Biscotti del Lagaccio PAT Liguria

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

Biscotto della salute

Biscotto genovese tipo Lagaccio, biscotto della salute di Sarzana. Biscotto secco da prima colazione, dalla caratteristica forma di taglio trasversale ai lati.

Zona di produzione: Genova, La Spezia, sia sulla costa che nell’entroterra

Curiosità: Sulle prime alture di Genova, tra il quartiere di Granarolo e Oregina, alla meta del ‘500 l’ammiraglio Andrea D’Oria fece costruire una diga per rifornire d’acqua il suo palazzo nella zona di Principe. Questa diga diede origine ad un lago artificiale che non piacque al popolo, benché ne sfruttasse la riserva idrica, e lo soprannominò in senso dispregiativo il lagaccio. Tale nome rimase alla zona circostante.

Non oltre un secolo dopo fu costruita qui una fabbrica di polvere da sparo, che sfruttava la riserva d’acqua. Nell’800 fu la volta di un opificio di proiettili e, finalmente, di un pacifico laboratorio di gallette del marinaio e di biscotti. Nacque qui, e da qui prese il nome, il più amato biscotto di Genova e dintorni: leggerissimo, economico e di lunga durata, è denominato anche biscotto della salute.

Patata Quarantina bianca PAT

Nel genovesato le conoscenze sulla patata e sulla sua coltivazione sono strettamente legate al nome di Michele Dondero, parroco di Roccatagliata (GE), che nel XVIII secolo, tra la non sottovalutabile diffidenza dei suoi fedeli, la introdusse proprio per arginare la miseria generale della popolazione. Riconosciuta l’importanza e apprezzatane la bontà e poliedricità, la patata si…
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Comune argentata ligure PAT

È un pollo di tipo mediterraneo caratterizzato da cresta semplice sviluppata, bargigli rossi sviluppati, orecchione bianco o crema, pelle gialla, tarsi gialli e nudi, uova a guscio bianco. La colorazione fondamentale del piumaggio è l’argentato.

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Bruzzo Brus o Brussu della Valle Arroscia PAT

Il Brus era la ricotta di pecora che mangiavano i lavoratori dell’entroterra. La spalmavano sul pane. La produzione era molto diffusa in Liguria, poi per vent’anni ha perso di interesse, oggi si rivede grazie al recupero delle tradizioni culinarie. Il “Grande dizionario piemontese-italiano” del cavalier Vittorio di Sant’Albino (inizio Ottocento) lo definisce “specie di cacio…
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