Mais da polenta PAT Friuli Venezia Giulia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia

Mais della Carnia

Varietà locali selezionate dall’ex C.R.S.A. (Centro Regionale di Sperimentazione Agraria) di Pozzuolo del Friuli.

Il colore della granella si presenta con le seguenti gradazioni di colore:

  • giallo-giallo rosso,
  • giallo rosso-rosso scuro.

I locali si distinguono, in particolare, per contenuto proteico medio-alto, maggiore percentuale di fibra e, limitatamente alla farina integrale, in ricchezza di lipidi. Va aggiunto che le varietà locali hanno più equilibrato valore organolettico.

Mais di Resia

Il mais di Resia si caratterizza per le pannocchie (panule) di medie dimensioni dalla lunghezza variabile tra i 15 e i 20 centimetri. Le cariossidi (sirkicje) che compongono la pannocchia non sono tutti di un unico colore bensì variegati (nero, giallo, rosso). Le pannocchie, disposte in trecce più o meno lunghe, vengono disposte all’aperto (in terrazze oppure in gabbioni di ferro) lasciando così che sia l’aria ad essiccare naturalmente le cariossidi. Tale tecnica risparmia energia e salvaguarda le caratteristiche della granella.

La semina avviene tra fine aprile e i primi di maggio. Viene fatta una concimazione con letame bovino. Il mais viene seminato ad una distanza di 20-25 cm tra le file e di 15-20 cm sulla fila. Necessita di attenzioni costanti in quanto oltre a togliere le infestanti e smuovere la terra (plivet), si provvede a rinforzare con l’apporto di terra le file (pardet) prevenendo l’azione distruttiva dei temporali estivi. Diversi sono i nemici che provocano danni alla coltura; in particolare: ghiandaie (gaia), tasso (jasbaz), grillotalpa (midividiza) e corvo (urana).

Al momento del loro utilizzo, si sgranano a mano e si macinano per ottenerne la farina integrale che viene utilizzata per scopi diversi: 

  •  polenta;
  • buiadnik (dolce secco di mais e frumento);
  • osojaniza (polenta molle condita con burro fuso e formaggio stravecchio o ricotta affumicata);
  • sterz (farina tostata nel burro);
  •  muscnijk (polenta molle condita con burro da servirsi con latte o caffè).

Altro utilizzo: le pannocchie non ancora maturate venivano abbrustolite sul fuoco (te pacene panule) e consumate. Le foglie secche (perie) venivano usate per formare i giacigli dei letti.

Tradizionalità

In molte aziende, in particolare quelle zootecniche, da generazioni si tramandano l’uso del mais locale per la preparazione della farina di polenta. Si ricorda inoltre che nei periodi di “miseria e fame” (le due guerre mondiali) la polenta era il companatico principale per accompagnare tutto il misero mangiare quotidiano delle popolazioni del Friuli.

Dati e notizie dettagliati sono raccolti nella seguente bibliografia: “Polenta di qualità in Friuli” edito dalla C.C.I.A.A. (Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) di Udine e dal C.R.S.A. (Centro Regionale di Sperimentazione Agraria) di Pozzuolo del Friuli.

Territorio di produzione: Carnia e Comune di Resia

Sardoni salati PAT Friuli Venezia Giulia

Per la preparazione dei sardoni “soto sal” vengono utilizzati quale materia prima i sardoni  “barcolani” a pasta bianca pescati nelle acque del Golfo di Trieste per mezzo delle saccaleve ( lampare). I sardoni da utilizzare per la salatura devono essere freschissimi. I sardoni di  lampara sono da preferire agli altri in quanto sono fisicamente integri e con carne soda.

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Miele friulano di alianto PAT Friuli Venezia Giulia

Il Miele di Ailanto, prodotto nelle colline del Friuli Venezia Giulia, è un miele unico ottenuto dal nettare dei fiori dell’ailanto (Ailanthus altissima), una pianta originaria dell’Asia. Questo miele si distingue per le sue particolari caratteristiche organolettiche e per il suo sapore esotico

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Dondolo o tartufo di mare PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca del dondolo, tradizionale attività di pescatori professionali e non, è segnalata attraverso racconti di vecchi pescatori dall’immediato dopo guerra, ad opera di unità di palombari in servizio portuale che avevano il compito di riparare i moli e le dighe foranee dai danni causati dai bombardamenti. In tale occasione, nelle aree antistanti alle opere danneggiate sono stati individuati consistenti banchi di dondoli che , nel periodo successivo, sono stati sfruttati commercialmente. Ulteriori aree, individuate lungo la costiera triestina, sono state trovate idonee ed ancora adesso, a diversi decenni di distanza, danno lavoro a diversi operatori subacquei autorizzati.

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