Miseria PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna

Pagnotta caratteristica a forma di farfalla o di foglia che richiama la micca padana. Le dimensioni sono intorno ai 300/500 grammi (miseria), 800 grammi/1chilo (gran miseria). Gli ingredienti: farina grano tenero tipo 0, acqua, strutto, lievito di birra, sale. Gli ingredienti vengono impastati a lungo, fino ad ottenere una pasta liscia e compatta, che viene successivamente divisa e lisciata nel raffinatore; una volta arrotolata, la pasta viene tranciata per ottenere le dimensioni desiderate e lasciata a lievitare in ambiente caldo e umido. completata la lievitazione, le forme vengono incise al centro per dare la caratteristica forma, e successivamente cotte in forno a 190-200° per un tempo variabile in base al peso (35-60 minuti).

Tradizionalità

Secondo la tradizione, il nome del pane sarebbe legato alla distribuzione giornaliera ai poveri della zona, un pane di elemosina, quindi, di misericordia. Tale somministrazione ebbe inizio a partire dal XV secolo ad opera della famiglia Pallavicino presso la Villa omonima (oggi sede del Museo Nazionale Giuseppe Verdi), ed era accompagnata dai rintocchi della campana recentemente restaurata (la cosiddetta “campana della miseria”). Secondo altre fonti, al contrario, il nome evocava l’impossibilità di cibarsi di altro che non fosse il pane, dato l’estremo stato di indigenza e che quindi fosse esso stesso la cruda rappresentazione della miseria.

Curiosità

Conservazione

il prodotto si conserva in ambiente fresco e asciutto; la durabilità varia in base alle dimensioni: di norma, si parla di due-tre giorni per la miseria “classica”, fino a sette-dieci giorni per la “gran miseria” (800-1000 gr.)

Utilizzo

La miseria rappresenta il complemento ideale dei prodotti tipici della norcineria locale, (culatello di Zibello Dop, spalla cruda, fiocco, salame e strolghino) e pertanto è perlopiù consumato come tale; lasciato seccare e grattugiato, o bagnato con brodo, trova impiego anche nelle farce di alcune paste fresche ripiene (mezze maniche ripiene, anolini della bassa).

Referenze bibliografiche

  • Malaspina, C. Vocabolario parmigiano-italiano (volume III) Forni Editore, Bologna, 1858
  • Cavitelli, M. Piccolo dizionario del dialetto bussetano Tipografica Cristoforetti, Fontanellato (Pr), 1992
  • Atlante dei prodotti tipici: il pane a cura dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale, Franco Angeli, prima edizione 1995

Territorio di produzione

Provincia di Parma. Comune di Busseto

Sapore PAT Emilia Romagna

E’ un prodotto che nel dopo guerra, con l’avvento della produzione industriale, si rischiava di perdere la produzione. Da diversi anni si cerca di rivalorizzare in quanto unico e ineguagliabile. Già il nome conferma il suo sapore intenso. Antica marmellata diffusa un tempo in Romagna, conservata in piccole damigiane dal collo largo e usata come…

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Pane schiacciato o batarò PAT Emilia Romagna

Farina bianca, fichi e lievito naturale. Mettere a bagno in acqua calda almeno 3 ore prima se si usano i fichi secchi, scolarli e tagliarli a metà. Amalgamare la farina, il lievito, il sale e l’acqua come per l’impasto del pane; lasciare riposare e lievitare, quindi rompere l’impasto, amalgamare nuovamente, dare la forma di focaccia…

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Gramigna verde PAT Emilia Romagna

Pasta ottenuta dall’impasto di semola di grano duro, acqua, spinaci (1,5-2%). Prodotto ottenuto per impastamento, trafilazione, estrusione, formatura, essicazione e confezionamento. Le produzioni sono condotte in ottemperanza ai manuali di autocontrollo aziendali

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