa Rosa PAT Campania
Al dolce fu data la caratteristica forma del cappuccio monacale per essere, poi, adagiato nel forno caldo. Il dolce fu chiamato “Santa Rosa” in onore della santa alla quale era intitolato il monastero. Ne furono prodotte altre per le famiglie di Conca e quelle benefattrici degli altri centri costieri. Questa usanza fu ripetuta ogni anno…

Scaldatelle PAT Campania
Le scaldatelle o scavuratiell’, sono dei taralli diffusissimi in tutto il mezzogiorno, che, in Campania sono tradizione in tutte le aree interne, a forte produzione cerealicola. Si chiamano così perché prima di essere cotti in forno vengono riscaldati, ossia bolliti, in acqua. La pasta è lavorata a mano con farina di grano, olio, sale, semi…
Diventa anche tu ViVi Greeners Conosci le sfogliatelle prodotto campano?
Aiutaci nel nostro progetto, se hai curiosità, immagini o vuoi aggiungere una descrizione del prodotto. SCRIVICI