Il Green deal Europeo.
2.TRASFORMARE L’ECONOMIA DELL’UE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

2.1. Elaborare una serie di politiche profondamente trasformative

Per realizzare il Green Deal europeo è necessario ripensare le politiche per l’approvvigionamento di energia pulita in tutti i settori dell’economia: industria, produzione e consumo, grandi infrastrutture, trasporti, prodotti alimentari e agricoltura, edilizia, tassazione e prestazioni sociali.

Per conseguire questi obiettivi è essenziale aumentare il valore attribuito alla protezione e al ripristino degli ecosistemi naturali, all’uso sostenibile delle risorse e al miglioramento della salute umana.

È in questo ambito che un cambiamento profondo è più necessario e potenzialmente più benefico per l’economia, la società e l’ambiente naturale dell’UE. L’UE dovrebbe inoltre promuovere, e sostenere con investimenti, la necessaria trasformazione digitale, che offre gli strumenti essenziali per realizzare i cambiamenti.

Se, da un lato, tutti questi settori di intervento sono fortemente interconnessi e si rafforzano reciprocamente, dall’altro è necessario prestare particolare attenzione ai potenziali compromessi tra gli obiettivi di tipo economico, ambientale e sociale.

Il Green Deal farà un uso coerente di tutte le leve politiche: regolamentazione e normazione, investimenti e innovazione, riforme nazionali, dialogo con le parti sociali e cooperazione internazionale.

Il pilastro europeo dei diritti sociali guiderà gli interventi per garantire che nessuno sia escluso da questo processo.

Nuove misure non saranno sufficienti, da sole, per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo.

Oltre ad avviare nuove iniziative, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per intensificare gli sforzi dell’UE volti a garantire che la legislazione e le politiche attuali pertinenti ai fini del Green Deal siano attuate e applicate in modo efficace.

2.1.1. Rendere più ambiziosi gli obiettivi dell’UE in materia di clima per il
2030 e il 2050

La Commissione ha già delineato un chiaro programma per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 , che dovrebbe costituire la base della strategia di lungo termine che l’UE presenterà alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici all’inizio del 2020.

Entro marzo 2020 la Commissione proporrà la prima “legge per il clima” europea per stabilire in modo chiaro le condizioni di una transizione equa ed efficace, assicurare la prevedibilità agli investitori e garantire che la transizione sia irreversibile. In questo modo l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 sarà sancito per legge.

La legge per il clima garantirà inoltre che tutte le politiche dell’UE contribuiscano all’obiettivo della neutralità climatica e che tutti i settori svolgano la loro parte.

L’UE ha già cominciato a modernizzare e trasformare l’economia con l’obiettivo della neutralità climatica.

Tra il 1990 e il 2018 ha ridotto del 23 % le emissioni di gas a effetto serra, mentre l’economia è cresciuta del 61 %.

Tuttavia, mantenendo le attuali politiche, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra sarà limitata al 60 % entro il 2050.

Molto resta da fare nel prossimo decennio, a cominciare da un’azione per il clima più ambiziosa.

Entro l’estate del 2020 la Commissione presenterà un piano per la valutazione dell’impatto finalizzato ad aumentare in modo responsabile l’obiettivo dell’UE di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030 di almeno il 50-55 % rispetto ai livelli del 1990.

Per conseguire tali riduzioni supplementari delle emissioni di gas a effetto serra, entro il giugno 2021 la Commissione riesaminerà tutti gli strumenti pertinenti della politica in materia di clima, e ne proporrà una revisione se necessario.

Tra questi figurano il sistema per lo scambio di quote di emissioni, compresa l’eventuale estensione del sistema a nuovi settori, gli obiettivi degli Stati membri di riduzione delle emissioni in settori al di fuori del sistema per lo scambio di quote di emissioni e il regolamento sull’uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura.

La Commissione proporrà di modificare la legge per il clima per aggiornarla di conseguenza. Queste riforme strategiche contribuiranno a garantire un’efficace fissazione del prezzo del carbonio in tutta l’economia.

Ciò incoraggerà i consumatori e le imprese a modificare i propri comportamenti, facilitando un aumento degli investimenti sostenibili, pubblici e privati.

I differenti strumenti di fissazione dei prezzi devono integrarsi a vicenda e garantire congiuntamente un quadro strategico coerente.

È inoltre essenziale garantire che l’imposizione fiscale sia allineata agli obiettivi climatici. La Commissione proporrà di rivedere la direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici, dando rilevanza agli aspetti ambientali e proponendo di utilizzare le disposizioni dei trattati che consentono al Parlamento europeo e al Consiglio di adottare proposte in questo settore mediante la procedura legislativa ordinaria con votazione a maggioranza qualificata anziché all’unanimità.

Fintanto che molti partner internazionali non condivideranno le stesse ambizioni dell’UE, esisterà il rischio di una rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, sia perché la produzione può essere trasferita dall’UE verso altri paesi con ambizioni minori di riduzione delle emissioni, sia perché i prodotti dell’UE possono essere sostituiti da prodotti importati a maggiore intensità di carbonio. Se tale rischio si materializza, non vi sarà alcuna riduzione delle emissioni globali, vanificando gli sforzi dell’UE e delle sue industrie per conseguire gli obiettivi climatici globali dell’accordo di Parigi.

Se dovessero persistere livelli diversi di ambizione su scala mondiale mentre l’UE aumenta le sue ambizioni in campo climatico, la Commissione proporrà, per determinati settori, un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, al fine di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, garantendo, in questo modo, che il prezzo delle importazioni tenga conto più accuratamente del loro tenore di carbonio.

Tale misura, che sarà definita in modo da rispettare le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio e gli altri obblighi internazionali dell’UE, costituirebbe un’alternativa alle misure10 per contrastare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio previste dal sistema per lo scambio di quote di emissioni dell’UE.

La Commissione adotterà una nuova e più ambiziosa strategia dell’UE in materia di adattamento ai cambiamenti climatici. Si tratta di un aspetto essenziale in quanto i cambiamenti climatici continueranno a creare problemi significativi in Europa nonostante gli sforzi di mitigazione prodigati.

In questo senso è fondamentale intensificare gli sforzi in materia di resistenza ai cambiamenti climatici e per sviluppare la resilienza, la prevenzione e la preparazione. I lavori sull’adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbero continuare a influenzare gli investimenti pubblici e privati, anche per quanto riguarda le soluzioni ispirate alla natura.

Sarà importante garantire che in tutta l’UE gli investitori, le compagnie di assicurazione, le imprese, le città e i cittadini possano accedere ai dati e mettere a punto strumenti per integrare i cambiamenti climatici nelle loro pratiche di gestione dei rischi.

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@ European Commission

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